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Odontoiatri e altre professioni scendono in campo il 13 maggio a Roma per il ripristino dell’equo compenso

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lun. 1 maggio 2017

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«Parteciperemo alla manifestazione del 13 maggio consapevoli che si tratta di un primo passaggio, l’attività vera dovrà essere svolta presso i Partiti e in Parlamento. Senza di ciò la manifestazione si ridurrà a un video di propaganda dei soliti noti». Lo afferma il Presidente del Movimento Forense Massimiliano Cesali il quale, riferendosi alla partecipazione delle altre categorie professionali (ingegneri, architetti, medici ecc.) dice che «è un bene ci sia un risveglio collettivo delle coscienze delle professioni, perché la pressione nei confronti della Politica sarà ancor maggiore e si contrasterà la logica del divide et impera che troppo spesso ci ha visto vittime di scelte a solo danno dei cittadini».

Questo il parere del Movimento Forense, ma potrebbe essere anche quello dei medici i quali si preparano a scendere in campo anch’essi perché comune con gli altri professionisti l’interesse da salvaguardare: ossia il ripristino dell’equo compenso delle prestazioni. L’idea di unirsi per ristabilirlo scaturisce da una pronuncia della Corte di Giustizia Europea (sentenza n. 532/15), secondo cui quando si parla di professioni intellettuali, i minimi tariffari inderogabili in ambito europeo sono legittimi.

«A maggior ragione – commenta i presidente Cao nazionale, Giuseppe Renzo – quando viene in gioco la salute, come nel caso delle cure odontoiatriche, dove esistono costi incomprimibili legati alla sicurezza e qualità dei materiali, della strumentazione, delle condizioni igieniche e di lavoro. Quando si gioca al ribasso sui costi delle cure – osserva Renzo – si gioca, quando va bene, con il portafoglio dei pazienti, che credendo di risparmiare subiscono invece danni fisici ed economici. Quando va male, si mettono a repentaglio la loro salute e vita».

La normativa che ha sostanzialmente abrogato le tariffe professionali minime si sta rivelando uno strumento di pressione e di mortificazione nei confronti di tutti i professionisti, non soltanto degli avvocati e dei dentisti. «Tutte le professioni – dice Renzo – sono chiamate a una battaglia da combattere insieme per vedere approvata una nuova legge che li tuteli maggiormente in campo tariffario senza renderli succubi dei committenti specialmente quando abbiano un elevato potere economico».

Annunciando l’adesione dell’ANDI alla manifestazione gli fa eco il presidente Gianfranco Prada il quale, sottolineato che il giusto compenso è un principio che deve valere ancor di più per i professionisti che si occupano della salute, si richiama ai giovani neolaureati «costretti a collaborare in strutture odontoiatriche, anche convenzionate con il SSN, per 7 euro l’ora a scapito della qualità della prestazione e a rischio della salute del paziente».

La reintroduzione di un tariffario minimo di riferimento «non viene fatta per tutelare i professionisti – puntualizza Prada – ma per dare ai pazienti la possibilità di capire il valore di quella particolare prestazioneı» visto che l’abolizione del tariffario minimo ha tolto questa possibilità. Chiaro il riferimento alla Legge 248 del 2006 che cancellando le tariffe minime ordinistiche, ha aperto alla liberalizzazione della pubblicità: «Oggetti a spot pubblicitari martellanti – commenta il presidente Aio, Fiorile – i pazienti sono a rischio inganno».

«Non è possibile – osserva – che una prestazione a poche centinaia o decine di euro sia qualitativamente adeguata ed eseguita secondo i protocolli scientifici. In questi dieci anni – commenta – abbiamo purtroppo assistito al crescente svilimento di una professione molto particolare rispetto alle altre. Il nostro lavoro è salute e non può essere svenduto né essere strumento d’inganno».

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