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Passaggio generazionale 2020: si aprono nuove opportunità

Alfa Photostudio/Shutterstock
Patrizia Gatto

Patrizia Gatto

mar. 26 maggio 2020

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Già nell’ultimo anno, ben prima dell’inaspettata condizione attuale dovuta alla pandemia covid-19, si era parlato della possibilità di un’improvvisa carenza di professionisti sanitari a causa del loro vicino pensionamento. Un numero davvero consistente. Il problema principale sembrava essere proprio la difficoltà di un passaggio generazionale in cui l’odontoiatra in pensionamento avrebbe ceduto il suo studio a un collega: infatti, sono sempre di più i professionisti che preferiscono operare come consulenti in diversi studi piuttosto che assumersi la titolarità di un proprio studio odontoiatrico.

Nel passato questo problema era minimo perché esisteva un elevato passaggio generazionale dello studio privato medico o odontoiatrico a componenti della famiglia che decidevano, più o meno volontariamente, di proseguire l’attività medico-imprenditoriale familiare. Ormai da alcuni anni questa situazione è mutata e sono diversi i fattori in gioco.

I cambiamenti culturali ed economici hanno stravolto alcuni parametri essenziali che permettevano il trasferimento alle generazioni successive dello studio dentistico. Tra questi, i punti principali sono:

1) Non tutti hanno dei diretti eredi a cui proporre la continuità del proprio studio;

2) La grande libertà di scelta delle nuove generazioni del percorso di studi fa sì che molti figli, nipoti o parenti prossimi degli odontoiatri o dei medici, non scelgano la stessa professione, vuoi inseguendo la propria indole volta a studi universitari e professioni di natura diversa, vuoi perché la professione medica implica un grande impegno morale (senso di missione), di tempo, di investimento e di gestione;

3) Le nuove generazioni frequentemente considerano la vita adulta come un insieme di soddisfazioni di bisogni e al lavoro è dato il valore di attività che non debba assorbire completamente lo spazio personale;

4) La formazione attuale medica ed odontoiatrica dei giovani è molto tecnico-specialistica e i giovani sembrano appassionati alla loro specializzazione (chirurgica-implantologica, ortodontica, conservativa-estetica, digitale) , mentre la competenza generale del medico orale, del diagnostico, del titolare di un piano di trattamento è relegato ad altri. Meglio dunque diventare consulenti a cui è affidato direttamente il piano di trattamento in strutture di terzi spesso molto grandi;

5) Alcuni giovani che avrebbero voluto rilevare degli studi esistenti e non sono “figli d’arte”, non hanno, in questo mondo di crisi economiche perenni, le possibilità finanziaria (e le banche non certo aiutano) di rilevare uno studio.

Perché oggi ribadire questi tratti caratteristici, messi in rilievo negli scorsi due anni da analisi, studi e commenti prestigiosi? Perché il post Covid-19 cambia molto.

E’ vero che tanti odontoiatri avevano intenzione di andare in pensione, alcuni stimano 10.000, e che già si temeva che da un esubero professionale si sarebbe giunti a una carenza. Molti speravano di vendere la propria struttura a terzi al fine di monetizzare il frutto del proprio lavoro, gli investimenti, il pacchetto di pazienti sapientemente gestito. Una sorta di “liquidazione” a proprio beneficio, in cui è compreso anche un vantaggio per i pazienti della propria zona che non si vedono traferire altrove lo studio dentistico a cui hanno affidato le proprie cure, perché i dentisti sono capillari nel territorio, esistono in quasi ogni paesino, come un ufficio postale. Un riferimento importante e per certi aspetti ancora poco considerato e “sfruttato” dalle classi politico-sanitarie.

Oggi a chi si vende? Non è facile. Chiudere e rinunciare a tutti i benefici economici ma anche morali della propria professione? Ecco perché il tema del passaggio generazionale trasversale diventa fondamentale.

I giovani odontoiatri hanno bisogno di credere di nuovo nell’attività libero professionale ed imprenditoriale e gli esperti maturi medici-odontoiatri potrebbero pensare a un graduale e lungimirante avvicendamento della propria attività trasferendo la propria esperienza e condividendo tempo e lavoro con giovani che da parte loro possono dare un supporto con le competenze digitali e del futuro.

Entrambe le parti, pur trovando inevitabili compromessi, potrebbero garantire soddisfazioni, evoluzione e crescita e i pazienti di ogni luogo potrebbero vedersi garantite le prestazioni. Inoltre, il periodo ci sta facendo apprezzare i servizi e il lavoro più di “prossimità” e tutto sembra darci nuove e creative opportunità. Come sempre affidarsi a esperiti consulenti può trasformare questa valutazione nella propria individuale realtà. Come spesso accade il veleno può trasformarsi in medicina.

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