Dental Tribune Italia raccoglie l’opinione del presidente dell’AIOP, Fabio Carboncini, sull’argomento.
Dott. Carboncini, come reagisce di fronte ad affermazioni del tipo “protesi fissa vs. protesi mobile”, che lasciano intendere un riferimento a due scuole di pensiero contrapposte?
La mia prima reazione è di disappunto. Non si può parlare di visioni contrapposte o di modi diversi di affrontare la riabilitazione protesica. Ogni bocca, ogni viso, ogni caso è unico e va studiato come tale. La riabilitazione protesica deve integrarsi dal punto di vista funzionale ed estetico. Le soluzioni protesiche non possono prescindere da un’accurata diagnosi, che permetterà di stilare il piano di trattamento più adeguato per il nostro paziente. Andranno valutati con attenzione prima di tutto i desideri e le esigenze del paziente, la quantità e qualità dei tessuti molli, i volumi ossei presenti, la necessità di supporto dei tessuti periorali e la fonetica. Questi sono solo alcuni dei parametri che un clinico valuterà per decidere il tipo di riabilitazione protesica da proporre per ogni singolo caso.
Una riabilitazione con protesi mobile può essere considerata la più economica?
Talvolta questo è vero, ma non sempre. Vale di sicuro per la protesi mobile tradizionale. La riabilitazione con overdenture su due impianti per la mandibola edentula è un trattamento economico ed efficace. Come già detto, i criteri di scelta sono complessi e un trattamento con protesi rimovibile può prevedere soluzioni più sofisticate attraverso l’utilizzo di impianti e della tecnologia CAD/CAM, solo per fare un esempio, che non possono essere definiti economici.
Per quanto riguarda il trattamento di pazienti totalmente edentuli, che cosa prevede potrà accadere in futuro?
Qualsiasi previsione non può che essere supportata dai dati epidemiologici. Sappiamo che la popolazione anziana è in notevole incremento e che nei prossimi anni aumenterà ancora di più il numero di pazienti edentuli. Potrei anche prevedere una maggiore digitalizzazione sia per la protesi mobile sia per la protesi fissa, ma questo è ormai un dato acclarato, come più volte ribadito nel corso del nostro ultimo Congresso AIOP Mediterraneo, che è stato dedicato all’odontoiatria digitale. Auspico soprattutto che i pazienti non restino edentuli, come purtroppo avviene in misura molto maggiore di quanto si possa credere. Purtroppo manca del tutto la percezione del dato reale, ma nei fatti più della metà dei pazienti edentuli ospitati nelle RSA – si stima siano decine di migliaia di persone – rimangono tali nonostante gli sforzi incredibili di tanti colleghi che si occupano di odontoiatria pubblica. Considerato che secondo la letteratura scientifica risulta sempre più evidente il rapporto fra funzione masticatoria e funzione cognitiva, si tratta di un dato da prendere in seria considerazione poiché è socialmente molto rilevante.
Nei congressi organizzati da AIOP la protesi mobile ha sempre molto spazio. Da cosa dipende? Tendenze cliniche, richiesta del mercato?
C–AIOP si occupa di odontoiatria protesica ed è un punto di riferimento internazionale per questa branca. L’Accademia ha sempre considerato la protesi totale come una disciplina fondamentale per acquisire le competenze utili a trattare pazienti completamente edentuli, anche quelli da sottoporre a terapie implanto-protesiche più complesse. La protesi totale viene giustamente considerata “la mamma di tutte le protesi” ed è per questo giusto darle lo spazio che merita nell’ambito dei nostri congressi. L’AIOP è la casa di tutti i professionisti, clinici e tecnici, che si occupano di odontoiatria protesica in tutti i suoi aspetti.
Abbiamo notato la nascita di AIOP Dentures. Ci può raccontare di che si tratta e perché è nata?
AIOP da sempre prevede la realizzazione di corsi di protesi totale nei suoi programmi culturali. Quest’anno, per la prima volta e per ribadirne l’importanza, l’Accademia ha programmato ben quattro appuntamenti dedicati alla protesi rimovibile, che abbiamo raggruppato sotto la sigla AIOP Dentures, sviluppando anche un logo dedicato.
Ci può raccontare invece la sua visione di AIOP tra 10 anni?
AIOP è da sempre una delle più importanti società scientifiche al mondo in campo protesico. Il prestigio e l’autorevolezza non potranno che continuare a crescere, prevedo che fra 10 anni sarà sempre più un’associazione leader a livello mondiale e riuscirà ad attirare ancora più partecipanti ai propri eventi, anche dall’estero. I nostri congressi sono seguitissimi – quasi 1200 persone erano presenti all’ultimo evento di Riccione, che non è l’avvenimento principale nella nostra programmazione annuale – e continueranno ad esserlo perché i dirigenti e i soci attivi sapranno mantenere altissimo lo standard delle manifestazioni culturali.
Per concludere vorrei rivolgere una domanda personale. Come si vede lei tra 10 anni?
Sinceramente preferisco pensare più a breve termine in questo momento. Mi vedo occupato nel prendermi cura delle cose importanti che forse ultimamente ho dovuto trascurare: la mia famiglia, il mio studio, il mio tempo libero.
La ringraziamo per l’intervista.
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