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All’incontro di Milano, organizzato da UNIDI il 31 marzo per “fare il punto” sul dentale, Roberto Rosso, presidente Key-Stone, anticipando l’indagine che presenterà a Expodental Meeting, ha fornito le prime cifre significative, confermando senz’altro la ripresa.
«Un primo segno positivo – dice – è stato colto alla fine del 2014, ma talmente striminzito da poter apparire effimero. Il 2015 ha chiuso con un +4% di gran lunga più robusto, anche se calcolato al netto di implantologia, ortodonzia e leghe preziose, che hanno lasciato posto, queste ultime, ai materiali e ai servizi CAD/CAM. Entro metà maggio – prevede – avremo una situazione completa, che verrà presentata durante il tradizionale evento UNIDI di sabato 21 maggio a Rimini».
Venendo ai segnali strutturali di crescita cui aveva accennato, Rosso precisa che «è doveroso suddividere i consumi dalle attrezzature, poiché le dinamiche che contraddistinguono questi due ambiti sono molto diverse. Da una parte – dice – si tratta del valore di ciò che gli studi e i laboratori italiani consumano, direttamente dipendente dal numero di pazienti e di trattamenti effettuati. Dall’altra, gli investimenti in tecnologie sono strettamente connessi al livello di fiducia di dentisti e odontotecnici, che decidono di fare importanti acquisti, funzionali allo sviluppo e all’innovazione della propria attività. Investimenti – sottolinea Rosso – non direttamente collegati alla mole di lavoro, ma più all’opinione che gli operatori posseggono circa il proprio futuro».
Riferendosi al grafico qui pubblicato (Fig. 1), Rosso analizza l’andamento delle tendenze di questi due business a partire dalla chiusura del 2012, primo vero anno di crisi del dentale, cioè di recessione, dopo un 2011 di gran lunga il migliore di sempre.
«I dati indicati in Fig. 1 – spiega – sono rappresentati da due linee, una azzurra per il trend delle apparecchiature e una rossa per il consumo». Gli andamenti appaiono in realtà piuttosto distinti: molto più omogenee e stabili le tendenze del consumo, decisamente cicliche e con curve repentine quelle dell’attrezzatura.
«Ciò si spiega con la natura del business – dice Rosso –. Nel caso del consumo si tratta di tutto ciò che occorre quotidianamente allo studio e al laboratorio per produrre. Sarebbe strano vedere curve particolarmente accentuate. Le attrezzature invece, con valori medi per singolo acquisto più alti, possono avere andamenti più eterogenei, anche perché condizionati dal clima di fiducia complessivo degli italiani, che risponde a fattori esogeni al dentale, per loro natura ciclici. Nel complesso, quindi, si legge un certo recupero globale, ma, soprattutto per i meno avvezzi ai temi economici, vale la pena ricordare – sottolinea Rosso – che crescere dopo un periodo recessivo è abbastanza semplice, poiché si parte da una base inferiore. Ben diverso è recuperare oggettivamente i valori assoluti di partenza».
In Fig. 2, Rosso afferma di aver fatto un interessante esercizio: «Tenendo come base fissa il miglior anno, ovvero il 2011 – spiega – si nota come nonostante i numerosi risultati positivi degli anni successivi al 2012, i valori precedenti alla crisi siano lungi dall’essere raggiunti».
Considerando, infatti, anche la grande difficoltà dell’implantologia di recuperare i valori pre-crisi (anche per aspetti intrinseci alla categoria merceologica che vede i prezzi medi ridursi strutturalmente) e nonostante il +1,5% del 2014 e il +4,1% del 2015, il settore fa marcare un valore assoluto a -2% circa rispetto al 2011. «Una ripresa quindi senz’altro interessante, supportata come già anticipato dal diffondersi del digitale, ma il recupero vero non è ancora stato realizzato. Stando ai dati del primo trimestre, il 2016 – prevede Rosso – potrebbe probabilmente essere l’anno della riscossa».
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