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Il prof. Luigi Rodella ci ha lasciati. Riposa in pace, fraterno amico Gigi

Prof. Mauro Labanca e il Prof. Luigi Rodella.
Mauro Labanca.

Mauro Labanca.

lun. 5 ottobre 2020

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Il 21 settembre scorso è mancato il prof. Luigi Fabizio Rodella, per gli amici Gigi, lasciando un vuoto incolmabile in tutta la comunità universitaria ma anche tra tutti coloro che lo amavano, lo ammiravano e lo rispettavano.

Laureato in Scienze Biologiche ed in Medicina e Chirurgia, con Specializzazione in Patologia Generale, era Presidente del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia, ambito traguardo ma anche giusto riconoscimento per il suo grande e diuturno impegno per la SUA università. Ha iniziato la sua carriera presso l’Università degli Studi di Pavia e la sua attività scientifica come tirocinante presso l’Istituto di Anatomia Comparata della stessa Università, dove ha appreso le tradizionali tecniche dell’indagine morfologica ed acquisito una specifica competenza anatomica. La sua sete di sapere, il suo spirito creativo ed il profondo interesse per la storia lo avevano subito indotto a frequentare con assiduità i laboratori ed il Museo di Storia Naturale dello stesso Istituto. La sua passione per l’anatomia è, quindi, nata proprio tra quelle mura ed è proseguita e terminata prematuramente presso l’Università degli Studi di Brescia. Con la stessa passione si è dedicato fino all’ultimo al nostro corso di Anatomia Chirurgica, la nostra invenzione e creatura nata a Vienna insieme con la nostra amicizia nel 1999. In quella data iniziò un sodalizio unico, basato sul rispetto reciproco, sulla reciproca lealtà, su una amicizia così rara e profonda da rendere il nostro rapporto ancor più che fraterno. Negli anni la nostra collaborazione in questo corso lo ha portato ad essere oltre che il già riconosciuto esperto a livello internazionale sul dolore, anche un profondo conoscitore ed un brillante docente sulla anatomia del cavo orale, di cui era diventato un vero super esperto.

La nostra collaborazione professionale e relazione interpersonale ci ha portato a fare insieme viaggi, corsi e conferenze, sempre con rinnovato entusiasmo trovando ogni volta un nuovo stimolo o una nuova sfida. A scrivere libri, articoli, realizzare dvd, condividere mille idee e progetti; sempre in un unisono meraviglioso. Mai un litigio, una incomprensione, un dissapore. Un costante ed assoluto reciproco rispetto in una compartecipazione di emozioni, sentimenti e intime riflessioni. Tutto questo è culminato con la sua attesa del mio arrivo per l’ultimo saluto prima di andarsene a cercare nuovi stimoli e nuove sfide in una diversa dimensione.

Forse pochi sanno che la sua grande ed innata curiosità e poliedricità lo hanno portato ad interessarsi di pittura, realizzando bellissimi quadri, di ebanistica e di mille altre cose che lo dilettavano e lo attraevano. Nostra fu inizialmente l’idea di scrivere un libro sulla Sindone (a cui si aggiunsero in seguito altri autori, tra cui il grande amico prof. Bruno Barberis), uniti dall’interesse per il Sacro telo e dal comune credo religioso, anche se da lui sempre gestito in modo riservato come era Gigi per sua natura.

Mai dimenticherò i miei messaggi a lui mandati in occasioni speciali, a volte lunghi e strutturati e cosi pieni di emozioni, a cui lui rispondeva con: “ok, grazie”. Uomo schivo, sapeva poi con una parola o con un gesto farti capire più che con mille parole il suo affetto profondo e il modo tutto personale e tutto suo di volerti bene, dimostrandolo senza dirtelo. Uomo dalla grande sensibilità e dalle grandi intuizioni, forse persino dotato di “chiaroveggenza” o comunque della capacità di sentire cose che altri non potevano percepire, e che mi confidava con timore di essere preso per pazzo; ma ci prendeva sempre!

Convinto che le conoscenze scientifiche fossero la base per un futuro migliore e che il mondo scientifico a cui apparteneva potesse essere l’emblema di questo, lascia un’eredità di grandissimo valore alla comunità scientifica ed istituzionale. Lascia un vuoto colmo dei suoi sorrisi, di cui non ha mai privato nessuno. Le sue capacità umane e scientifiche, innate ed acquisite, lo hanno reso un grande Maestro, che chi lo ha conosciuto mai dimenticherà. La parola più frequentemente sentita in questi giorni per definirlo è stata “gentiluomo”. E tale era Gigi, con il suo modo asciutto ma onesto e sincero di dare a chiunque un aiuto o un conforto. Ai saluti istituzionali, arrivati a decine, anche da chi aveva pure se brevemente incrociato la sua strada, non sono mancati i ricordi degli studenti, che gli hanno sempre voluto un bene infinito nonostante l’osticità della materia, e presenti in massa alle sue esequie.

«Grazie prof. per tutto quello che ci ha insegnato – scrive Valentina – e per essere stato in grado di farci comprendere e soprattutto ricordare la complessità dell’anatomia umana. Con il suo cinico sarcasmo e la sua simpatia pungente ha lasciato in noi un ricordo indelebile: porteremo la sua memoria nei nostri cuori. Faccia buon viaggio».

Io e Rita, la sua inseparabile collega e compagna di mille battaglie, non solo lo piangiamo con enorme dolore ma vivremo per sempre nello struggente ricordo delle cose meravigliose fatte insieme e del suo sorriso.

Buon riposo Gigi, il mondo e le nostre vite non potranno più essere le stesse senza di te. Ci mancherai, per sempre.

 

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