L’importanza della medicina di genere in odontoiatria

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L’importanza della medicina di genere in odontoiatria

Filippo Graziani (© Filippo Graziani)
Alessandro Genitori

Alessandro Genitori

gio. 9 maggio 2019

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Intervista a Filippo Graziani, Presidente della Federazione Europea di Parodontologia (EFP).

La medicina di genere, si ha davvero consapevolezza delle grandi diversità tra uomini e donne, sia a livello di trattamento che di approccio diagnostico.
Per quanto riguarda le differenze tra uomini e donne, è importante sottolineare che la medicina moderna ha preso consapevolezza delle differenze di genere, ed è ben strutturata per quanto riguarda patologie prettamente influenzate dalla sfera ormonale. In questi ambiti esiste già una medicina dedicata e specialistica per ambo i sessi, sia a livello di diagnosi che di terapia. È interessante invece sottolineare il fatto che, sempre di più, si scoprono nuove correlazioni verso la medicina di genere anche in altre realtà mediche, tra cui per esempio l’odontostomatologia e la parodontologia, dove è importante avere la cognizione che ci sono diversità importanti tra uomini e donne per quello che è lo sviluppo di alcune patologie legate al cavo orale, nonché per i possibili trattamenti.

Quali possono essere le principiali differenze da poter identificare, soprattutto in ambito odontoiatrico?
In ambito odontoiatrico in senso ampio ci sono molte differenze e sicuramente per quanto riguarda la sfera paradontale queste sono molto accentuate. Andando più nel particolare e prendendo in esame la gengiva, parte integrante delle mucose del nostro organismo, bisogna riconoscere come questa è fortemente influenzata dalle componenti ormonali. In questo contesto bisogna quindi avere la consapevolezza che nella medicina di genere femminile si assiste a un importante fluttuazione ormonale. Tale fluttuazione sappiamo cambiare nelle varie fasi della vita, e in particolare nella fase di maturità della vita sessuale che gli estrogeni raggiungono dei picchi importanti. Esistono una serie di fasi, come pubertà o gravidanza, che possono essere associate a rischi accentuati di malattia paradontale. Per esempio, durante la pubertà, le ragazze sono tre volte più colpite dei ragazzi da forme di patologie parodontali. Il motivo ancora non è del tutto chiaro, e questo denota la strada che deve ancora essere fatta, ma sappiamo che da un lato nella donna adolescente si nota un grande cambiamento nella vascolarizzazione, e dall’altro si ha un aumento dei batteri associati alla parodontite. Nell’età adulta il ciclo mestruale ha un impatto per quelle che sono le relazioni con la patologia: chi ha cicli irregolari tende ad avere anche maggiore infiammazione gengivale, e quindi mostrare un aumentato rischio di parodontite. Infine, a seguito di menopausa, le donne affette da osteoporosi presentano una maggiore tendenza allo sviluppo di malattia paradontale. Pertanto durante la vita, nelle sue fasi, la donna è sottoposta a delle vere e proprie sfide biologiche per la sua salute parodontale.

A livello europeo ci sono stati dei significativi passi avanti, anche per quanto riguarda la donna in gravidanza. Può parlarmene meglio?
A livello europeo abbiamo condotto un progetto molto importante sulla salute gengivale nella donna in gravidanza. Questo percorso nasce dalla volontà di mettere in luce il pericolo, durante la gravidanza, di poter avere una maggior possibilità di sviluppare patologia parodontale, poiché proprio lo sviluppo del feto è correlato a una variazione di ormoni estro-progestinici che innalzano l’infiammazione. Infatti, durante la gravidanza, praticamente tutte le donne soffrono di “gengivite gravidica”, che con le dovute accortezze deve essere trattata perché non possiamo mai sapere quale di queste gengiviti può evolvere in parodontite. Infine bisogna pensare anche al fatto che la parodontite, nella donna in gravidanza, può essere un fattore di rischio per alcune complicanze del nascituro. In questo caso le evidenze scientifiche sono contradditorie data la difficoltà di disegnare degli studi clinici adeguati, ma ci sono degli indizi che ci fanno pensare che ci possa essere una correlazione che non va sottovalutata.

Ipotesi per il futuro, verso una medicina di genere sempre più presente nella medicina moderna.
C’è sicuramente bisogno di aumentare la conoscenza nella popolazione sui rischi della parodontite e sulle possibilità di trattamento. È inoltre importante evidenziare le opportunità di trattamento congiunto con la classe medica, soprattutto per quello che riguardano le consapevolezze circa i rischi legati alle donne e le possibilità terapeutiche oggi disponibili. Chiudo sottolineando nuovamente che le nuove linee guide dicono che la donna in gravidanza va trattata, sicuramente con le dovute accortezze e in maniera mini invasiva, ma che deve essere seguita in maniera mirata, consapevole dell’importanza di una corretta salute del suo cavo orale.

 

 

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