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Il monito di Sergio Streva, quarant’anni di mestiere appassionato: «Inutile resistere al progresso, però non c’è futuro senza passato»

Claudia Nardi, Sergio Streva, Massimo Maculan.
R. Lombardo

R. Lombardo

lun. 2 marzo 2015

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Sergio Streva, 40 anni di professione vissuti appassionatamente. Ogni anniversario viene festeggiato con grandi complimenti, brindisi ed auguri si sprecano. Nel caso di Sergio, ogni complimento è meritato. Non parliamo qui di competenze ed esperienza ma di quel che si percepisce, conoscendolo. Non ha mai avuto il desiderio di essere il primo della classe e mettersi in mostra pur avendone le capacità, né desiderato palchi importanti. Ha sempre tenuto un profilo basso da persona modesta, ma ha anche e sempre desiderato trasmettere ai colleghi passione e conoscenze.

Lo si è visto distribuire bigliettini da visita non per proporre corsi a pagamento, ma per invitare in laboratorio i colleghi per “scambiare quattro chiacchiere” come ama dire lui. Regala semplicemente le sue conoscenze per il piacere di farlo. Chiamato il “metallaro” per la sua grande conoscenza in metallurgia, è ancora uno di quelli che ama fondere. Lo fermano per chiedergli consigli sulle temperature di fusione. Nell’augurargli altri 40 anni di lavoro vissuti con passione, abbiamo voluto porgli alcune domande per capire come questa passione gli sia nata dentro e l’abbia coltivata in questi quattro decenni.

Innanzitutto come è iniziata l’esperienza da odontotecnico?
Il 16 gennaio del ’75 lo ricordo ancora, bussai alla porta dello studio dentistico, dove ero in cura ortodontica chiedendo se potevo frequentare il laboratorio annesso. Il giorno dopo, cominciai. in barba alla superstizione: era venerdì 17. Ero già entrato in laboratorio rimanendo affascinato dalla tipologia di lavoro che si svolgeva. Dopo il diploma rimasi dipendente per circa otto anni ma decisi di avviare un'attività imprenditoriale con colui che è ancora il mio socio e in un’attività tuttora in essere.

Quali le esperienze più significative in questi anni?
La collaborazione con alcune ditte del settore, gli scambi di esperienze coi colleghi, i rapporti con alcuni clinici che continuano a darmi lo stimolo per tenermi aggiornato e migliorare la mia crescita professionale. A tutti questi fattori è sicuramente dovuta anche la mia crescita professionale. La collaborazione con le aziende mi ha dato la possibilità di evolvermi nella varie branche del settore, le basi per tenere corsi e conferenze in Italia e all'estero. Quanto agli scambi professionali coi colleghi negli anni ho frequentato gruppi di studio e lavoro con persone che mi hanno arricchito professionalmente. Vorrei citare alcuni nomi: Giancarlo Garotti che mi ha infuso la voglia di riprendere a studiare e la mentalità di provare e riprovare per ottenere il massimo da un materiale, Leonardo Ottaviani, amico e compagno di studio e di mille battaglie, Vincenzo Liberati, amico e collega con cui ho intrapreso da qualche anno una collaborazione basata su un interscambio di esperienze. Come clinico conosciuto a fine Anni Ottanta, Sergio Sergiani, che mi ha dato la possibilità di crescere applicando l'esperienza odontotecnica a quella clinica.

Hai quindi vissuto molte esperienze e gratificazioni. Quali per te le più importanti?
La prima che mi viene in mente è l’aver partecipato alla stesura del libro di materiali dentali in uso quest'anno nella scuola odontotecnica curando la parte della fusione e della metallurgia. Sono anche legato alle esperienze di volontariato effettuate come odontotecnico in Bosnia, Tanzania e Kenya.

Com’è cambiato il tuo lavoro in questi quarant’anni?
Ho vissuto crescita e cambiamento dell’odontotecnica. Dalla fusione con la fionda alle ultime tecnologie CAD, ho conosciuto il telefono in bachelite ed anche quelli di ultima generazione. Tutto in linea del resto con quel che accade intorno. Inutile pensare di essere immuni all'evoluzione . Per svolgere le lavorazioni CAD ritengo comunque decisamente importante il bagaglio dell'esperienza accumulata negli anni. Anche la macchina è “uomo dipendente”: un buon odontotecnico otterrà grandi vantaggi dalle nuove tecnologie, mentre un cattivo odontotecnico rimarrà tale.

E…per i prossimi quarant’anni cosa prevedi, come ti immagini?
Posso prevedere un Sergio Streva che farà combaciare la propria esperienza con le nuove tecnologie. Aspettatevi quindi un agguerrito vecchietto con il mouse in mano.

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