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Lesione traumatica delle mucose orali in paziente con deficit mentali

Cinzia Casu, Presidente AIRO

Cinzia Casu, Presidente AIRO

mer. 10 aprile 2019

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I pazienti con ritardo mentale, deficit cognitivi e problematiche neurologiche tendono a produrre dei traumi nei tessuti molli orali in misura maggiore rispetto agli individui sani. Prevalentemente si tratta di lesioni ulcerose o ipercheratosiche, più raramente esofitiche.

Un lavoro di Siragusa et al. ha preso in considerazione 245 pazienti con ritardo mentale affetti da diverse patologie, e ha correlato la presenza di patologie delle mucose orali. 83 di questi pazienti non sono stati collaboranti e non si sono potuti ottenere dei dati in merito. La maggior parte di essi erano affetti da convulsioni (prevalentemente epilettici), sindrome di Down, autismo e schizzofrenici. Tutti i pazienti con convulsioni erano trattati farmacologicamente, e buona parte del resto dei pazienti erano sottoposti a terapie sistemiche. Gli autori hanno osservato che nel 65% circa dei pazienti osservati si riscontrava alterazione morfologica della lingua, come la lingua plicata; nel 60% dei casi erano presenti lesioni labiali legate all’attività di suzione e morsicamento del labbro. Queste lesioni erano molto più frequenti nei soggetti sotto terapia antiepilettica. Tali pazienti vanno sottoposti ad uno stretto follow up ed una eventuale progettazione di bite delle arcate dentali potrebbe essere utile nel ridurre le lesioni traumatiche. A tal proposito vogliamo documentare un caso clinico di lesione traumatica in paziente con Sindrome di Down.

Case report
Una paziente di sesso femminile di 50 anni giunse alla mia osservazione per una lesione nel contesto della mucosa geniena. In anamnesi riportava buono stato di salute generale e sindrome di Down. All’esame obbiettivo presentava un’area di ulcerazione in mucosa geniena sinistra di forma ovalare e di consistenza normale di circa 0,8 mm di diametro. I bordi apparivano bianchi leggermente ipercheratosici, mentre la parte centrale era diffusamente rossa (Fig. 1). Si potevano riscontrare piccole ulcere da trauma in sede linguale e nella mucosa geniena destra.

Era stata fatta una diagnosi provvisoria di ulcera traumatica. Si decise di eseguire corono plastica per smussare le cuspidi taglienti dell’elemento 27 in corrispondenza dell’area ulcerata. Sono state prescritte applicazioni topiche di gel a base di Aloe Vera, e a base di acido ialuronico. Si decise di eseguire esame con autofluorescenza per escludere in forma preliminare eventuali trasformazioni in senso displastico o pre-neoplastico della lesione. L’esame non evidenziava alterazioni di questo tipo (Fig. 2).

Dopo una settimana la lesione era in netto miglioramento clinico, con riduzione della dimensione, normalizzazione del colore, riduzione della sintomatologia algica. Si era deciso di proseguire con la terapia topica già intrapresa. Dopo una settimana ci fu un ulteriore miglioramento clinico e sintomatologico (Fig. 3). Si consiglia di tenere sotto controllo la paziente che tende a traumatizzare i tessuti molli orali, lingua e mucosa geniena in particolare e di valutare l’uso di un byte in resina morbida per evitare ulteriori traumi, se la paziente presenta lesioni multiple di questo tipo.

Discussione
Le lesioni a carattere traumatico possono essere poste in diagnosi differenziale con lesioni più gravi come eritroplachia o carcinoma orale. Van Der Waal et al. 2005 hanno chiarito quali siano i criteri per distinguere una lesione potenzialmente maligna da altre congenite, di carattere traumatico o ascrivibili a patologie infettive o autoimmuni.

Un primo step consiste nell’esclusione di condizioni parafisiologiche come la morsicatio buccarum, la cheratosi frizionale, oppure il leucoedema (colorazione lattescente generalizzata delle mucose, dovuta ad una irritazione cronica) e il nevo bianco spongioso (se si stirano le guance con lo specchietto il colore bianco tende a sparire).

Un secondo step consiste nell’escludere patologie traumatiche (eliminare denti taglienti, protesi debordanti etc. e aspettare un mese per eventuale regressione della lesione). Se dopo 20-30 giorni non si assiste ad una regressione si può procedere ad accertamenti diagnostici come la biopsia incisionale o escissionale (dipende da sede e grandezza della lesione).

Recentemente l’introduzione nel mercato di dispositivi elettromedicali a chemiluminescenza e ad autofluorescenza, e la Narrow Band Imaging ha dato un contributo nell’aiutare il clinico durante la fase diagnostica, e nell’evidenziare la reale grandezza delle lesioni prima del prelievo bioptico.

Nonostante alcuni risultati molto incoraggianti, questi dispositivi non possono sostituire la biopsia con esame istologico (Shibahara et al. 2014, Ohnishi et al. 2014). Diverse revisioni della letteratura hanno messo in evidenza il potenziale antiinfiammatorio e anticancerogeno dell’Aloe Vera, descritta per il trattamento di lichen planus e a aftosi recidivante (Shereen Ali 2016). Presidi con acido ialuronico possono essere utili per favorire la guarigione dei tessuti, soprattutto documentati per lesioni orali di tipo ulcerativo (Edgar et al. 2017). Particolare attenzione deve essere posta in pazienti con deficit mentali, nell’osservazione del cavo orale, con stretti follow up e motivazione anche del personale educativo di sostegno.ù

L'articolo è stato pubblicato su Hygiene Tribune Italian Edition n. 1 2019.

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