BILBAO, Spagna: Sebbene le implicazioni sistemiche dei disturbi neuropsichiatrici siano ampiamente riconosciute, la loro connessione con una scarsa salute orale – e in particolare gli effetti diretti dei farmaci antipsicotici sul cavo orale – ha ricevuto relativamente poca attenzione. Colmando questa lacuna, un nuovo studio dell’Università dei Paesi Baschi di Bilbao ha fornito un’analisi approfondita degli effetti collaterali orali associati alla terapia antipsicotica. Lo studio ha rilevato che questi farmaci sono frequentemente collegati a disturbi del flusso salivare, infiammazioni e perdita dei denti, e che determinati principi attivi sono associati a condizioni orali specifiche.
Utilizzando il database europeo EudraVigilance, lo studio ha analizzato i sospetti effetti avversi orali segnalati in associazione sia con farmaci antipsicotici tipici (di prima generazione) sia atipici (di nuova generazione), identificando 5.663 casi legati ai farmaci atipici e 787 ai farmaci tipici. Sebbene i farmaci più recenti fossero associati a un numero complessivo maggiore di segnalazioni, i farmaci più datati hanno mostrato associazioni più forti con alcune specifiche condizioni della salute orale.
Le alterazioni del flusso salivare sono emerse come il problema più frequentemente segnalato, con xerostomia (secchezza della bocca) e ipersalivazione tra i disturbi più comuni. Olanzapina e quetiapina sono state spesso associate a xerostomia e perdita dei denti, mentre la clozapina ha mostrato una forte associazione con l’ipersalivazione, con 1.619 segnalazioni - il numero più alto per un singolo farmaco. Tutti gli antipsicotici, tranne la clozapina, sono stati collegati alla discinesia orofacciale, e l’aripiprazolo ha mostrato la correlazione più forte sia con questa condizione sia con l’edema della lingua negli adolescenti. Altre condizioni orali segnalate comprendono carie dentale, infiammazione delle ghiandole salivari e perdita dei denti. Non sono state osservate differenze significative tra i sessi nella frequenza degli effetti avversi.
Sebbene i risultati mostrino una chiara associazione tra l’uso di antipsicotici e le condizioni della salute orale, la coautrice dello studio, la dottoressa Nerea Jauregizar del Dipartimento di Farmacologia dell’Università dei Paesi Baschi, ha sottolineato che non è possibile confermare un rapporto di causalità. Questo perché i pazienti con disturbi mentali assumono spesso più farmaci, inclusi antidepressivi, ipnotici e terapie per condizioni sistemiche. Inoltre, scarsa igiene orale, abuso di sostanze e accesso limitato alle cure dentistiche sono più comuni in questo gruppo, aumentando il rischio di malattie orali.
Alla luce dei risultati dello studio, gli autori hanno sottolineato l’importanza di integrare l’assistenza orale nella gestione dei pazienti in terapia con antipsicotici. Ritengono che controlli sistematici della salute orale e un supporto mirato possano migliorare la qualità della vita, in particolare per le persone con schizofrenia, che spesso affrontano stigma e difficoltà nell’accesso alle cure. Le misure preventive dovrebbero concentrarsi sul garantire una buona igiene orale e abitudini di vita corrette, monitorare la funzionalità salivare, intervenire tempestivamente in caso di cambiamenti e promuovere una stretta collaborazione tra psichiatri e professionisti dentali per rilevare e gestire precocemente le complicanze orali.
Lo studio, intitolato “Oral adverse effects of antipsychotic medications: A case/noncase analysis of EudraVigilance data”, è stato pubblicato online il 21 aprile 2025 sulla rivista Oral Diseases, in attesa di essere incluso in un numero cartaceo.
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