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La nanotecnologia può migliorare l’integrazione dei tessuti molli agli impianti dentali

I ricercatori hanno applicato nanopori alla superficie del titanio e hanno scoperto che essi hanno migliorato l’associazione con i tessuti molli (Immagine: DenDor/Shutterstock).

mer. 2 settembre 2020

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BRISBANE, Australia: Garantire la formazione di un solido sigillo di tessuto molle sulla superficie dell’abutment è fondamentale per proteggere il tessuto sottostante dall’ambiente orale ricco di microbi. Negli ultimi anni, la nanotecnologia è stata sempre più applicata in odontoiatria. Ora, i ricercatori dell’Università del Queensland hanno applicato i “titania nanopores” (TNP) alla superficie del titanio. Lo scopo della ricerca è quello di modificare gli impianti dentali con nanopori per migliorare l’integrazione dei tessuti molli e la guarigione delle ferite.

«La scarsa integrazione tra l’impianto e il tessuto circostante è una delle cause principali del fallimento di un impianto dentale», ha detto il dottor Karan Gulati, della scuola di odontoiatria dell’università, in un comunicato stampa. «Se la sigillatura tra l’impianto e il tessuto gengivale circostante si rompe, i batteri possono entrare nell’impianto e causare infezioni».

Come soluzione a questo problema, il team di ricerca ha proposto la realizzazione di nanopori - fori del diametro di 40-80 nm - per coprire l’intera superficie dell’abutment dell’impianto dentale. Utilizzando l’anodizzazione elettrochimica, i ricercatori hanno fabbricato meccanicamente dei TNP robusti su superfici in titanio. Questi sono stati confrontati con i controlli clinicamente rilevanti sul titanio, ed è stata osservata una migliore vitalità cellulare sui TNP. Secondo Gulati, le cellule dei tessuti molli si sono attaccate bene ai nanopori, con il risultato di una migliore formazione del sigillo dei tessuti molli.

L’insuccesso degli impianti dentali rappresenta un onere economico e sanitario in Australia, ha sottolineato Gulati. «Il tasso di fallimento degli impianti dentali è generalmente compreso tra il 5% e il 10%, e per i fumatori può arrivare fino al 20%», ha detto. «La perdita di un impianto è più comune nei pazienti anziani, i fumatori, le persone con scarsa igiene orale, e quelli con altre patologie, come il diabete e l’osteoporosi», Gulati ha spiegato. Pertanto, l’insuccesso dell’impianto aumenta ulteriormente l’onere finanziario per i pazienti, dato che vi sono spese aggiuntive oltre al costo dell’impianto originale.

Gulati spera che le sperimentazioni umane comincino l’anno prossimo: «Abbiamo ottimizzato i protocolli e le terapie, ora siamo pronti a trasformare la ricerca in realtà». Gulati ha aggiunto: «Attualmente siamo alla ricerca di finanziamenti che ci permettano di acquistare ulteriori attrezzature e di reclutare personale in modo da poter iniziare la sperimentazione clinica».

Lo studio, intitolato "Anodized anisotropic titanium surfaces for enhanced guidance of gingival fibroblasts", è stato pubblicato nel numero di luglio 2020 di Materials Science and Engineering: C.

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