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Il futuro dell’ECM all’inizio del nuovo triennio: non tanto sanzioni, bensì stimolo alla qualità

S. Bottasso

S. Bottasso

dom. 8 gennaio 2017

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All’inizio di un nuovo triennio formativo ECM (Formazione Continua in Medicina), è d’obbligo fare il bilancio su quello appena concluso, nella speranza di potere, seppur con qualche difficoltà, individuare formule migliori per affrontare il nuovo. Dal convegno COGEAPS del 23 novembre 2016 sono emerse luci ed ombre di un sistema di formazione per profili sanitari che richiede da un lato, livelli di qualità e dall’altro, un forte impegno da parte di tutti gli attori.

Gli Organi di controllo preposti alla gestione di quella struttura organizzativa complessa che è l’ECM annunciano con soddisfazione i risultati della formazione in ambito sanitario relativi al trascorso triennio. Non si può non riconoscere del resto come tale sistema si stia affermando come attore importante nell’organizzazione sanitaria della Paese. Né, d’altro canto, si può non constatare il senso di obbligatorietà e il peso con cui molti professionisti della sanità percepiscono un sistema ancor oggi impregnato di formalismi e limitato talvolta da logiche accademiche.

Di qui il cambio di prospettiva che in questo nuovo triennio si vuole imprimere alla formazione permanente per i diversi profili sanitari e la proposta di sconto di crediti, per rendere appetibile un impegno di formazione che ormai tutti i professionisti della salute cominciano a considerare come bagaglio necessario per dare utile impulso alla propria attività professionale.

Per renderla sua parte integrante, occorre tuttavia che il meccanismo della formazione diventi “automatico”, obiettivo cui stanno lavorando gli attori ECM istituzionali e quelli privati. Lo sconto di crediti formativi non sempre è percepito come un incentivo al miglioramento professionale, ma al contrario, come un avallo al disimpegno. Lo sforzo di introdurre una nuova valenza alla formazione facendola diventare una parte integrante del biglietto da visita del professionista potrà portare a positivi cambiamenti come si augurano del resto gli Organi istituzionali e lo stesso cittadino.

Pur con le sue peculiarità e difficoltà, il sistema sanitario italiano si presenta con livelli di efficienza e talvolta di eccellenza di cui il Paese non può che andar fiero. Là dove la formazione si coniuga con l’efficienza organizzativa, emergono infatti eccellenze di cura a dimostrazione che il percorso intrapreso con questo sistema non può non pagare.

Novità importante del triennio è l’introduzione del dossier formativo individuale e di gruppo, una vera innovazione (al di là dei bizantinismi di calcolo del crediti formativi) sulla quale è bene che il professionista riponga la sua attenzione, perché su di essa si può giocare l’immagine professionale. Facendo fronte all’esigenza di specializzazione in un contesto utile a fornire risposte qualificate, lo strumento sarà oggetto in futuro, di un ulteriore approfondimento.

Agli Organi istituzionali va infine riconosciuto lo sforzo di trovare formule per avvicinare i professionisti al sistema ECM. Le misure sanzionatorie da mancata osservanza sono tenute ben presenti da tutti, anche se l’accento ad esse appare così sfumato da lasciar trasparire una applicabilità remota. Altra infatti è la filosofia di fondo emersa dal contesto del congresso COGEAPS e dai provvedimenti presi dalla Commissione Nazionale Formazione Continua: più che verificare la virtuosità di comportamento dei professionisti della salute nel Bel Paese, si tratta in realtà di incoraggiare alla formazione e di qualità.

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