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Un igienista dentale del terzo millennio tra passato, presente e futuro

Salvatore Russo

Salvatore Russo

lun. 22 gennaio 2018

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La recente istituzione dell’Albo degli igienisti ha fatto scaturire in molti l’impulso del “come eravamo”. Pubblichiamo oggi un ricordo approfondito di un professionista di successo dell’igienistica dentale che spinge molto lontano lo sguardo verso la “professione che sarà”.

Passato
Ricordo che quando fu istituito il Diploma universitario in Igiene Dentale, fine anni ‘80, la figura professionale che ne emergeva era considerata dai più, ed in primis dagli “addetti ai lavori”, una cosa del tutto inutile che sarebbe servita più che altro a creare dei futuri assistenti odontoiatrici con qualche nozione scientifica maggiore. Nessuna considerazione, spesso umiliati in quanto additati come “abusivi” (senza capire bene di cosa), non ci potevamo chiamare “dottori”. Anzi, quando ti presentavi a qualcuno e questo ti diceva “ma allora sei diventato dottore in Igiene dentale” sgranavamo gli occhi ed urlavamo “No, non mi chiami così, non lo sono” come se fossimo degli appestati. Quando vinsi il concorso per accedere agli studi al Fatebenefratelli di Roma (1991) ero già un odontotecnico titolare di laboratorio aperto subito dopo il diploma, nel 1983. Laboratorio tra l’altro molto quotato. Infatti i miei ex soci sono considerati tra i più brillanti odontotecnici in circolazione. Tutti mi dicevano «Cosa ci vai a fare, è una perdita di tempo e di soldi, non avrà mai futuro». Ma io non mi arresi, testardo come sono e amante delle sfide, intrapresi gli studi. Lavoravo a “marce ridotte” perdendo guadagni, studiavo la notte e finalmente nel 1994 conseguii il diploma universitario con il massimo dei voti. Il mio tirocinio?

Tre anni al reparto di Gnatologia diretto da Mario Martignoni, considerato ancor oggi un’icona mondiale dell’odontoiatria. In seguito, appena se ne presentò l’occasione, mi iscrissi e frequentai il primo corso istituito all’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” per la conversione del Diploma universitario in Laurea di I livello ed alla tesi fui valutato con un bel 110 con lode.

Oggi con il crescere del concetto di prevenzione unita con le moderne tecniche di conservativa odontoiatrica, molti dei miei ex colleghi odontotecnici che non hanno scommesso sul radicale e profondo cambiamento dell’odontoiatria hanno dovuto, purtroppo, chiudere il laboratorio oppure accorparsi tra loro poiché il numero di protesi dentali oggi, è spesso insufficiente per il mantenimento dei costi di gestione della propria attività  (segno che si previene di più e si estraggono meno denti).

Presente
Sull’esperienza passata e sicuramente per mantenere fede ad uno dei miei motti «Chi si ferma negli aggiornamenti è perduto» appena venni a conoscenza dell’esistenza della Laurea magistrale di II livello in Scienze delle Professioni Sanitarie Tecniche ed Assistenziali alla Sapienza non mi lasciai sfuggire questa occasione iscrivendomi immediatamente al relativo concorso di accesso agli studi.

Avevo oramai superato i 40 anni, avevo la mia bella realtà lavorativa, il mio cervello aveva perso “l’elasticità” tipica del 20enne necessaria per gli studi, i miei impegni famigliari cambiati, etc., ma dissi a me stesso «Proviamoci. Mal che vada farò sempre in tempo a ripensarci!».

Vinsi il concorso, intrapresi gli studi e con grossi sacrifici nel 2009 conseguii quest’altro prestigioso traguardo.

Siccome “l’appetito vien mangiando” al termine della laurea Magistrale mi iscrissi al Master di I livello della Sapienza in Tecnologie Avanzate nelle Scienze di Igiene Orale (egregiamente “capitanato” da Gianna Maria Nardi) che mi ha consentito di venire a conoscenza delle moderne tecniche cliniche della nostra professione. Nel frattempo vinsi il concorso come strutturato presso il reparto di Igiene dentale di patologia speciale del Policlinico di Tor Vergata dove fui anche docente per diversi anni all’omonima università.

A tutt’oggi, grazie al mio excursus professionale nonché al mio percorso formativo, sono passato da discente a docente di laser terapie e protocolli di prevenzione odontoiatrica in quel Master. Lo dico con una punta di orgoglio, anche e soprattutto in rappresentanza della mia categoria a dimostrazione che il sacrificio, l’abnegazione e il continuo aggiornamento alla lunga ripagano.

Futuro
Come vedo il futuro? Oramai tutta la Medicina verte sulla prevenzione. Anche a livello di Sanità Pubblica da anni si sono resi conto che un non malato fa risparmiare tanti soldi allo Stato rispetto al doverlo curare. E quindi? Secondo il mio punto di vista in un futuro non così lontano anche a livello pubblico apriranno sempre più reparti di Igiene dentale poiché “Prevenire è meglio che curare, non fa soffrire e fa molto risparmiare” anche in un’ottica di salute generale del corpo (visto che tutto entra dalla bocca, anche il cibo...) non solo quindi della cavità orale.

Oramai la ricerca scientifica ci fornisce quotidianamente correlazioni tra malattie croniche orali, quali la parodontite, e malattie cardiache, renali, diabete, etc. Quindi, se anche questa volta il mio sesto senso non mi inganna, il Dottore in Igiene Dentale, preparato e continuamente aggiornato, farà la differenza per il raggiungimento di questi nuovi obiettivi che l’odontoiatria moderna mondiale si è prefigurata.

Magari noi “diversamente giovani” non usufruiremo in pieno di questo cambiamento epocale già in atto, ma i giovani colleghi sicuramente. Mi auguro che queste mie parole e ottimismo riescano a infondere alle “giovani leve” del nostro settore una visione rosea del futuro ma più che altro un “vero e proprio orgoglio professionale” senza continuare a sentirsi, come spesso accade, operatori odontoiatrici di serie B. Il mio consiglio? Non fermarsi mai e credere sempre in ciò che si fa. Prima o poi il proprio momento arriva per tutti, basta essere pronti, coglierne i segnali e non lasciarselo sfuggire.

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