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Nuova nanotecnologia per migliorare il ripristino osseo in pazienti dentali

L’uso di impianti dentali in pazienti con bassa qualità ossea è spesso arduo. Una nuova nanotecnologia potrebbe ora aiutare i dentisti nel trattare tali pazienti. (Fotografia: Lighthunter/Shutterstock)

lun. 25 gennaio 2016

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ANN ARBOR (Michingan). Una nuova tecnologia sviluppata all’Università del Michigan potrebbe esser d’aiuto per migliorare la cura dei pazienti affetti da perdita di tessuto osseo. È stato elaborato un polimero che trasporta una molecola specifica per ferite ossee e che “dice” alle cellule esistenti nella lesione, di riparare i danni. La nanotecnologia potrebbe quindi migliorare la cura implantare o favorire il recupero di pazienti affetti da malattie parodontali.

MicroRNA, una piccola molecola di RNA “non codificante” che si trova nelle piante, in animali e in alcuni virus, dà risultati promettenti nella ricerca clinica quale agente terapeutico in varie malattie, come cancro e malattie infiammatorie. Secondo i ricercatori potrebbe anche migliorare la rigenerazione ossea.

«Il microRNA istruisce le cellule attivando meccanismi di guarigione e osso-costruzione» spiega Peter Ma, professore di Odontoiatria e coordinatore del progetto. «È generalmente molto difficile per i microRNA aprire una breccia nella parete cellulare» dice. Tuttavia, il polimero-sfera sviluppato dal docente e dai suoi colleghi, consente alla molecola di RNA di entrare facilmente nella cellula favorendo il ripristino osseo.

Il vantaggio della nuova tecnologia è che usa cellule esistenti per riparare le ferite e quindi riduce la necessità di introdurne estranee, operazione difficile da attuare che può provocare il rigetto delle cellule estranee o lo sviluppo di tumori.

La riparazione ossea è particolarmente difficile in pazienti con problemi di guarigione. Di perdita ossea e problemi funzionali associati, nel mondo soffrono a milioni. Ma con le attuali tecnologie è ancora difficile far crescere e rigenerare tessuto osseo di alta qualità per applicazioni specifiche.

«La nuova tecnologia da noi sviluppata apre le porte a nuove terapie: utilizza DNA e RNA nella medicina rigenerativa arrivando a trattare altre complicate malattie umane» dice Ma. In odontoiatria e chirurgia maxillo-facciale sono previste varie, possibili applicazioni, perché «potrebbe giovare ai pazienti con osteoporosi, così come a quelli sottoposti a chirurgia o ad interventi di rispristino».

«L’utilizzo di impianti per il ripristino delle funzioni dentali è spesso arduo nei pazienti con bassa qualità ossea. Questa tecnologia invece può rigenerare l’osso in pazienti con scarsa possibilità di guarigione consentendo il loro inserimento» ha dichiarato Ma a Dental Tribune Online. Anche i pazienti con parodontite potrebbero beneficiare della scoperta: «Spesso la malattia parodontale si risolve in una perdita dei denti causata dalla diminuzione dell’osso di sostegno del dente. La nostra tecnologia ‒ dice ‒ può sfociare in un ripristino dell’osso di sostegno del dente o in un consolidamento di quelli che altrimenti cadrebbero».

Intitolato “Cell-free 3D scaffold with two-stage delivery of miRNA-26a to regenerate critical-sized bone defects” il documento è stato pubblicato il 14 gennaio online sulla rivista “Nature Communications”.

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