Il comunicato diramato al termine della recente Assemblea CAO è particolarmente duro nei confronti dei tentativi delle associazioni odontotecniche che nelle audizioni presso la Commissione Affari Sociali della Camera per il DDL Lorenzin hanno reiterato la richiesta del profilo professionale.
Sul tema riportiamo il commento del Presidente Nazionale ANTLO, Massimo Maculan
Il nesso tra profilo e abusivismo è un evergreen per il Presidente CAO che dimentica (ma più presumibilmente fa finta di dimenticare) alcuni fatti. Nel 2001 ha dato il proprio assenso in rappresentanza della FNOMCeO ad un testo di profilo più pregno di contenuti in quanto alle competenze dell'odontotecnico. Evidentemente – come nel recente caso della querelle sulle autorizzazioni come da verbale del GTO pubblicato sul sito del Ministero – ha dato l'assenso a sua insaputa.
Opporsi all'attività odontotecnica fra le professioni sanitarie è una costante del Presidente CAO…
Non proprio. Sempre nel 2001 ha dato il proprio assenso – evidentemente sempre a sua insaputa – anche per la regolamentazione dell'attività odontotecnica fra le professioni sanitarie. Il carattere "sanitario" dell'attività odontotecnica si deduce peraltro dal contesto normativo e fattuale in cui attualmente è regolamentata e viene esercitata. In più – ma anche qui il Presidente CAO fa finta di dimenticare – per ben due volte il Consiglio Superiore di Sanità si è pronunciato favorevolmente in tal senso, a meno che non si consideri il CSS un covo di abusivi.
Il Presidente CAO però conduce da anni una lotta senza quartiere contro l'abusivismo
Delle sue gesta, in tal senso, è da rammentare l'illuminante indagine dalla quale sono risultati in attività ben 15.000 abusivi, un’indagine fondata su incontestabili evidenze scientifiche. Se poi andiamo sul fenomeno che genera, copre e sfrutta l'abusivismo – “il prestanomismo” – non troviamo uno straccio di iniziativa concreta, né dati reali sui procedimenti avviati dalle CAO Provinciali per contrastarlo. Non l’abbiamo sentito tuonare nemmeno contro lo scippo perpetrato con destrezza al Senato, nell'aprile 2014, per cancellare le sanzioni contro i prestanome. Da certe cattedre quindi non accettiamo lezioni.
Nell'ultimo comunicato CAO si fa cenno al profilo come "sanatoria dell'abusivismo pregresso"
Sulle vere sanatorie, quelle consumate ogni giorno nel silenzio più assoluto e complice, le prove derivano dalla difficoltà di fornire i dati delle CAO Provinciali sui procedimenti contro i prestanome. Per quanto riguarda, poi, l'ultima trovata ("sanatoria dell'abusivismo pregresso") questa risulta essere solo un "non senso" logico e soprattutto normativo. Tuttavia, di "non sensi" e "illogicità" è costellato tutto l'iter del profilo e le prese di posizione CAO in questi anni. Quando si disciplina un’attività prevedendo possibili nuove competenze ed un più alto percorso formativo si deve per forza arrivare all’equipollenza/equivalenza dei titoli per consentire a quanti esercitano al momento della nuova disciplina di poter continuare a esercitare. È quanto avvenuto in molti dei casi delle 22 attività disciplinate in forza del DLGS 502/92 come professioni sanitarie, prevedendo – se del caso – misure compensative.
Ma allora perché tutta questa contrarietà del Presidente CAO rispetto al profilo?
Ciò che più indigna non sono tanto le argomentazioni addotte, alcune davvero risibili, quanto l'uso strumentale che è stato fatto e si continua a fare del profilo come "arma di distrazione di massa" verso altri problemi dell'odontoiatria, per conservare posizioni di effimero potere e/o per le lotte interne al mondo odontoiatrico. Non ci si deve quindi stupire se alle votazioni del rinnovo degli organi CAO vanno il 10-15% degli aventi diritto, con tutto ciò che ne consegue in termini di effettiva legittimazione. D'altra parte, lo stato in cui versa l'odontoiatria italiana è sotto gli occhi di tutti. Ma tant'è…
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