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Un nuovo studio fa luce sulle opinioni dei pazienti riguardo alla diagnostica IA in odontoiatria

Come confermato dal rapporto, il sentimento emergente tra i pazienti odontoiatrici è che la crescente funzionalità dell’intelligenza artificiale non dovrebbe sostituire, ma piuttosto integrare il processo decisionale umano (Immagine: Sanchai/Adobe Stock).

mar. 1 luglio 2025

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AARHUS, Danimarca: Con l’accelerazione dell’implementazione dell’intelligenza artificiale (IA) nel settore odontoiatrico, sembra emergere un consenso sempre più ampio sul suo ruolo corretto: questo strumento estremamente potente dovrebbe supportare e mai sostituire la valutazione e il giudizio umano. Finora, questo equilibrio intenzionale tra uomo e macchina è stato considerato principalmente dal punto di vista clinico, ma l’obiettivo di un recente studio multinazionale guidato da ricercatori dell’Università di Aarhus è stato quello di comprendere come i pazienti percepiscono questa relazione.

Come già approfondito in dettaglio da Dental Tribune International, una delle applicazioni cruciali dell’IA in odontoiatria è la diagnostica per immagini, in cui software supportati dall’IA sono in grado di identificare condizioni con accuratezza e rapidità, grazie all’addestramento su ampi set di dati visivi. Per capire come i pazienti percepiscono l’uso dell’IA in questo specifico ambito dell’odontoiatria, i ricercatori hanno condotto un’ampia indagine su 2.581 pazienti provenienti da Brasile, Danimarca, Francia, Norvegia, Portogallo e Stati Uniti.

Per quanto riguarda i risultati dello studio, è di fondamentale importanza che la grande maggioranza dei partecipanti ha espresso un giudizio positivo sull’IA come strumento di supporto, e non di sostituzione, dei dentisti. Hanno sottolineato l’importanza della supervisione umana, sollevato preoccupazioni riguardo alla privacy dei dati e messo in dubbio se l’IA possa aumentare i costi dell’assistenza sanitaria. Gli atteggiamenti variavano a seconda del luogo: i partecipanti in Brasile sembravano più aperti all’idea che l’IA potesse sostituire completamente i dentisti, mentre quelli in Danimarca e Norvegia erano più scettici riguardo alle sue capacità diagnostiche. Interessante notare che le persone con un livello di istruzione più elevato e una maggiore familiarità con l’IA tendevano ad avere maggiore fiducia nel suo potenziale, ma preferivano comunque una supervisione umana.

Parlando in un comunicato stampa dell’università, il coautore dello studio, il dottor Ruben Pauwels, professore associato presso il Dipartimento di Odontoiatria e Salute Orale dell’Università di Aarhus, ha dichiarato: «Abbiamo notato una lacuna nel dibattito. Spesso l’attenzione è rivolta ai dentisti e ai tecnologi, ma la voce dei pazienti è importante se si vuole implementare con successo l’IA».

«I nostri risultati mostrano anche quanto sia importante comunicare in modo chiaro quando e come utilizziamo l’IA e cercare attivamente opportunità educative sia per i professionisti che per i pazienti, affinché comprendano le capacità e i limiti dell’IA. Infine, abbiamo la responsabilità di valutare e convalidare continuamente i sistemi di IA per garantirne l’affidabilità e l’efficacia nella pratica clinica».

Lo studio, intitolato «Patient perceptions of artificial intelligence in dental imaging diagnostics: A multicentre survey», è stato pubblicato online il 13 marzo 2025 su Dentomaxillofacial Radiology, in attesa di essere inserito in un numero cartaceo.

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