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Il commento di un alto dirigente dell’odontoiatria pubblica: «Non solo delibere, protocolli o linee guida, ma voglia di guadagnarsi un sorriso»

Pietro di Michele: Direttore U.O.C. di Odontostomatologia e Chirugia Orale Az. USL di Modena; S.S.R. Emilia Romagna
Pietro di Michele

Pietro di Michele

ven. 17 ottobre 2014

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«Due settimane fa ho ricevuto una telefonata da una intervistatrice dell'ISTAT che chiedeva che lavoro svolgo, quanto lontano, quanto tempo impiego per raggiungerlo, le ore, il grado di soddisfazione. Domande che fanno parte di un questionario pre-stilato avente l’obbiettivo di conoscere la qualità della vita dell'italiano medio a fini statistici».

«Ho raccontato la fortuna di poter svolgere un lavoro, dentista pubblico, in una regione come l'Emilia Romagna, in una città, come Modena, grande ma piccola, ricca ma povera, terremotata, alluvionata, ma abitata da gente che ha voglia di fare, governa i cambiamenti e ne è protagonista».

«Ho vissuto i primi 30 anni della professione da protagonista e da comparsa, cavalcando il cambiamento dell'assistenza odontoiatrica nel pubblico, nella continua ricerca di miglioramento della qualità assistenziale e gestionale per dare prestazioni specialistiche impensabili fino a qualche anno fa (protesi e ortodonzia fissa, implantologia, chirurgia laser e tante altre) a chi spesso non trova accoglienza nel privato».

«Leggere quindi le parole del direttore dell'Agenzia Agenas che parla di qualità nel Servizio Sanitario Nazionale, con passione, entusiasmo, voglia di fare, non può che farmi felice, qualificare per rilanciare, non solo semplici tagli alla spesa, è quel che ci vuole, per preservare un patrimonio che tutti ci invidiano».

«Sono convinto che il pubblico, nel S.S.N., sia pieno di professionisti che vivono l'entusiasmo di curare bene e meglio i pazienti, ma hanno anche voglia di poter essere considerati non dirigenti d’azienda, ma uomini con sentimenti, voglia di appartenenza e certezza di esprimere un valore aggiunto fatto non da delibere, protocolli o linee guida, ma dalla voglia di prendersi cura del paziente ed avere indietro un sorriso. Quello che più delle volte è accompagnato da un grazie di cuore, la moneta necessaria e sufficiente per andare avanti ogni giorno con convinta motivazione».

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