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Osteointegrazione: uno studio sull’efficacia della medicina omeopatica

Paolo Visalli

Paolo Visalli

mar. 7 giugno 2011

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Recentemente è uscito un lavoro di Rubens Spin-Neto, pubblicato sulla rivista Homeopathy 2010,99,(4):249, che dimostra come la somministrazione del farmaco omeopatico, di origine vegetale, symphitum officinalis, possa aumentare l’apposizione di nuovo osso intorno a microimpianti in titanio inseriti nelle tibie di ratti maschi.

Il medicamento è indicato per il trattamento delle fratture ossee.
In effetti, la preparazione dell’alveolo chirurgico è un atto che guarisce dal momento dell’inserzione dell’impianto nello stesso modo in cui guarisce l’osso in seguito ad una frattura. Pertanto, è ipotizzabile come una terapia coadiuvante il periodo dell’osteointegrazione possa giovarsi della somministrazione di questo farmaco di origine naturale privo di effetti collaterali.
In questa ricerca, condotto da Rubens Spin-Neto e collaboratori, viene valutata l’efficacia del symphitum diluito e dinamizzato, perché in dose ponderale potrebbe risultare epatotossico. Nello studio venivano trattati con il rimedio omeopatico 32 topi impiantati, mentre altri 32 topi impiantati facevano parte del gruppo di controllo, rimanendo quindi privi di somministrazione di symphitum. Sono state effettuate diverse analisi biochimiche su entrambi i gruppi, tra cui ALT e AST, per evidenziare l’eventuale tossicità del farmaco. Lo scopo del presente studio è volto a dimostrare l’aumentata densità ossea nella zona di impianto in topi trattati con l’omeopatia rispetto al gruppo di controllo. Gli autori si sono serviti di radiografie digitali di controllo su sei punti intorno al microimpianto, effettuate a partire dal giorno dell’inserimento dei microimpianti (RX iniziale), fino ad un massimo di 56 giorni di distanza (RX finale), epoca in cui avveniva il sacrificio delle cavie.
Il sacrificio è avvenuto rispettivamente dopo 7, 14, 28 e 56 giorni. L’efficacia del trattamento è stata valutata anche con il torque di rimozione dei microimpianti. Lo studio ha evidenziato la maggior efficacia del trattamento con symphitum officinale nei primi 14 giorni. Le analisi biochimiche ALT, AST E ALP sono state effettuate soltanto ai ratti sacrificati il 56° giorno e hanno evidenziato mancanza di tossicità del rimedio omeopatico e l’aumentata produzione ossea (ALP).
Sarebbe interessante effettuare uno studio anche sull’uomo tenendo presente la mancanza di effetti collaterali e i potenziali benefici.
Paolo Visalli
Fonte: Homeopathy. Volume 99, Issue 4, October 2010, Pages 249-254.

Per info e gruppo di studio:
odointegrata@hotmail.it

 

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