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Detassazione: l’eccessiva burocrazia frena i benefici

Foto: (stock.xchng).

mer. 13 febbraio 2013

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Confprofessioni denuncia le nuove procedure per accedere al regime fiscale agevolato. Straordinari e lavoro supplementare cancellati dalle voci retributive. Così il Governo rischia di ridurre la produttività di studi e aziende e di penalizzare i salari dei lavoratori.

Troppa burocrazia sulla detassazione. In un comunicato, Confrpofessioni avanza dure critiche al Decreto approvato il 22 gennaio dal Consiglio dei ministri che ha ridisegnato la mappa delle voci retributive dell’agevolazione fiscale, cancellando di fatto straordinari, lavoro supplementare, notturno e festivo. Non solo. Per accedere ai benefici previsti, il datore di lavoro dovrà seguire un nuovo iter burocratico, che rischia di penalizzare gli studi professionali e le aziende di piccole dimensioni. «Siamo passati dagli automatismi alla burocratizzazione» attacca Leonardo Pascazio, delegato per le Politiche del lavoro e del welfare di Confprofessioni. «Il decreto per la detassazione ha introdotto un meccanismo macchinoso e poco operativo che disincentiva l’agevolazione fiscale».
Ha introdotto infatti un nuovo passaggio che impone al datore di lavoro il deposito dei contratti presso la Direzione territoriale del lavoro competente, entro 30 giorni dalla sottoscrizione. «Una novità che non agevola in alcun modo un percorso pratico applicativo della norma» continua Pascazio. «In un momento storico e sociale in cui qualsiasi elemento, che produce maggior redditività per i lavoratori e favorisca un aumento della produttività, diventa fondamentale per gli studi e le aziende, il Governo ha introdotto un nuovo ostacolo burocratico che scoraggia l’applicazione della norma e penalizza soprattutto i lavoratori».
L’altro elemento di rigidità inserito dal Dpcm riguarda gli «indicatori quantitativi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione», che determinano il regime fiscale agevolato, ovvero l’applicazione un’aliquota Irpef ridotta, pari al 10%, sulle voci variabili della retribuzione. «Dall’esame del testo appare chiaro come sia stato completamente cancellato il precedente scenario delle voci retributive oggetto del trattamento fiscale sostitutivo e individuate negli straordinari, lavoro supplementare, notturno e festivo. Il termine inserito all’art. 2 del Decreto “indicatori qualitativi” risulta poco applicabile e soprattutto inefficace» sottolinea il delegato delle Politiche del lavoro di Confprofessioni. «Invitiamo pertanto il Governo a rivisitare la norma individuando un meccanismo più fluido, meno burocratizzato; viceversa dovrà ammettere di restringere la portata delle agevolazioni e assumersi la responsabilità politica».


L'articolo è stato pubblicato sul numero 2 del Dental Tribune 2013 (febbraio).

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