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Abbiamo il piacere di intervistare il dott. Valerio Bini, Odontoiatra ad indirizzo Estetico e di Cosmesi Dentale, Socio Attivo IAED (Italian Academy of Esthetic Dentistry), per poter capire quali siano a suo avviso le prospettive per l’Odontoiatria Estetica in una fase ancora complessa della pandemia da Covid-19.
Ormai è oltre un anno che siamo alle prese con la pandemia da Covid-19. Ci potrebbe dire quali sono state le problematiche che ha dovuto affrontare in questo periodo nella sua pratica quotidiana?
In un clima pervasivo di inquietudine, paura e instabilità soprattutto sociale, i cui riflessi si sono evidenziati anche nel campo libero professionale, la categoria Medico Odontoiatrica non è stata esclusa. Gli utenti odontoiatrici hanno infatti temuto in particolare il pensiero di affrontare le terapie orali, considerando l’impossibilità del “distanziamento sociale” medico-paziente, termine che trovo inesatto poiché preferisco “distanziamento di sicurezza”. Da parte dell’odontoiatra, essendo da sempre abituati ad affrontare quotidianamente l’attacco di agenti virali e batterici, esisteva di fondo una certa serenità ad affrontare il Covid-19 in virtù dei suffragati e comprovati protocolli di decontaminazione e sterilizzazioni attuabili presso le strutture odontoiatriche; ma probabilmente durante il primo lockdown la maggior parte di noi ha deciso di attendere ulteriori “Indicazioni Operative” da parte del Ministero della Salute, limitandosi a garantire l’operatività clinica diretta alle terapie con carattere di urgenza.
Dal mio punto di vista, ritengo che il rapporto umano, che da sempre accompagna il mio modo di professare, sia stato utile ad affrontare al meglio fino ad oggi questo anno di crisi economico-sociale; la fiducia che mi è stata accordata dai pazienti mi ha fatto vivere più serenamente questo periodo, sempre più consapevole che il mio piccolo team e la mia figura ha molto rassicurato il differire temporalmente alcuni interventi clinici, così come adattare altri iter terapeutici alle nuove tecnologie digitali quali la “Telemedicina Odontoiatrica Digitale”, termine che sarà sempre più fruibile nel linguaggio terapeutico presente e futuro.
Alcune ricerche hanno parlato dell’incremento dell’attenzione dei pazienti per l’estetica, sviluppatosi anche a seguito dell’utilizzo delle piattaforme di videoconferenza. Ha riscontrato attivamente questa esigenza nella sua pratica? Sono cambiate le esigenze estetiche dei suoi pazienti?
L’estetica è da sempre il “focus” del mio modo di fare odontoiatria laddove si renda utile finalizzare la clinica con particolare attenzione alle peculiarità e parametri di integrazione della composizione estetica dentale relativamente al sorriso e al viso. Sono certo che pazienti, volendo ricercare le migliori soluzioni per risolvere i loro inestetismi in epoca pre-Covid-19, ancora oggi confermino tale interesse, semmai valutando la possibilità economica momentanea o dilazionata temporalmente, considerando il momento di crisi economica sociale di cui sopra, che soprattutto i liberi professionisti devono saper valutare con attenzione. Il mio pensiero è che il paziente con esigenze estetiche, proprio in questo periodo di restrizioni nei rapporti sociali, ha ritrovato la spinta motivazionale nell’investire su se stesso, sulla propria immagine e sul proprio benessere, quasi a voler esorcizzare l’oscurità del periodo pandemico. Di certo una corretta informazione suffragata dalla miglior comunicazione, secondo me, è il miglior modo di fidelizzare eticamente il paziente estetico, ovvero il vero protagonista del mio studio professionale, fermo restando che, dal mio punto di vista, il miglior approccio psicologico rimane il punto cardine per poter ottenere l’armonia estetica di un sorriso.
Riguardo all’utilizzo delle piattaforme di videoconferenza dedicate ai professionisti, i webinar sono diventati degni sostituti di Congressi e Corsi live, anche se ovviamente si palesa la differenza dalle sessioni teorico pratiche. Personalmente, essendo stato relatore in uno di questi eventi on line, ammetto la mia grande difficoltà a non poter interagire con il collega utente in forma diretta, ma avendo superato i 60 anni, sono sicuramente destinato all’estinzione come relatore on line, mentre come fruitore posso continuare ad aumentare il mio know-how professionale. Quelli della mia generazione nel tempo hanno saputo adattarsi all’uso dei computer, mentre i giovani si possono definire “nativi digitali” e ciò ben si concretizza con il miglior futuro digitale odontoiatrico.
Tra le aziende del comparto odontoiatrico che hanno risentito meno, se non addirittura hanno incrementato i loro fatturati, troviamo le aziende del reparto ortodontico. A suo avviso questo fenomeno è stato incentivato dall’attenzione dei pazienti all’estetica o dalla grande digitalizzazione del settore?
Per quanto mi riguarda la risposta è scontata, essendo Invisalign Provider da parecchio tempo. Da quanto mi è dato di sapere, il brand Align ha ovviamente incrementato il proprio fatturato, poiché hanno saputo mettere a disposizione dei propri provider strategie che si sono dimostrate utili proprio durante le fasi dei primi lockdown nei diversi Paesi.
Infatti personalmente durante tale periodo ho potuto interagire con i miei pazienti attraverso gli step prescritti dal ClinCheck Invisalign e più recentemente con il Virtual Care, ovvero la soluzione che consente di restare virtualmente in contatto con il mio paziente potendo valutare i progressi del trattamento ortodontico, nel mio caso spesso pre-protesico estetico, eseguito con gli allineatori in plastica trasparente. Ogni iter terapeutico digitalizzato attraverso il ClinCheck quindi può essere controllato nella maggior parte dei casi, potendo interagire attraverso il web e la specifica App usando le immagini visibili in modo reciproco tra il paziente e il sottoscritto. Oggi i miei pazienti in terapia si sentono “coccolati” dalla possibilità, in caso di nuove restrizioni imposte dalle Istituzioni sulla limitate mobilità per motivi di salute e sicurezza, di rimanere in contatto con il proprio dentista, sentendosi garantiti nella continuità dei trattamenti, quasi paragonabile ad uno “smart working odontoiatrico”. Naturalmente questa digitalizzazione assume un grande valore di monitoraggio ma non può assumere un valore assoluto terapeutico, considerando il fatto che laddove sia necessario intervenire con stripping interprossimali o altre situazioni esclusivamente di pertinenza manuale, sarà necessario procrastinare tali manovre appena sia possibile.
Dopo anni come Socio Attivo della DDS (Digital Dentistry Society) ed esperto in ambito digitale, quali ritiene che possano essere gli sviluppi più significati per il futuro dell’odontoiatria digitale? Pensa che la pandemia da Covid-19 abbia accelerato in campo Odontoiatrico il passaggio alla completa digitalizzazione dello studio? Cosa consiglierebbe ai suoi colleghi che sono ancora restii a questo step?
Il Digitale è il Presente ed il Futuro! La mia risposta presenta un tono a carattere “imperativo” poiché l’utilizzo di Digital Devices e/o di Protocolli di Odontoiatria Digitale possono ormai tranquillamente essere la nostra quotidianità professionale, anche se ritengo che si possano ancora ridurne i costi.
Da molti anni uso il Digital Dentistry a partire dai protocolli di Smile Design, avendone perfezionato uno circa 10 anni fa (ADSD). A seguire hardware e software dedicati e non, tra i quali non ultima la scansione intraorale digitale. Da anni, infatti, a partire dalla prima visita, mi avvalgo di questo prezioso strumento che mi aiuta a comunicare con il paziente in primis, nonché con i componenti del mio team ed con i collaboratori. Ho sempre affermato, e tutt’oggi sono determinato a dire, che l’immagine digitale è uno strumento clinico vero e proprio, poiché la sua fruibilità ci permette di analizzare, diagnosticare, progettare, concertare e comunicare. Occupandomi personalmente in particolare di estetica, poter avere in tempo reale dati analitici e predicibilità disponibili con il team,permette la miglior visione interdisciplinare a cui segue il più efficace Approccio Multidisciplinare che si concretizza con il concetto di Face Aesthetic Medical Team.
In Odontoiatria Estetica il Digitale è ormai fondamentale e indispensabile, dalla fotocamera alla Cone Bean allo Scanner. L’importante comunque è non sostituire la comunicazione verbale con il digitale ma utilizzare la digitalizzazione delle immagini come complementare e integrazione alla comunicazione. Nelle mie relazioni ho sempre citato una frase del celebre scrittore Paolo Coelho: “possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”.
In risposta all’altra domanda relativa a cosa penso sulla possibilità che la pandemia da Covid-19 abbia accelerato in campo Odontoiatrico il passaggio alla completa digitalizzazione dello studio, il mio parere è che quando l’industria del dentale potrà permettersi di abbassare i costi degli hardware e software e quando l’Italia avrà nel proprio patrimonio territoriale le migliori infrastrutture con le quali garantire la miglior digitalizzazione ovunque, il Digitale sarà il “concept” dello Studio Odontoiatrico; nutro pertanto la speranza che questa epoca pandemica termini al più presto predisponendo al meglio il fabbisogno a tale indirizzo.
Il mio consiglio ai colleghi che si occupano di Odontoiatria Estetica e Cosmesi Dentale è di investire su queste tecnologie, poiché la curva di apprendimento non è più così tortuosa come agli inizi; inoltre poter “mostrare” con immagini digitali al paziente è ormai la miglior comunicazione, esattamente paragonabile alla fruibilità dei selfie.
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