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Estetica, salute e relative interconnessioni

K. Hübner

K. Hübner

mar. 29 settembre 2015

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Annette Wickstrom è professore associato presso l’Unità di ricerca Child Studies presso la Linkoping University in Svezia. Nel suo attuale progetto di ricerca, la dottoressa, medico antropologo, sta sondando le esperienze dei giovani rispetto ai trattamenti ortodontici nelle cliniche. Dental Tribune online (DTO) l’ha intervistata riguardo alla crescente richiesta di bite da parte dei giovani e alla generale connessione tra estetica e salute nelle pratiche mediche odierne.

DTO: dottoressa Wickstrom può spiegare, in poche parole, il progetto della sua ricerca descritto nell’articolo “I hope i get movie-star teeth”, che è stato recentemente pubblicato sulla rivista Medical Anthropology Qyarterly?
Dott. Anette Wickstrom: L’articolo si basa su uno studio etnografico condotto presso due cliniche ortodontiche in Svezia. Lo scopo è comprendere i processi interattivi nella clinica quando vengono predisposti dei protocolli standard in relazione all’occlusione e ai denti, e capire come i giovani danno un significato all’offerta che viene loro fatta per correggere l’occlusione.

Quali sono le principali ragioni di un trattamento ortodontico?
L’ortodonzia è uno dei pochi trattamenti sovvenzionati (in alcuni Paesi europei, ndr), sopravvissuti alla crisi economica degli anni Novanta. L’obiettivo è creare condizioni egualitarie per lo sviluppo di una corretta occlusione nei bambini e nei giovani. In accordo con la Swedish Agency for Health Technology Assessment and Assessment of Social Services, la ragione più comune dei trattamenti concerne l’estetica e il miglioramento della qualità della vita.
In Svezia, i trattamenti sono sovvenzionati dallo Stato per i pazienti sotto i venti anni. Nel 2012, quando stavo conducendo la ricerca sul campo, tutti i pazienti che riportavano segni di divergenze lievi nella metà superiore potevano essere arruolati nell’indagine.

Cos’è importante quando ci si occupa di un giovane paziente?
Dal mio punto di vista, è importante capire come l’estetica e la salute siano interconnessi nella pratica medica odierna e come queste influenzino i giovani. Tutte le pratiche diagnostiche insegnano ai giovani come osservare se stessi e il proprio corpo in relazione al loro star bene: questo riguarda le diagnosi psichiatriche, le proporzioni nelle visite periodiche o, come in questo caso, le misurazioni delle funzionalità corporee. Differenti diagnosi sono state legittimamente consegnate quando le persone hanno imparato ad osservare e giudicare, ma anche quando hanno imparato ad usare i concetti su ciò che è considerato “divergente” e cosa può essere migliorato.
Le norme morfologiche che sono state usate per selezionare chi è idoneo ai trattamenti ortodontici sono rigide. Ciononostante, non rispecchiano un’occlusione comune, ma piuttosto ne specificano una ideale. L’ideale privilegia la simmetria, le linee regolari e una fila di denti senza fessure e accavallamenti. Il paradosso è che l’ortodonzia offre miglioramenti estetici per i giovani, ma deve anche gestire la crescente insoddisfazione delle richieste fatte dai giovani pazienti e dai loro genitori. Come mi ha raccontato un ortodontista: «Le richieste dei pazienti sono incrementate se guardiamo indietro di venti o venticinque anni. Noi facciamo di più quando possiamo fare di più». La conoscenza di tecniche avanzate rende possibile la creazione di bite migliori. Anche se gli ortodontisti cercano di evitare ai giovani la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato nel loro aspetto, la pratica ortodontica stessa costituisce il massimo incentivo per desiderare un bite di più bell’aspetto e per conformare le normative alle aspettative riguardo ai bite.
Il dott. Ian Hacking ha mostrato come le classificazioni di individui fanno in modo che le persone riflettano su se stesse. Le categorie usate nelle indagini scientifiche interagiscono con le persone che vengono categorizzate. Le categorizzazioni cambiano il modo stesso in cui le persone vedono se stesse, inoltre, le categorie assumono nuovi significati quando vengono usate: esse vengono trasformate al di là del tempo e in nuovi contesti. Perciò, è importante osservare come i metodi delle misurazioni ortodontiche colpiscono i giovani, e anche come i giovani interpretano e fanno uso delle diagnosi e dei concetti. Il significato delle differenze e dei trattamenti può cambiare durante il processo come risultato dell’immagine dei loro bite e dei denti con cui i giovani si presentano.

Ha osservato delle differenze tra i bambini e i genitori nell’autopercezione del bisogno di trattamento? E la diffusione del trattamento presenta delle divergenze tra i maschi e le femmine?
In qualche caso i genitori erano più impazienti di ottenere un trattamento per il bambino. Il bambino accettava la cura. In altri casi, gli stessi giovani pazienti desideravano un trattamento. Un genitore mi disse che l’occlusione andava bene ma il figlio aveva insistito per ricevere un trattamento.
Per quanto concerne le differenze tra maschi e femmine, si crede che la malocclusione riguardi maggiormente le bambine rispetto ai bambini. Uno degli ortodontisti che ho intervistato ha affermato che le bambine erano più motivate e attente rispetto ai maschi e che i bambini erano più inclini a sottovalutare le divergenze anche moderate. In ogni caso, c’è uno spostamento nel desiderio di trattamenti ortodontici nei maschi, come è stato rilevato nel numero di casi di richiesta di trattamento. Tra il 2000 e il 2010, ci sono stati cinque periodi di richieste tanto per molte bambine quanto per i bambini. Nel 2012, chi faceva richiesta di trattamento aveva sei anni in entrambi i sessi. La mia conclusione è che gli incentivi nell’avere denti corretti e un bite di più gradevole aspetto hanno avuto effetto sia sui maschi sia sulle femmine.

In un sondaggio inglese, il 53% degli intervistati ha detto che i denti impeccabili delle celebrità e delle figure pubbliche li fa sentire sotto pressione nell’avere anche loro denti perfetti. Le sembra che le norme estetiche giochino un ruolo più importante al giorno d’oggi rispetto al passato?
La dott.ssa Nancy Etcott, assistente di Psicologia presso la Harvard Medical School e psicologa, ha studiato gli ideali di bellezza a livello storico e cross culturale. Ha osservato che gli ideali di bellezza esistono probabilmente da quando esistono gli esseri umani moderni. In ogni caso, sin dai primi anni del XIX secolo, la biomedicina ha descritto le caratteristiche dei corpi degli individui e li ha osservati in confronto ai valori basati sulle analisi statistiche della popolazione. Le variazioni del corpo sono arrivate ad essere definite in termini di deviazioni da una norma statistica. La normalità, perciò, non significa necessariamente lo stato di salute ordinario, ma spesso indica ciò che può essere migliorato. In accordo con il sociologo e professore Nick Fox, è presente una dimensione morale nell’occuparsi dei nostri corpi che crea una distinzione tra chi sceglie strade sane per occuparsi dei proprio corpi e chi no. L’individuo diventa responsabile non soltanto dell’essere in salute ma anche dell’apparire in forma.

I pazienti di interventi cosmetici sono sempre più giovani, con genitori che talvolta regalano ai propri figli per il compleanno interventi come la rinoplastica. C’è un simile pericolo di possibili eccessi di terapie in ortodonzia?
Questo è un fenomeno complicato! Una ragazza presente nella mia ricerca, a cui è stato offerto solo un cambiamento estetico attraverso il suo bite, ha percepito come un attacco il fatto che le si dicesse che avrebbe potuto essere sempre più carina. Ha rifiutato il trattamento e ha detto a sua madre che avrebbe preferito le si cucissero le labbra. La sua risposta può essere compresa come una metafora: perché non altre parti del mio corpo?
Tornando indietro alla questione, la tecnologia medica ha aumentato le possibilità per cambiare il corpo quando l’aspetto del corpo diverge dalle norme e la salute è arrivata incredibilmente ad essere associata all’aspetto fisico. Certo, dobbiamo essere consapevoli di quando i confini sono stati spostati e sempre più aspetti sono oggetto di trattamento. In ogni caso, non voglio ridurre il valore delle esperienze dei bambini e dei giovani nei trattamenti ortodontici sussidiati e finanziati dallo Stato. Invece, vorrei sollevare una sottile questione concernente i processi interattivi nello stabilire norme nelle pratiche mediche con lo scopo di migliorare gli aspetti funzionali ed estetici dei corpi dei bambini e dei giovani. Spero che il mio studio contribuirà alla comprensione degli effetti delle classificazioni scientifiche sulle divergenze, sulla necessità di trattamento e di come le persone interpretano e fanno uso delle classificazioni. L’estetica oggi sta invadendo il settore medico tradizionale e il concetto di “bisogno di cure” include aspetti come il miglioramento della qualità della vita e i benefici psicosociali. La crescente accettazione dell’estetica nella medicina riflette il fatto che l’aspetto è socialmente riconosciuto come indicatore di salute. La medicina predispone gli standard per essere all’altezza dei desideri delle persone, ma le norme non sono state stabilite in una situazione isolata: i clinici, i pazienti, le agenzie regolatrici e le autorità predisposte alla salute devono essere d’accordo sui propri valori. La pratica medica interagisce con le norme sociali e il lavoro delle persone sulla propria identità.

Grazie per l’intervista.

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