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Da studio dentistico a “studio estetico”. L’evoluzione della medicina estetica in odontoiatria

mer. 18 giugno 2025

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Il tema della medicina estetica all’interno degli studi dentistici continua ad essere tra i più dibattuti in ambito odontoiatrico. In KEY-STONE, abbiamo realizzato due importanti ricerche intorno a questa tematica: una sugli studi dentistici e l’altra sui pazienti. Oggi ho il piacere di presentarvi alcuni dati particolarmente significativi emersi grazie a queste ricerche.

Studi dentistici e Medicina Estetica
La recente conversione in legge del DL Bollette (decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34) ha ridefinito le modalità di esercizio della medicina estetica, consentendo agli odontoiatri di eseguire trattamenti estetici non invasivi o mininvasivi su tutto il viso. Questo cambiamento normativo ha aperto nuove opportunità per il settore odontoiatrico, ma qual è l’effettiva propensione dei dentisti italiani a integrare tali trattamenti nella loro offerta? In KEY-STONE abbiamo effettuato una ricerca in due fasi (luglio 2023 e autunno 2024) per monitorare l’interesse degli studi dentistici in questa disciplina. Dalle interviste condotte nel 2023 sul panel di titolari di studi odontoiatrici KEY-STONE (un campione di 400 studi) il 15% dei partecipanti all’indagine ha dichiarato di eseguire già alcuni di questi trattamenti, sia pur in modo occasionale e a volte supportati da medici specializzati in questo ambito, e un ulteriore 19% aveva in programma di integrare tali trattamenti nel prossimo futuro.

Mettiamo ora a confronto i risultati delle due fasi della ricerca e vediamo come lo scenario è cambiato nell’ultimo anno. I risultati mostrano un incremento del peso di studi che offrono trattamenti di medicina estetica, anche solo occasionalmente. Questi trattamenti vengono effettuati sia direttamente da odontoiatri opportunamente formati, sia da collaboratori medici specializzati, perfezionati in questo ambito (Grafico 1).

Grafico 1

Un dato interessante riguarda la diminuzione della porzione di studi prospect, ossia gli interessati ma non ancora operativi in quest’ambito. Ovviamente, una parte di questi professionisti ha deciso di integrare tali trattamenti in studio nel 2024, mentre un’altra ha scelto di non includerli nella propria offerta. Attualmente, il 51% degli studi dentistici intervistati non è interessato alla medicina estetica, un dato che rispecchia una fase di maturazione del mercato. Nei primi anni, molti studi hanno visto l’estetica facciale come un’opportunità di crescita e differenziazione. Ora, la maggior parte di chi voleva entrare nel settore lo ha già fatto e una parte degli indecisi di allora sembra aver deciso per l’esclusione di tale disciplina dalla propria offerta ai pazienti.

I nuovi ingressi in questo ambito saranno, quindi, più lenti e probabilmente legati a fattori specifici (innovazioni, richieste dei pazienti, nuove normative). Gli studi che già praticano medicina estetica potrebbero trarre vantaggio dalla maturazione del mercato attraverso strategie di consolidamento, come una maggiore specializzazione o il miglioramento della comunicazione per attrarre quei pazienti che ancora esitano. Dal punto di vista geografico, la pratica della medicina estetica orofacciale risulta più diffusa nel Centro Italia (18%) e ancor più nel Sud e nelle Isole (25%). Anche la dimensione dello studio e la grandezza della città in cui opera l’odontoiatra giocano un ruolo determinante: il 22% degli studi che offrono questi trattamenti è di grandi dimensioni, mentre il 24% si trova in centri urbani con oltre 500.000 abitanti.

Seppur il campione di odontoiatri che praticano l’estetica facciale sia ancora limitato, è interessante notare che il trattamento più comune è l’iniezione di filler a base di acido ialuronico, eseguito da tutti coloro che si occupano di estetica orofacciale. Questo tipo di trattamento è utilizzato principalmente per il volume delle labbra (100%) e per la correzione delle rughe periorali (92%). Anche la tossina botulinica sta guadagnando terreno: il 54% degli odontoiatri che effettuano trattamenti estetici la utilizza, con una distribuzione piuttosto uniforme indipendentemente dal numero di zone trattate (tra il 52% e il 56%) (Grafico 2).

Grafico 2

Per comprendere le possibili evoluzioni del settore, può essere utile analizzare la situazione in Spagna, un Paese che presenta molte analogie con il sistema odontoiatrico italiano e che spesso anticipa le tendenze estetiche a livello europeo. Secondo un recente studio KEY-STONE, il 27% degli odontoiatri spagnoli pratica già trattamenti di estetica orofacciale, una percentuale significativamente più alta rispetto al 15% registrato in Italia. Inoltre, il 38% del campione ritiene che questi trattamenti possano essere eseguiti liberamente in studio, senza doverli necessariamente associare a cure odontoiatriche, mentre il 47% li propone solo in combinazione con terapie dentali. Infine, il 15% degli intervistati si oppone all’integrazione della medicina estetica negli studi dentistici.

Un ulteriore dato interessante riguarda la collaborazione con specialisti esterni: in Spagna, il 20% degli studi odontoiatrici si avvale regolarmente di un esperto che esegue i trattamenti estetici direttamente in studio. Questi dati offrono spunti di riflessione per valutare il potenziale di crescita della medicina estetica all’interno degli studi odontoiatrici italiani. Tuttavia, per comprendere meglio l’evoluzione del fenomeno nel tempo, saranno necessari ulteriori approfondimenti e analisi di mercato.

Pazienti e medicina estetica
Per analizzare la domanda, è stato fondamentale coinvolgere direttamente la popolazione. Tramite l’indagine OmniVision Salus, KEY-STONE ha intervistato 3.000 adulti tra i 20 e i 74 anni. Dalla ricerca emerge che:

  • poco meno del 3% degli intervistati ha effettuato nella propria vita trattamenti di medicina estetica (escludendo chirurgia plastica e trattamenti estetici professionali);
  • meno dell’1% ha effettuato regolarmente trattamenti di medicina estetica nell’ultimo anno, parliamo quindi di numeri estremamente bassi (dalla ricerca 0,7%) per poter misurare statisticamente il fenomeno, che rimane di nicchia.

Per quanto riguarda la disciplina dell’estetica facciale svolta presso studi dentistici, la percentuale che dichiara di sottoporsi a tali trattamenti (effettuati dall’odontoiatra o da un medico estetico che collabora con lo studio), anche solo occasionalmente, è di circa l’1,1% degli intervistati. Nonostante la limitatezza del campione, si può notare che i trattamenti più comuni includono l’utilizzo di riempitivi, in particolare per il miglioramento estetico delle labbra (Grafico 3).

Grafico 3

Un altro dato rilevante è la presenza di un 6,7% di pazienti prospect, potenzialmente interessati a trattamenti di medicina estetica presso studi dentistici. Di questi:

  • il 4% si sottoporrebbe a trattamenti di estetica facciale solo se fossero eseguiti da un medico estetico collaboratore dello studio;
  • il 2,7% accetterebbe che fossero realizzati direttamente dall’odontoiatra, purché opportunamente formato.

Una percentuale pari al 27,6% dichiara invece che si rivolgerebbe esclusivamente a un medico estetico, rifiutando la possibilità di effettuare questi trattamenti presso uno studio dentistico. Questo pone una sfida cruciale per la comunità scientifica e l’industria: formare odontoiatri in grado di garantire standard elevati di sicurezza e qualità, rispondendo alle necessità di una popolazione sempre più informata ed esigente.

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