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Malmö, Svezia – Secondo nuove ricerche dalla Svezia, potrebbe presto essere disponibile un metodo innovativo per stimolare la formazione di osso intorno agli impianti. Nello sperimentare gli effetti cellulari e molecolari degli impianti in lega di magnesio nelle fasi iniziali di integrazione dell’impianto, i ricercatori hanno scoperto che il rilascio di magnesio favorisce una rapida formazione di osso e l’attivazione di segnali osteogenetici intorno agli impianti posizionati in osso osteoporotico.
«Abbiamo osservato che il materiale dell’impianto si è degradato dopo aver formato calcio e fosfato, elementi da cui è costituita la struttura ossea», ha affermato la ricercatrice e dottoranda Silvia Galli della Facoltà di Odontoiatria dell’Università di Malmö all’emittente pubblica Sveriges Radio. Utilizzando impianti a base di magnesio che si dissolvono completamente nel tempo anziché quelli in titanio, potrebbe essere migliorata l’osteointegrazione nei pazienti osteoporotici.
L’impiego di impianti a base di magnesio potrebbe costituire potenzialmente una soluzione anche per il ripristino del cranio dopo le fratture facciali, promuovendo una nuova formazione di tessuto osseo nel momento in cui l’impianto si dissolve nel tempo. Secondo Galli, la quantità di metallo impiegata negli impianti è così insignificante da non lasciare nel corpo alcuna traccia dell’evento traumatico e alcun effetto collaterale per i reni, o addirittura scongiurando la necessità di una seconda procedura chirurgica per rimuovere l’impianto.
«Finora il metodo è stato testato solo in modelli animali e avrà bisogno di ulteriori ricerche prima di procedere con i test clinici sui pazienti umani», ha sottolineato il prof. Lars Magnus Bjursten dell’Università di Lund nell’intervista radiofonica. Tuttavia, ha dichiarato che è importante cercare sempre nuove alternative, in particolare in ortopedia, e il magnesio sembrerebbe essere un materiale valido.
In questo progetto di ricerca non è stata, invece, ancora affrontata la questione se questo metodo potrebbe potenzialmente aiutare l’osteointegrazione intorno agli impianti dentali.
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