Search Dental Tribune

Previsioni per il settore odontoiatrico nel 2025

Maurizio Dr. Quaranta, Advisor ADDE e Dental Business Consultant.

dom. 19 gennaio 2025

salvare

Per fare delle previsioni per il 2025 non posso esimermi da una retrospettiva che ci indica come la dinamica deflazionistica, attivata nel 2023 e proseguita per quasi metà del 2024, dovrebbe aver concluso la sua fase discendente cosa che, unitamente ad un PIL attestatosi intorno all’unità percentuale, ha fatto sì che il 2024 sia stato un anno segnato da una stabilizzazione.

I segnali di ripresa ci sono stati e sono stati anche evidenti, ma il settore ha dovuto misurarsi con sfide importanti per il cittadino italiano che hanno ulteriormente segmentato il mercato odontoiatrico con significative differenze non più solo tra Nord e Sud, bensì tra grandi città ed aree meno centrali, in mezzo a nuove sfide demografiche come le mutate esigenze in positivo del segmento di mercato relativo silver economy rispetto all’evaporazione di un ceto medio che non riesce più a proiettarsi in ascesa sociale sia per reddito che per consumi effettivi. Tradotto in soldoni, il monitoraggio alla “pompa di benzina” della distribuzione italiana, certifica che nel 2024 le vendite di materiale di consumo hanno confermato i segnali di ripresa per quanto le attrezzature abbiano invece segnato il passo, anche se questo segnare il passo delle vendite sulle attrezzature era previsto e prevedibile dopo tutti questi anni di significativi incentivi. Se le previsioni per il 2024 le avevo rappresentate con un andante ma non troppo, le previsioni per il 2025 le posso definire come moderatamente ottimistiche con un’economia che crescerà sempre intorno all’1%. Questo, ovviamente, nonostante permangano le diverse incognite legate alle divergenti politiche monetarie mondiali che non hanno ancora decisamente imboccato la strada della riduzione dei tassi di interesse, mentre siamo in presenza della potenziale concretizzazione delle politiche sui dazi promesse dal nuovo presidente degli Stati Uniti d’America ed operiamo in mezzo alle incertezze politiche della locomotiva d’Europa e dei cugini d’oltralpe, senza che si possa trascurare gli effetti delle varie guerre sull’economia.

Più in dettaglio, quindi, possiamo prevedere che il fatturato nel 2025 per il settore odontoiatrico si attesterà sulla cifra di un miliardo e quattrocento milioni di euro, ovviamente sempre riferito al monitoraggio a valle del comparto distributivo; consolidamento che, parallelamente, comporta che si possa arrivare a considerare il fatturato del comparto nei confronti del paziente intorno ai nove miliardi di euro. Questa razionalizzazione potrebbe farci pensare che il nostro futuro sia da percorrere comodamente, esattamente come in autostrada; non è così,  perché la segmentazione del mercato, la pianificazione gestionale degli studi, la digitalizzazione, il workflow e la prorompente stampa 3D, ancora una volta, saranno fondamentali per il risultato in un mondo odontoiatrico che è già cambiato e che continua a cambiare ad una velocità pazzesca tanto che, multicanalità, IOT (Internet of Things), economia 4.0 ed economia X.O hanno permesso a Margvelashvili Malament (Assistant Professor Tufts University) di affermare che sia i medici che gli odontoiatri non saranno mai sostituiti dai computer, pur comprendendo che sia i medici che i dentisti che non usano le nuove tecnologie saranno sostituiti dai colleghi che invece lo fanno. Infine, proprio mentre salutavamo il 2024, abbiamo visto che sia il concordato preventivo fiscale che l’agognata neutralità fiscale hanno giocato un ruolo negativo nel 2024, pur producendo nel 2025 effetti positivi proprio grazie al D. Lgs192/2024.

Cosa è successo? È successo che nel 2024, questi due provvedimenti, hanno contribuito a far segnare il passo agli investimenti in attrezzature mentre nel 2025, soprattutto grazie alle aggregazioni di studi monoprofessionali o di studi associati in società, verranno riconsiderati tutti o quasi gli investimenti tenuti in sospeso nel 2024. Sono infatti parecchi gli studi sopra citati che, forti del fatto che questo D.Lgs 192/2024 non avrebbe più assoggettato a tassazione il valore dichiarato dal libero professionista in fase di trasformazione piuttosto che di conferimento, si trasformeranno definitivamente in STP societarie. Non c’è più nulla da aggiungere perché oggi, e finalmente, è lampante il fatto che il libero professionista possa liberamente trasformare la sua attività monoprofessionale o di studio associato in una società senza più vedersi riprendere a tassazione i valori di queste operazioni. Lo stesso dicasi per i conferimenti. La neutralità fiscale viene quindi finalmente a sanare una sperequazione di trattamento fiscale che vedeva sfavoriti i liberi professionisti, rispetto alle società. Non resta che agire.

 

Tags:
To post a reply please login or register
advertisement
advertisement