Spesso il paziente è sconcertato perché non sa quale decisione prendere per la propria salute, perché ha più piani di trattamento da diversi professionisti. La scelta diventa dunque essenzialmente emotiva; scegli chi ti è più simpatico, chi ti ha trattato con più gentilezza, indipendentemente dalla professionalità o dalla capacità di chi ti curerà. Questo sconcerto e confusione nel paziente è causato essenzialmente dal fatto che i professionisti non spiegano che esiste una sola diagnosi e differenti piani di trattamento. Per essere più chiari esistono diversi modi per raggiungere lo stesso obbiettivo.
Impostando il rapporto con il paziente sulla trasparenza si possono spiegare le varie possibilità illustrando i vantaggi e gli svantaggi di un approccio terapeutico rispetto all’altro, per poi consigliarlo a fare una scelta migliore che è sempre individuale e specifica per il singolo paziente. Contestualizzando il nostro astratto pensiero con un esempio pratico nel nostro campo: se un paziente si presenta con la mancanza di alcuni denti o di tutti i denti (edentulia totale) le possibilità terapeutiche sono almeno quattro:
- Non fare nulla;
- Applicare protesi rimovibili. Queste sono protesi che si devono rimuovere per eseguire una corretta igiene orale e possono essere parziali, (sostituiscono pochi denti) oppure totali (tutti i denti) le famose dentiere;
- Ponti fissi;
- Implantologia.
Tutte queste possibilità hanno una propria valenza, una loro dignità e possono rappresentare la giusta terapia per uno specifico paziente. Infatti le protesi, i denti che l’odontostomatologo ripristina, dovrebbero avere tre requisiti: funzionalità, estetica e facilità di pulizia.
Questi obbiettivi possono essere raggiunti anche con trattamenti poco sofisticati e poco invasivi, quali le protesi mobili. L’accettazione psicologica delle protesi mobili è un altro discorso, completamente diverso dalla funzionalità e dall’estetica e bisogna tenerne conto perché il lato psicologico è molto importante.
Una protesi totale rimovibile anche se funzionale ed esteticamente piacevole è vissuta dai alcuni pazienti come l’inizio di un processo d’invecchiamento inevitabile, invece altri pazienti sono contenti e felici e si sentono dei ragazzini con la stessa dentiera. Il non proporre nulla sconcerta ancora di più il paziente che si aspetta sempre un trattamento. È come andare dal medico che non ti prescrive nessun farmaco. Ti dice che va tutto bene, che devi solo fare più esercizio e una dieta regolata per ridurre il sovrappeso, ma il paziente esce scontento perché vuole il farmaco. Lo stesso si verifica in odontoiatria: se ad un paziente a cui manca un dente in zona non estetica con l’occlusione (la chiusura dei denti) stabile, senza deficit funzionale, proponi di non riposizionare il dente mancante, quel paziente di solito lo mandi nello sconcerto più totale. Vi ricordo che attualmente non c’è evidenza scientifica che la mancanza di alcuni denti possa causare problemi in altri distretti corporei ed essere l’unica causa del mal di schiena. Alcuni pazienti con la mancanza di alcuni elementi dentali non hanno nessun problema funzionale in bocca o in altri distretti. In altre parole sono perfettamente sani anche con la mancanza di un dente.
Alla fine arriva l’implantologia, che rappresenta una fantastica possibilità terapeutica, dopo che tutte le altre soluzioni sono state valutate e non sono state scartate a priori, perché l’implantologia è di moda e tutti i pazienti devono avere i denti fissi anche se non ci sono le condizioni per poter eseguire una corretta implantologia.
Insomma i pazienti sarebbero meno confusi e sconcertati se il professionista dedicasse loro più tempo in fase di prima visita, e spiegasse loro che esiste una sola diagnosi e differenti piani di trattamento per raggiungere lo stesso obbiettivo.
L'editoriale è stato pubblicato sull'edizione di italiana di implants international magazine of oral implantology 02/20.
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