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Aio: non serve il medico competente per evitare contagi da ferite nello studio dentistico. La norma della direttiva UE va cambiata

Mauro Miserendino, Aio

Mauro Miserendino, Aio

mer. 15 gennaio 2014

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La direttiva CE 2010/32/UE interviene in tema di prevenzione di ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario senza aggiungere nulla di nuovo a quanto sapevamo in materia di sicurezza. Tuttavia, per la previsione del medico competente, può portare aggravi di costi agli studi odontoiatrici, specie quelli di piccole dimensioni, già provati dalla crisi economica.

E’ la posizione del Presidente dell’Associazione Italiana Odontoiatri Pierluigi Delogu alla vigilia degli incontri alla conferenza stato-regioni per introdurre in Italia la nuova disciplina affiancandola al testo unico 81/08 sulla sicurezza sul lavoro.

«Le procedure adottate negli studi dentistici italiani –spiega Delogu– sono già da sole sufficienti a garantire la sicurezza del personale ausiliario. Lo dimostra la bassa frequenza di infortuni con esiti di sieroconversione in ambito odontoiatrico. Dalla banca dati INAIL risulta che tra Odontoiatri e igienisti dentali – le figure dello studio più applicate al paziente, anche se manca il dato sugli assistenti al riunito - dal 2009 al 2011 il numero d’infortuni è stato in media di 51 su 58.000 esercenti; solo il 15,6% dei casi (sette in tutto) è riconducibile a ferite e collegabile all'uso di aghi e taglienti».

Diversi i dati forniti da SIROH (Studio Italiano sul Rischio Occupazionale da HIV e da altri patogeni a trasmissione ematica) in campo sanitario-ospedaliero: su 130 mila infortuni che comportano esposizione a sostanze potenzialmente infette, il 75% deriva dall’uso di taglienti contaminati; almeno il 20% dei soggetti che hanno subito almeno un’esposizione percutanea documentata presenta positività ai virus HIV, HBV e HCV. Ciò non vuol dire automaticamente che l’infezione sia a seguito del taglio, ma la probabilità è elevata.

«Le esposizioni, che hanno interessato per due terzi infermieri, sono avvenute nel 42% dei casi eseguendo un prelievo ematico, in un altro 42% inserendo o manipolando cateteri intravenosi, e nel 16% durante l’espletamento di altre pratiche mediche. I numeri provenienti dall’Odontoiatria sono a confronto irrisori», afferma Pierluigi Martini consigliere AIO ed esperto di problematiche legislative. «E sono quasi completamente eliminabili seguendo corrette procedure ad esempio evitando di re incappucciare aghi utilizzati per fare l’anestesia. Questo semplice accorgimento, già previsto dal DM 28 settembre 1990 e ripreso dal D.Lgs. 81/08, rende i nostri studi a basso rischio».

«L’unico sistema efficace per prevenire gli infortuni è formare ed informare i lavoratori sui rischi ed adottare procedure operative sicure», conclude Delogu. «L’obbligo della sorveglianza sanitaria da parte del Medico Competente appare invece del tutto pleonastico. Associazione Italiana Odontoiatri si attiverà in tutte le sedi per far sì che sia tolta dal comma 1 dell’articolo 286 sexies della proposta di decreto legislativo la lettera E dove si nomina, tra le misure da adottare da parte del datore di lavoro, la sorveglianza sanitaria».


Fonte: www.aio.it

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