CHICAGO, USA: Un nuovo rapporto commissionato dall’Associazione Americana degli Endodontisti (AAE) conferma le crescenti preoccupazioni sull’influenza della disinformazione online – in particolare quella diffusa attraverso i social media – sul processo decisionale delle giovani generazioni riguardo alle cure dentali. Secondo lo studio, i video sensazionalistici e fuorvianti che affollano le piattaforme social alimentano nei giovani sentimenti di paura e convinzioni errate, inducendoli a rinviare o addirittura a rifiutare trattamenti odontoiatrici necessari.
Lo studio ha rilevato che quasi la metà degli intervistati della Gen Z (48%) e dei millennial (46%) ha dichiarato di avere timore di sottoporsi a un trattamento canalare, rispetto al 38% del campione complessivo. Sebbene non sia sorprendente che le persone vedano una visita dal dentista con una certa trepidazione, un dato fondamentale è che, per molti, la paura dei canali radicolari deriva da ciò che hanno visto online. A questo proposito, il 40% degli intervistati della Gen Z e il 36% dei millennial hanno dichiarato di avere difficoltà a distinguere tra i contenuti online sulla salute dentale scientificamente affidabili e quelli privi di qualsiasi base fattuale.
In un comunicato stampa dell’AAE, il dottor Steven J. Katz, presidente dell’associazione, ha dichiarato: «Siamo preoccupati che paura e disinformazione stiano contribuendo a tenere i giovani adulti lontani dalla poltrona del dentista. Quasi la metà degli adulti appartenenti alla Generazione Z e ai millennial intervistati ha infatti ammesso di recarsi dal dentista solo in presenza di dolore alla bocca».
Il nuovo rapporto dell’AAE si allinea ai risultati emersi dal recente rapporto speciale sulla fiducia e la salute dell’Edelman Trust Barometer, che ha evidenziato dati altrettanto allarmanti sul crescente ricorso dei giovani a consigli non professionali per prendere decisioni in ambito sanitario. Secondo il rapporto, il 45% degli adulti tra i 18 e i 34 anni ha dichiarato di essere fortemente influenzato da figure non qualificate – come influencer, content creator o amici – nel valutare la propria salute. Ancora più preoccupante è che il 58% di questa fascia d’età ha ammesso di aver preso decisioni sanitarie basate su informazioni errate diffuse sui social media e di essersene poi pentito.
Se da un lato questi rapporti evidenziano la crescente influenza delle fonti non specialistiche sulle decisioni dei giovani in materia di salute orale, dall'altro un recente studio brasiliano ha messo in luce che le informazioni fuorvianti possono provenire anche dall'interno della professione stessa. Lo studio afferma che: «La disinformazione online sulla salute orale recuperata da Google Search è stata prevalentemente prodotta o diffusa da professionisti del settore dentale ed è stata motivata principalmente da interessi finanziari. Spesso la disinformazione era legata alla diffusione di trattamenti alternativi e naturali».
La ricerca brasiliana rivela quindi che, se da un lato i contenuti non specialistici dei social media possono esercitare una forte influenza sul modo in cui i giovani prendono le decisioni relative alle loro cure odontoiatriche, dall'altro le ricerche su Internet possono anche metterli in contatto con la disinformazione creata dagli stessi professionisti del settore. Ciò su cui tutti questi studi concordano, tuttavia, è la necessità di misure urgenti e sostanziali per combattere e rimediare a questa crisi.
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