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L’importanza dell’occlusione

P. Bausch

P. Bausch

mar. 28 gennaio 2014

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Il corretto restauro fisiologico dell’occlusione presenta diverse sfide sia per il clinico sia per il tecnico. Anche il più piccolo precontatto, anche di pochi micron, può causare disfunzioni nel sistema masticatorio del paziente. In odontoiatria restaurativa, le proporzioni dell’occlusione sono in costante cambiamento.

È quindi essenziale, per il bene del paziente, capire e monitorare la funzione dei denti in occlusione statica e dinamica. La verifica interdisciplinare dei sintomi e del trattamento è una parte integrale della pratica quotidiana.
Quindi, si consiglia caldamente di controllare l’occlusione durante il trattamento.

L’occlusione e i potenziali effetti dell’interferenza occlusale sui pazienti
Ogni restauro, estrazione, dispositivo protesico e trattamento ortodontico cambia l’occlusione statica e dinamica. La più piccola interferenza occlusale, anche di pochi micron, ha un’influenza negativa sui proprio-cettori del sistema stomatognatico. Questo può causare bruxismo (digrignamento o clenching) che può portare a problemi funzionali nel sistema cranio-mandibolare. Gli effetti sono denti, parodonto, muscoli e condili sovrasollecitati.
È importante non solo rilevare, ma anche evitare ulteriori problemi funzionali nel sistema cranio-mandibolare. Anche la minima interferenza all’occlusione abituale può causare diversi problemi per il paziente. Un problema funzionale grave, come il digrignamento o il clenching, nel lungo termine può diventare cronico.
I pazienti con nuove otturazioni, corone e ponti, o che si sono sottoposti a un trattamento ortodontico, che lamentano i sintomi tipici (sindrome della disfunzione cranio-mandibolare) dovrebbero sottoporsi a un esame specifico dell’occlusione. I contatti prematuri spesso sono fastidiosi, in quanto i propriocettori sono sensibili alla pressione. Il paziente cercherà di compensare l’interferenza occlusale adottando nuove posizioni abituali, con conseguenze per le strutture tissutali interessate.

Posizione per il restauro occlusale
La posizione della mandibola è essenziale per qualunque tipo di restauro occlusale.
Per lo più i pazienti vengono trattati nella loro posizione abituale della mandibola, che è la posizione corretta per la maggior parte dei pazienti. Per i pazienti con restauri più complessi o che soffrono di problemi all’ATM (articolazione temporo-mandibolare), è essenziale un nuovo posizionamento fisiologico della mandibola. Nella maggior parte dei casi, l’occlusione centrica è la nuova posizione terapeutica.
La relazione centrica è la posizione della mandibola rispetto alla mascella, con il disco intrarticolare in posizione, quando le teste dei condili mandibolari sono contro la parte più superiore dell’inclinazione distale-frontale della fossa glenoide (cioè, i condili mandibolari sono nella loro posizione più superiore e anteriore).
Per l’occlusione bilanciata in posizione statica, il paziente dovrebbe avere sufficienti contatti ABC su ciascun quadrante in posizione intercuspidale. In questa posizione, i denti delle arcate antagoniste raggiungono la completa intercuspidazione e sono in massimo contatto tra loro.

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L’influenza fisiologica dei contatti interferenti iniziali
Per la maggior parte dei pazienti, la posizione abituale della mandibola in massima occlusione è la posizione preferita per il restauro occlusale. Però, anche un piccolo contatto prematuro interferente di soli 20 μ può innescare una reazione di compensazione, portando la mandibola in una nuova posizione fisiologica. Questa è una reazione naturale del nostro sistema biologico per evitare che forze maggiori si concentrino in una sola area.
Per esempio, se mentre si mangia qualcosa si mastica un granello di sabbia, automaticamente la mandibola viene portata in una posizione differente per proteggere i denti.
Un “granello di sabbia” permanente (interferenza occlusale) può innescare un sovraccarico per il sistema biologico e in questo caso il paziente avrà raggiunto la sua capacità massima di compensazione. I sintomi dolorosi diventano quindi cronici.

Il restauro occlusale
Al fine di ricostruire l’occlusione fisiologica, è essenziale la corretta identificazione visiva dei punti di contatto. I materiali per il controllo dell’occlusione (carte d’articolazione), con l’effetto di un progressivo trasferimento del colore, sono utili per identificare le forze occlusali nella posizione abituale di intercuspidazione. Le aree con carichi di forza maggiore possono essere identificate mediante marcature più scure e con maggior contrasto. Queste marcature indicano anche i contatti iniziali. Le aree con marcature di colore meno intenso indicano contatti con forze occlusali inferiori o aree senza contatti. A un esame più ravvicinato, queste marcature sembrano un piccolo cerchio. Il centro del punto di contatto ha un colore più chiaro.
Il bordo di colore più intenso del punto di contatto non è parte del contatto. Solo la parte centrale di colore più chiaro è la vera area di contatto.
Per l’equilibrio occlusale, devono essere modificate solo queste aree. Per un’occlusione bilanciata, il paziente dovrebbe avere sufficienti contatti ABC in ciascun quadrante.
Le correzioni occlusali possono essere additive o sottrattive. Se è necessaria la modifica della relazione occlusale in un paziente che ha digrignato i denti per un lungo periodo di tempo, questa può essere impegnativa in quanto il paziente potrebbe già aver perso una parte significativa di tessuto dentale duro. Per trattare un paziente di questo tipo, può essere indicato uno splint (occlusione additiva).

Conclusioni
La ricostruzione di un’occlusione fisiologica è essenziale per il funzionamento complesso dell’intero sistema stomatognatico. Per registrare e analizzare il complesso movimento della mandibola, sono disponibili diversi dispositivi elettronici. Oltre a questi strumenti, è essenziale una comprensione basilare del design biomeccanico di una superficie occlusale. Oggi, abbiamo un’ampia selezione di diversi indicatori di occlusione per visualizzare queste strutture biomeccaniche. Le carte per il controllo dell’occlusione impregnate di colore, in combinazione con sottili pellicole per la verifica dell’occlusione, sono ottimizzate per il controllo visivo della relazione occlusale tra mascella e mandibola.

L'articolo è stato pubblicato sul numero 3 di CAD/CAM Italy 2013

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