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Utilizzo clinico della scansione facciale in ambito odontoiatrico

Visualizzazione volto del paziente con articolatore virtuale.
M. Politi, G. Perrotti, T. Testori

M. Politi, G. Perrotti, T. Testori

ven. 24 ottobre 2014

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Oggigiorno, con l’avanzare delle nuove tecnologie digitali e 3D (tridimensionali), al clinico non è solo richiesto di essere bravo tecnicamente, ma è necessario che abbia nel suo know-how la capacità di saper utilizzare mezzi di comunicazione e di pianificazione appropriati. La realtà è strutturalmente tridimensionale ma in ambito diagnostico, fino a una decina di anni fa, le immagini venivano riportate in due dimensioni, sia che si trattasse di un esame radiografico osseo sia di un esame su tessuto molle.

La visualizzazione tridimensionale delle ossa mascellari e delle altre strutture che compongono lo splancnocranio è stata da tempo raggiunta con l’avvento dei software d’imaging dedicati, che permettono delle ricostruzioni 3D a partire da file DICOM. Mentre nella documentazione del caso ci si affida ancora a semplici fotografie bidimensionali eseguite in visione frontale, di profilo e di tre quarti.
È proprio in questo ambito che la moderna odontoiatria deve fare un passo in avanti.
Poter gestire il volto del paziente, associando un’analisi che permetta di eseguire una fase diagnostica preliminare, così da rendere subito evidenti le problematiche che dovranno essere affrontate, può essere considerato un tool strategico a disposizione di ogni clinico. L’articolo affronterà l’argomento della scansione 3D del volto grazie all’utilizzo di uno scanner facciale e verranno analizzati i vantaggi dal punto di vista comunicativo e diagnostico che questo tipo di acquisizione può fornire.

 

Leggi l'articolo completo nella sezione CLINICA > GENERAL DENTISTRY

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