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Occhio ai comportamenti nello studio odontoiatrico. Il monito dal Congresso di Psicologia odontoiatrica

mar. 28 giugno 2016

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«Cambiare i comportamenti del team e del paziente, unico vero vantaggio competitivo per lo studio odontoiatrico». All’insegna di questo imperativo categorico si è svolto a Milano, il 24 giugno, presso il Centro Congressi San Raffaele, il secondo congresso di psicologia odontoiatrica nell’ambito della XII conferenza di Applied Behaviour Analysis, scienza che studia la predicibilità e gestibilità dei comportamenti umani.

Non è cosa frequente che un congresso in corso venga insignito di una medaglia al merito del Presidente della Repubblica, ma l’importanza del riconoscimento legato alla rilevanza (non solo odontoiatrica) del tema in esame è stato debitamente sottolineato da Fabio Tosolin. Presidente dell’Aarba (Association for Advancement of radical Behavoiur Analysis) nonché primattore del Congresso.

Tosolin ha battuto e ribattuto sul vero e unico tema, ambizioso ma scientificamente raggiungibile, dice, di «convincere la gente a fare quello che vuoi tu e a magari farglielo piacere». La frase è di Aubrey Daniels, che la coniò alla fine degli Anni Settanta per definire la gestione delle prestazioni (cd. performance management) ma è applicabile anche oggi e all’odontoiatria. Perché in tempi di crisi e di calo di pazienti, è vitale che il team odontoiatrico sia coeso e dia il meglio di sé, così come il saper indirizzare i comportamenti del paziente per ottenere buoni risultati, dati anche gli scenari competitivi attuali.

Ad ottenere la dedizione dei collaboratori e la fiducia dei pazienti non bastano, ammonisce Tosolin, capacità terapeutiche benché eccellenti e low cost, visto che «chiunque può ridurre un listino o sostituire un riunito e che tutti possono dotarsi degli stessi materiali tecnologie e know how. L’unico vantaggio competitivo che differenzia i piccoli studi come i grandi centri, ossia il comportamento nei suoi aspetti qualificanti (la velocità e la precisione) non si acquista, ma si costruisce, attraverso metodi scientifici». Da decenni la psicologia dimostra quali siano le tecniche di misurazione oggettiva e modifica dei comportamenti lavorativi propri e di tutto lo staff odontoiatrico ,con metodi scientifici di previsione e modifica non solo di qualsiasi comportamento, ma di chiunque.

Nell’ambito ortodontico, il problema della cattiva igiene, ad esempio, è talmente radicato e sentito che alcuni ortodontisti sono costretti ad interrompere la cura o a sospenderla. Partendo dall’interrogativo “perché il mio paziente non si lava i denti con costanza”, la Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia, l’Università di Ferrara attraverso Teresa Oliverio ha presentato una ricerca per valutare il miglioramento della compliance (adesione del paziente) mediante l’azione combinata di feedback, rinforzo positivo e token economy, tre momenti “tecnici” di sviluppo dell’adesione. A conclusione della ricerca si è rilevato che le strategie basate sulla prescrizione solamente orale fatta dall’ortodontista sono deboli o inefficaci, mentre si impone la necessita di introdurre nuovi sistemi per sostenere la motivazione nel lungo periodo.

Anche all’Istituto Galeazzi di Milano è stato fatta una sperimentazione comportamentale utilizzando il Behavour Based Safety, che ha comportato la presa in esame dei comportamenti di medici, infermieri igienisti, con rilevazioni prima e dopo. Quattro settimane dall’avvio del progetto l’incidenza delle modifiche comportamentali sui risultati è stata impressionante: la modifica adottata di semplici gesti come lavarsi le mani prima e dopo gli interventi, ad esempio, hanno portato ad una diminuzione abnorme di malattie infettive o di risultati operatori.

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