Prof. em. Dr. Daniel Buser Global Key Opinion Leader, Switzerland, Dr. George Raeber Head of Global Product Management, SDIS, Straumann Group, Dr. Mikael Bonora Senior Global Product Manager Implant Dentistry at Straumann, Dr. Christian Jarry Associate Director Global Clinical Affairs at Straumann, Dr. Algirdas Puisys Global Key Opinion Leader, Oral Surgeon, Lithuania, Dr. Eglė Vindašiūtė-Narbutė Global Key Opinion Leader, Prosthodontist, Lithuania
Una nuova ricerca ha rilevato che le comunità microbiche che iniziano a formarsi all’interno degli impianti dentali al momento del posizionamento svolgono un ruolo cruciale nel modellare l’ambiente peri-implantare a lungo termine (Immagine: ronstik/Adobe Stock).
ANN ARBOR, Michigan, USA: Con il continuo aumento del numero di impianti dentali posizionati a livello globale, cresce anche l’importanza clinica di comprendere le malattie peri-implantari. Sebbene il ruolo dei biofilm batterici in queste patologie sia ben documentato, i processi microbici iniziali che influenzano lo sviluppo dell’ambiente peri-implantare non sono ancora completamente chiari. A fare luce sulla questione, una nuova ricerca suggerisce che i batteri intrappolati nella connessione dell’impianto sotto la vite di copertura al momento del posizionamento potrebbero avere un ruolo fondamentale nella formazione del microbioma peri-implantare e nell’influenzare gli esiti clinici futuri.
Nel loro studio, i ricercatori hanno analizzato il processo di colonizzazione microbica per un periodo di 12 settimane in 15 adulti sani che avevano ricevuto un impianto singolo, delimitato da denti naturali, con superficie micro-testurizzata, posizionato secondo un protocollo chirurgico a due fasi. I risultati hanno mostrato che il microbioma implantare si sviluppa in modo strutturato e non casuale, a partire dai batteri presenti all’interno della connessione implantare al momento del posizionamento.
Entro 24 ore dall’intervento chirurgico, specie come Streptococcus mitis e Prevotella hanno acquisito una posizione dominante e sono rimaste stabili per tutta la durata dello studio. Questi colonizzatori precoci hanno agito come nodi microbici centrali, guidando il reclutamento di specie aggiuntive attraverso similitudini filogenetiche — un processo definito dagli autori come “reclutamento nepotistico”. Nonostante perturbazioni esterne, come il posizionamento della corona protesica, il microbioma peri-implantare ha mostrato una notevole resilienza, tornando alla sua composizione di base nel giro di poche settimane.
Dal punto di vista funzionale, il microbioma iniziale ha mostrato una transizione verso processi anaerobici, pur mantenendo attività dipendenti dall’ossigeno - suggerendo un profilo metabolico distinto rispetto a quello dei denti naturali. Con il passare del tempo, il microbioma dell’impianto si è differenziato in modo significativo da quello della dentizione adiacente, indicando uno sviluppo microbico specifico per la nicchia implantare.
La dottoressa Purnima Kumar è una professoressa di parodontologia di fama mondiale con sede negli Stati Uniti (Immagine: Prof. Purnima Kumar).
«Questi risultati mettono in discussione l’idea che gli impianti acquisiscano semplicemente batteri dai denti vicini», ha dichiarato la professoressa Purnima Kumar, autrice senior dello studio e direttrice del Dipartimento di Parodontologia e Medicina Orale dell’Università del Michigan, in un comunicato stampa. «Al contrario, l’impianto ospita fin dall’inizio una comunità strutturata e autonoma - una comunità che potrebbe essere modulata per favorire la salute e prevenire la malattia», ha aggiunto.
I risultati supportano lo sviluppo di strategie mirate già al momento del posizionamento dell’impianto, come trattamenti antimicrobici, rivestimenti probiotici o priming microbico, per indirizzare la colonizzazione precoce verso uno stato stabile associato alla salute. Lo studio sottolinea inoltre l’importanza della salute parodontale prima della terapia implantare, poiché la semina microbica iniziale potrebbe influenzare l’ambiente peri-implantare a lungo termine.
Gli autori raccomandano che le ricerche future si concentrino sulla mappatura spaziale delle prime comunità microbiche peri-implantari e sullo sviluppo di strumenti diagnostici per monitorare gli eventi di colonizzazione precoce. Una comprensione più approfondita della successione microbica potrebbe contribuire a orientare la cura peri-implantare verso protocolli proattivi e preventivi, spiegano.
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