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Il sorriso è una delle azioni motorie di risposta più antiche all’ambiente interno ed esterno dell’individuo. L’abbiamo ereditato dai primati che mostrano i denti a tre scopi principali: generare timore, giocare o segnalare sottomissione. Nella sua doppia natura inconsapevole e consapevole, il sorriso si è evoluto negli esseri umani acquisendo una preminente funzione sociale di risposta ad uno stato emozionale.
Dal punto di vista relazionale è in grado di attivare un processo bidirezionale stupefacente: un soggetto ne osserva un altro sorridere e automaticamente vengono attivate nel suo cervello le medesime aree motorie grazie ai neuroni specchio. Ad avvalorare la tesi culturale ci sono alcuni studi che hanno osservato il diverso comportamento di uomini e donne, notando come quest’ultime tendano ad esporre una porzione maggiore di incisivi mentre sorridono.
In aggiunta all’ambito psicosociale, al sorriso si riconosce da tempo una funzione di sostegno al sistema immunitario: il sorriso incrementa il numero di beta-endorfine legate agli stati umorali e all’ormone della crescita (HGH), riduce i livelli di ormoni dello stress quali il cortisolo, l’adrenalina e la dopamina e ha una generale azione galvanizzante sulle funzioni del cervello.
Nonostante ciò, purtroppo, alcune persone, dall’infanzia o soltanto negli ultimi anni a causa di un peggioramento delle condizioni estetiche della propria bocca, presentano reali difficoltà a concedersi un sorriso spontaneo e naturale. E’ chiaro che questo abbia avuto e abbia delle implicazioni a tutto tondo sulla vita e sul benessere, coinvolgendo corpo e mente. Come può intervenire la medicina e in particolare la moderna odontoiatria per far tornare a sorridere questi pazienti?
Nell’ultimo decennio il tema dell’estetica del sorriso è stato in primo piano per i clinici motivati sempre di più dalla crescente richiesta dei pazienti appartenenti a fasce d’età molto diversificate tra loro. Non stupisce, quindi, che l’affluenza negli studi per motivazioni estetiche coinvolga dal giovane adulto interessato ai trattamenti di sbiancamento professionale fino all’anziano parzialmente o totalmente edentulo desideroso di tornare a sorridere senza vergogna. Di fronte ad una diversità di bisogni ed aspettative così alta, l’odontoiatra e il suo team, anche in questo caso, dovrebbero dedicare molta cura all’analisi della condizione clinica e psicologica peculiare di quel paziente per il quale, il sorriso, è diventato un reale problema.
L’atto del sorridere smuove una complessità di muscoli non indifferente. Ne sono state identificate sei coppie principali: i levator anguli oris, i levator labii superioris, il muscolo orbitale dell’occhio, i risorius, il muscolo zigomatico maggiore e quello inferiore. Le contrazioni e decontrazioni di queste muscolature sono da tenere in considerazione durante l’analisi dell’armonia estetica funzionale del volto in cui si esaminano le forme, le proporzioni e la mimica facciale spontanea del paziente. Se il sorriso è al secondo posto solo dopo gli occhi per capacità di influenzare l’estetica globale del viso, è necessario un approccio interdisciplinare che coinvolta, a fianco dell’odontoiatra e dell’ortodontista, anche l’igienista, il medico estetico, il chirurgo plastico e talvolta anche il dermatologo e lo psicologo.
Non si intendono qui approfondire gli aspetti tecnici dell’equilibrio ideale delle linee delle labbra e del corretto riallineamento delle arcate: ci basti sottolineare quanto l’assenza di disfunzioni e asimmetrie non sempre coincida con la presenza di un sorriso naturale e spontaneo. Bellezza oggettiva e psicologia del paziente non sono binari necessariamente paralleli, anzi. Capita di incontrare soggetti con gravi problemi odontoiatrici che, nonostante tutto, mostrano fino ai sesti superiori quando sorridono.
Ognuno di noi ha fatto propria la triade salute-estetica-sorriso modulandola sulle proprie esperienze di vita: la medicina del sorriso deve avvicinarsi ai pazienti con un sorriso e poi il resto troverà più facile fattibilità con soddisfazione reciproca delle parti.
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