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I 40 anni dei primi laureati in Odontoiatria

I 40 anni dei primi laureati in Odontoiatria
Patrizia Biancucci

Patrizia Biancucci

dom. 14 aprile 2024

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In occasione della ricorrenza dei 40 anni del corso di laurea in Odontoiatria e Protesi dentaria, il comitato promotore in collaborazione con UNIDI, ha organizzato un evento, previsto il 17 maggio 2024 all’Expodental di Rimini, per festeggiare la completa applicazione della legge 409/85 alla luce della nuova sentenza e soprattutto per la riattivazione delle Scuole di specialità.

Il focus sarà lo stato dell’arte della professione odontoiatrica con la P maiuscola e la sua evoluzione nell’arco di quattro decenni. Saranno presenti gli ex alunni del primi corsi istituiti nelle 6 università italiane, Torino Milano Pavia Roma Napoli Bari, che porteranno i loro saluti e la loro esperienza, come pure i presidenti dei corsi di laurea attualmente in carica. Non mancheranno le associazioni di categoria, AIO, ANDI, AISO, SUSO, AIDI, e enti istituzionali come la CAO nazionale e il Collegio dei Docenti. Nel dopo conferenza al ROCKISLAND di Rimini, con cena e musica, sono attesi colleghi e amici che hanno condiviso i quaranta anni di lotte e di affermazione, ma saranno accolti anche i giovani colleghi che dovranno raccogliere la nostra eredità. Abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni tra quelli che hanno fatto la Storia dei quattro decenni dandoci uno spaccato veritiero ed appassionante.

Dott. Maggioni, ritiene sia valsa la pena lottare per l’affermazione dei laureati in Odontoiatria a partire dagli esordi?
Sì è stato bello combattere per poter ottenere tutto quello che ci serviva, è stato difficile trovare la via giusta per poter collaborare con coloro che ci volevano male. A 40 anni esatti da quando ci fu il primo laureato in odontoiatria possiamo affermare che avevamo ragione noi e che anche coloro che avevano individuato in noi il futuro, hanno avuto, oltre che ragione, il piacere di vedere una nuova odontoiatria con la O maiuscola, l’affermazione di tanti ragazzi dell’84 che ora sono a capo di Cattedre universitarie, primariati e presidenti di associazione, facenti parte dei direttivi delle migliori e più grandi associazioni internazionali che hanno lottato per affermare la libera professione e la ricerca scientifica. Tutti sanno quanto gli odontoiatri di allora hanno portato al cambiamento generale, con l’AIO (Associazione Italiana Odontoiatri) in primis e poi anche l’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) con il loro primo presidente odontoiatra Gianfranco Prada, mio compagno di classe. Personalmente sono molto contento di aver lottato, tuttora mi interesso alla professione allo scopo di ottenere il meglio per noi professionisti, ma soprattutto per la popolazione che ha il diritto di ritrovare una branca medica specialistica realmente valida.

Dott. Boggione, lei ricorderà che voi, tra i primi laureati in Odontoiatria negli anni ‘80, venivate guardati di sbieco dai medici dentisti. Lo trovava discriminatorio?
Per chi come me veniva da Medicina, avevo appena concluso il 3° anno, con l’intenzione di diventare un dentista non sembrava vero che quel corso di laurea, di cui per anni si era parlato senza mai concretizzare nulla, fosse diventato realtà anche in Italia. Erano gli anni del numero aperto a medicina, gli anni della pletora, dei 1.500 studenti per anno di corso, aule strapiene, rapporto con i docenti praticamente inesistente. Nel giro di pochi giorni ci siamo ritrovati in 40 studenti a frequentare un corso di laurea, poco più di una classe di liceo, ci sembrava quasi irreale e nello stesso tempo estremamente stimolante, un modo diverso e gratificante di affrontare un percorso universitario al tempo totalmente nuovo per noi e anche per i docenti. L’entusiasmo e l’energia che si trova nel realizzare una cosa nuova hanno coinvolto tutti, studenti e corpo docente, uniti con l’obiettivo di creare una categoria di professionisti consapevoli e preparati. L’inevitabile rivalità che è venuta a crearsi con i laureati in medicina e specializzandi in Odontostomatologia si è trasformata in una vera e propria competizione, ma non ho mai avuto la sensazione di essere discriminato, anzi come studenti prima e laureati poi, ci siamo sempre trovati in prima linea a rappresentare la professione, venivamo invitati in tutti i congressi, le nostre associazioni (AISO e AIO) erano supportate da generosi sponsor, la stampa di settore dava ampio spazio alle nostre rivendicazioni. Io personalmente ho avuto numerosi incarichi come rappresentante degli studenti nel Corso di Laurea e presso il Consiglio di Facoltà e successivamente sono entrato come consigliere più giovane nel Consiglio dell’Ordine dei Medici di Torino. Insomma, è stata un’esperienza unica e indimenticabile che ha contribuito a farmi affrontare la professione con entusiasmo e passione, sentimenti che provo ancora oggi a 40 anni di distanza.

Dott. Modica, lei tra i primi iscritti al corso di laurea in Odontoiatria, ha ricoperto anche ruoli istituzionali?
Il 1980 è stato l’anno di inizio della nuova Laurea in Odontoiatria e Protesi dentaria in sei Università italiane (Torino, Milano, Pavia, Roma, Napoli e Bari). A Torino il 20 luglio 1984 ci fu la proclamazione dei primi 8 odontoiatri, con la presidenza del Magnifico Rettore prof. Cavallo, rigorosamente in toga ed ermellino. Una volta laureati abbiamo dovuto attendere la creazione dell’Esame di Stato svoltosi a settembre 1985 insieme ai laureati del secondo anno. I circa 80 neo odontoiatri di Torino hanno sentito l’esigenza di istituire una sede provinciale della nuova Associazione Italiana Odontoiatri (AIO) operante già su scala nazionale e io sono stato eletto primo Presidente AIO Torino, affiancato dall’infaticabile Segretario Marco Boggione. Abbiamo lavorato intensamente con uno spirito costruttivo: un esempio il rifacimento della Carta di Identità che non prevedeva la professione di Odontoiatra, ma solo Medico o… Odontotecnico! I contatti con il Presidente nazionale Maurizio Maggioni erano assidui e quasi simbiotici, sfociati in un’amicizia sincera. Dopo molteplici serate e corsi organizzati a Torino, ho assunto la carica di Segretario Culturale nazionale AIO, continuando a organizzare in ogni sede AIO, anche per le più piccole con meno soci, serate culturali tenute da colleghi più esperti che trasferivano le proprie conoscenze in loco, senza dover raggiungere le grandi città come succedeva prima. Il lavoro svolto con entusiasmo e in amicizia ha consentito di innalzare il livello culturale e clinico di ogni Odontoiatra italiano, e di questo ne vado fiero. A oggi, passati 40 anni dalla mia laurea, posso dire che gli Odontoiatri sono il cuore pulsante dell’Odontoiatria italiana, e lo sarà in futuro ricordando gli insegnamenti dei nostri illuminati Maestri che ci hanno educato a questa splendida professione.

Dott. Cozzani, cosa l’ha spinta a suo tempo a optare per la laurea in Odontoiatria?
Finito il liceo mi sono iscritto a Medicina, ma solo per poter fare Odontoiatria, e in particolare l’Ortodonzia in maniera esclusiva. Non appena istituito il corso di laurea in Odontoiatria fu data la possibilità a chi aveva completato tutti gli esami del I° anno di iscriversi, previo test di accesso, al II° anno di Odontoiatria; a Milano furono messi a bando 100 posti e io mi classificai sesto, e di questo risultato sono ancora molto orgoglioso. Inoltre in quegli anni ’80 le Scuole e gli odontoiatri di maggiore qualità si trovavano nel nord Europa e nel nord America dove il sistema di insegnamento prevedeva il corso di laurea in Odontoiatria, risultava logico pensare che questo sistema fosse quello che funzionava meglio. Infine posso dire che sono stati gli esempi che hanno condizionato la mia scelta: mio padre Giuseppe Cozzani primo fra tutti, ma altrettanto importanti sono stati il prof. Peduzzi, molto favorevole al corso di laurea a differenza di altri, e soprattutto il prof. Gianelly di Boston che è stato d’ispirazione in tutta la mia vita non solo professionale.

Prof. Di Lenarda, avrebbe mai pensato di fare un’eccellente carriera da laureato in Odontoiatria, anche alla luce delle non poche difficoltà iniziali?
La mia iscrizione al corso di laurea in odontoiatria non derivava da una vocazione specifica ma da una profonda indecisione tra un percorso in ambito economico e il corso di laurea in medicina e chirurgia. La passione è nata e cresciuta nel tempo e mi fa dire oggi di aver fatto una scelta che mi ha consentito di svolgere una professione molto stimolante ma anche, e forse soprattutto, di poter incidere in campo sanitario, sia universitario che formativo. Noi laureati in odontoiatria eravamo guardati con un misto di sufficienza (che in alcuni casi ci ha permesso di crescere senza che gli altri se ne accorgessero), di paternalismo e di senso di superiorità (eravamo gli odontopuffi!). Io sono stato assunto nel SSR (servizio sanitario regionale) a febbraio ‘91 e la mia grande fortuna in quegli anni è stata la vicinanza della professoressa Elettra De Stefano Dorigo che mi ha aiutato in tutte le fasi della mia carriera ma soprattutto è stata un esempio di etica del lavoro e di dedizione al bene pubblico. A novembre 1998 sono diventato professore associato presso l’Università di Ferrara e l’anno successivo a Trieste. Ero a quel punto convinto e sereno che lì la mia carriera si sarebbe stabilizzata. Del tutto inaspettatamente sono arrivati gli incarichi di presidente del corso di studi in Igiene, in Odontoiatria e Protesi dentaria, la direzione di dipartimento universitario, la presidenza del Collegio Docenti e il rettorato dell’Università di Trieste. Quindi, alla domanda se mi sarei aspettato la mia carriera la risposta secca è: assolutamente no! Ma forse le difficoltà iniziali e la contingenza di una professione e di un settore accademico giovane e in effervescente crescita ha paradossalmente reso più “facile” il mio percorso.

Prof. Gherlone, lei è laureato in Medicina ma ricorderà quanta resistenza venne fatta negli anni ‘80 all’istituzione del corso di laurea in Odontoiatria. Perché secondo il suo punto di vista?
Nel 1980 con il con il dpr n. 135 del 28/02 viene data la possibilità alle facoltà di Medicina e Chirurgia di istituire il nuovo corso di laurea in Odontoiatria e Protesi dentaria. Già dal 1978 esisteva una direttiva europea che obbligava gli stati membri a uniformare i titoli di studio per esercitare la professione odontoiatrica che, con la legge n. 409 del 1985 viene istituita ufficialmente, distinta da quella del medico, e viene creato il nuovo Albo Odontoiatri. Voglio ricordare che allora l’esame di Odontoiatria nella facoltà di Medicina era un complementare non obbligatorio, con pochi professori ordinari in tutta Italia. Inoltre questa professione era considerata di “serie B“, solo per coloro che avevano poca voglia di applicarsi e di studiare. Insomma un modo per fare denaro, salvo poi molti di questi fare da prestanome a odontotecnici che la esercitavano abusivamente. Il fatto di normarla, dandogli una sua legittima credibilità non solo clinica ma anche didattica, andava a turbare non pochi interessi che sfruttavano la figura del medico fallito, del dentista ignorante (che in tempi antichi veniva esercitata dal barbiere cerusico) per cercare di boicottarla. Devo dire che ci sono state molte resistenze verso la professione odontoiatrica, considerata priva di scientificità e una maniera di arricchirsi facilmente. Ricordo che, con l’eredità dei pregiudizi iniziali, i primi laureati venivano chiamati “odontopuffi”, ma per fortuna non è durato molto perché negli anni lo sviluppo dell’odontoiatria e il suo giusto riconoscimento, attraverso eccellenti risultati nella clinica, nella ricerca e nell’accademia, ha portato l’Odontoiatria italiana ad essere una delle migliori nel mondo. Addirittura negli ultimi anni siamo arrivati ad avere ben 7 magnifici rettori odontoiatri contemporaneamente. Direi che vanno anche ricordati i moltissimi opinion leader, clinici, ricercatori, le società scientifiche e le associazioni di categoria che hanno portato avanti la dignità a tutto tondo della professione odontoiatrica nell’interesse della salute e della cura dei nostri pazienti, che poi è il fine ultimo delle nostre attività.

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