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Il diritto di vivere senza dolore

Michael Sultan

Michael Sultan

mar. 20 novembre 2012

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L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce il dolore come «un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno». Pur riconoscendo la sua esistenza, quello che l’OMS non menziona è che il dolore è, naturalmente, totalmente soggettivo, motivo per cui si configura come una sfida e un problema di salute pubblica universale.

Mai come oggi abbiamo una conoscenza approfondita sul dolore e sui suoi trattamenti, ma c’è una grande differenza tra il possedere una nozione e usarla invece per trattare e gestire il problema.
Credo fermamente che i professionisti del settore dentale in generale, e gli endodontisti in particolare, dovrebbero impegnarsi per il diritto di ogni paziente di non patire dolore e, tramite il nostro lavoro come professionisti appassionati, per comprendere la gestione del dolore acuto, se vogliamo fornire reali benefici emotivi e di salute ai nostri pazienti. Il 2011 è stato eletto come “l’anno mondiale contro il dolore acuto”, durante il quale l’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) ha pubblicato un documento che puntava all’inadeguata formazione degli operatori sanitari come uno dei principali motivi di sottovalutazione della gravità e del mancato riconoscimento delle opzioni di trattamento per il dolore acuto.
È dunque chiaro che, nonostante i progressi enormi effettuati con una vasta gamma di trattamenti medicali sofisticati e di opzioni non cliniche, restiamo noi parte del problema. Dobbiamo quindi, ora, diventare parte della soluzione.
Aumentando la nostra stessa consapevolezza e comprensione delle questioni che circondano la valutazione e il trattamento del dolore acuto, possiamo aiutare a educare i nostri colleghi nell’uso di anestetici e analgesici, in modo che si trovino in una posizione migliore per dare informazioni e aiuto ai propri pazienti, molti dei quali si dimostrano ancora riluttanti a utilizzare antidolorifici per paura di effetti collaterali sgradevoli o, addirittura, di dipendenza.
Il dolore è sia fisico sia emozionale, e ciò dimostra come sia di fondamentale importanza riconoscere che sia anche soggettivo, e che persone diverse hanno una soglia del dolore diversa, con capacità differenti nell’affrontarlo.
Curiosamente, l’Australian and New Zealand College of Anaesthetists (ANZCA), nell’elenco di una dichiarazione sui “Diritti dei Pazienti per la Gestione del Dolore”, mette al primo posto «il diritto di essere creduto, riconoscendo che il dolore è un’esperienza personale, con una grande variabilità tra le persone nella loro risposta a situazioni diverse che lo possono causare».
Il dolore acuto è la manifestazione di segnali nocivi provenienti da un tessuto danneggiato, ed è aggravato non solo dalla sensibilizzazione delle zone periferiche, ma anche dai cambiamenti nel sistema nervoso centrale. Lo stato emotivo spesso può avere un’influenza significativa sul dolore e aumentare il livello di angoscia e di impatto sulla qualità della vita. Il dolore è estremamente debilitante, rende la vita molto penosa a milioni di persone ogni giorno, e ci sono molte ragioni culturali, economiche e sociali alla base che devono essere prese considerazione.
Credo fermamente che la professione odontoiatrica debba lavorare in sinergia con il governo, i responsabili politici e i sostenitori della causa per assicurare ad ogni paziente la possibilità di accedere a un’Odontoiatria libera dal dolore. In alcuni casi questo significherà che i pazienti del Servizio Sanitario Nazionale dovranno ricevere il trattamento da specialisti odontoiatrici privati, questione sollevata dalla relazione “Steele”, che ha rammentato che i pazienti più poveri sono costretti ad accontentarsi di estrazioni e protesi, invece che di trattamenti di conservativa, lasciando le terapie canalari ai pazienti più abbienti.
Mentre non esiste alcun diritto, legalmente riconosciuto, a vivere senza dolore, ci sono persone che credono che i diritti stabiliti e riconosciuti a livello internazionale per la salute lo comprendano come una naturale conseguenza. Noi possiamo perlomeno incoraggiare una maggiore consapevolezza, una migliore istruzione e condivisione della conoscenza, nonché aumentare le aspettative dei pazienti a non soffrire più per il dolore.

 

Per ulteriori informazioni:
EndoCare: +44.0844.893.2020
Web:
www.endocare.co.uk

 

L'articolo è stato pubblicato sul numero 2 di Endo Tribune Italy 2012.

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