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Gengivoplastica con laser a diodo: rapidità, efficacia, mininvasività e predicibilità

Immediato post-operatorio dove sono evidenti le radici dei denti trattati con i profili gengivali ridisegnati e assenza di fenomeni di carbonizzazione.
S.Capodiferro

S.Capodiferro

ven. 25 settembre 2015

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Il rimodellamento delle parabole gengivali è una terapia chirurgica molto spesso necessaria per ottimizzare al meglio le linea del sorriso dei pazienti, al fine di una armonica e quanto più esteticamente valida riabilitazione protesica. Tra le diverse tecniche chirurgiche utilizzabili a tale scopo, la chirurgia con laser a diodo offre sicuramente una serie di vantaggi in termini di rapidità, efficacia, ma soprattutto di mininvasività e predicibilità del risultato.

Tali vantaggi sono ottenibili grazie alle proprietà della radiazione laser a diodo: innanzitutto il taglio di tipo termico senza carbonizzazione dei tessuti e la contestuale coagulazione, e ancora la riduzione dei tempi di guarigione, e soprattutto la stabilità del risultato grazie alla completa assenza dei tanto temuti fenomeni di retrazione gengivale, che rappresentavano una costante al tempo dell’elettrobisturi. Infatti, il laser a diodo, pur effettuando un taglio termico legato all’interazione della radiazione con i pigmenti contenuti all’interno dei tessuti, se utilizzato con una tecnica corretta e soprattutto con una intensità di potenza adeguata al fine di ottenere l’effetto desiderato, non produce sul tessuto gengivale danni di tipo termico dovuti a innalzamenti eccessivi della temperatura tissutale, come invece avviene mediante l’utilizzo di un taglio diatermico.

Descrizione del caso
Il paziente è un maschio di 52 anni, che necessita di una riabilitazione protesica del gruppo frontale inferiore dall’elemento 4.3 al 3.3. La Fig. 1 mostra infatti la necessità di armonizzare i profili gengivali dei centrali inferiori, di ricostruire la radice dell’elemento 4.2 e di posizionare il provvisorio in resina già confezionato prima della riabilitazione finale. Pertanto, con una ridotta infiltrazione di anestesia loco-regionale, si procede all’intervento di gengivoplastica con laser a diodo 980 (KaVo MASTER lase). L’intervento è stato effettuato con il laser settato a 0,8 W in modalità iperpulsata, secondo le caratteristiche proprie dell’apparecchio, in modo da ottenere un’eccellente rapidità di taglio con una ridotta interazione laser-tessuto; la Fig. 2 mostra l’immediato post-operatorio dove sono evidenti le radici dei denti trattati con i profili gengivali ridisegnati, ma soprattutto si nota l’assenza di fenomeni di carbonizzazione. Il provvisorio in resina è stato immediatamente posizionato. A distanza di 7 giorni (Figg. 3a, 3b, 3c), senza aver ribasato appositamente il provvisorio proprio al fine di rendere più evidente l’effetto del nostro trattamento chirurgico mediante laser a diodo, i tessuti gengivali si presentano in uno stato di guarigione pressoché completo, ma soprattutto senza segni di flogosi residua né di retrazione gengivale indesiderata (Figg. 4a, 4b, 4c). Si è proceduto pertanto immediatamente alla presa di impronta per la riabilitazione finale mediante corone in zirconia-ceramica (Fig. 5).

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Discussione
Come dimostra il caso descritto, il laser a diodo fornisce una serie di vantaggi in chirurgia mucogengivale. I vantaggi intra-operatori sono per lo più legati alla rapidità di esecuzione e alla mininvasività del trattamento, ma anche alla contestuale assenza di sanguinamento, che mantiene sempre ben visibile il campo operatorio. Inoltre, la capacità coagulativa del laser a diodo fornisce un ulteriore vantaggio in termini di preparazione del paziente all’intervento chirurgico; nello specifico, ci permette di trattare paziente affetti da malattie sistemiche o che assumono farmaci che interferiscono con la normale coagulazione, senza preoccuparci dell’aumentato sanguinamento intra-operatorio e anche senza effettuare alcuna sospensione o conversione delle terapie in corso. I vantaggi post-operatori, invece, sono l’assenza di edema post-chirurgico e il ridotto dolore, ma sicuramente più importante è la stabilità del trattamento chirurgico inteso come permanenza alla guarigione del tessuto gengivale trattato allo stesso livello in cui modellato e/o tagliato durante l’intervento; non ultimo, un ulteriore vantaggio è la rapida guarigione che, da un lato, porta il nostro paziente a riprendere le sue normali abitudini di igiene e alimentari in un tempo veramente ridotto, dall’altro lato permette di ottimizzare al massimo i tempi di riabilitazione. Pertanto, in un’odontoiatria moderna ormai estremamente orientata alla rapidità esecutiva – tramite, ad esempio, i sistemi CAD/CAM, la TC CONE BEAM anche integrabile nei sistemi CAD, l’impronta ottica, l’allargamento mediante laser del solco gengivale per presa d’impronta e tanto altro – la possibilità di ottenere tramite il laser a diodo una quanto più rapida e predicibile guarigione dei tessuti gengivali è sicuramente un fattore aggiuntivo e migliorativo molto importante, che perfettamente si integra nel flusso di lavoro snellendolo ulteriormente.

 

Bibliografia
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L'articolo è stato pubblicato su Laser Tribune Italian Edition, settembre 2015.

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