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Baltimora (Usa). Grazie alla promessa di denti più bianchi e puliti, i prodotti per l’igiene orale a base di carbone sono recentemente cresciuti in popolarità: nuovi prodotti stanno gradualmente entrando negli scaffali dell’igiene orale così come sui siti di acquisti online. Tuttavia, i risultati di indagini condotte dai ricercatori della Scuola di Odontoiatria dell’Università del Maryland sollevano interrogativi sugli effettivi benefici vantati da tali prodotti.
«L’uso di dentifrici a base di carbone ha di recente guadagnato popolarità sul mercato, ma che questi prodotti promuovano effettivamente lo sbiancamento o garantiscano proprietà terapeutiche, antibatteriche, antifungine o antivirali, non c’è sufficiente evidenza scientifica» dice l’autore principale della ricerca John K. Brooks, professore nel Dipartimento di Oncologia e Scienze Diagnostiche dell’Università.
Per compiere l’indagine il team di ricercatori ha setacciato i database di Medline e Scopus sulle ricerche riguardanti l’uso del carbone e dei dentifrici a base di carbone, così come le analisi di laboratorio sulla bioattività o tossicità di tali prodotti. Nella ricerca sono stati presi complessivamente in esame 118 articoli pubblicati fino al febbraio 2017. Inoltre, sono state considerate le prime 50 offerte di dentifrici al carbone su Google ed Amazon prendendo quindi in esame prodotti assortiti e promozioni pubblicitarie.
I risultati hanno mostrato che le caratteristiche vantate dalla pubblicità di alcuni prodotti a base di carbone non riescono a rispecchiarne i reali benefici. Ad esempio, dicono gli autori, il 38 per cento dei prodotti è stato pubblicizzato come rinforzante o remineralizzante. Ma solo uno dei prodotti esaminati conteneva fluoride, un composto ben noto quale ausilio efficace nella mineralizzazione dello smalto.
Secondo Brooks, l’indagine successiva ha dimostrato l’infondatezza delle caratteristiche di sicurezza tanto vantate specie del carbone, ingrediente principale e dell’argilla bentonite, presente in alcuni prodotti quale materiale facente parte di un gruppo eterogeneo di argille con varie applicazioni industriali oltreché come ingrediente usato nella cura della pelle per vari usi medici e nei dentifrici.
Tra sue varie problematiche, il carbone, notoriamente riconosciuto sostanza abrasiva per i denti e le gengive, può provocare danni accentuando la predisposizione alla carie oltre ad essere causa di possibile perdita di smalto. A questo proposito, il 28 per cento dei prodotti analizzati nello studio si è rivelato poco abrasivo, sebbene i risultati dei laboratori sull’abrasività della dentina siano stati resi disponibili sono per un unico prodotto, dice l’autore. Secondo I ricercatori, per fornire la prova definitiva dell’efficacia e sicurezza dei dentifrici a base di carbone, occorrono studi su più ampia scala. Fino a quel momento i professionisti del dentale dovrebbero mettere al corrente i pazienti sul fatto che benefici e sicurezza associati a tali prodotti non sono ancora stati dimostrati.
L’utilizzo del carbone per l’igiene orale non è tuttavia cosa nuova, perché il carbone in polvere veniva usato come ingrediente per dentifrici sin dall’antica Grecia. Per utilizzarlo negli odierni prodotti da igiene orale viene sottoposto a temperature estremamente elevate all’azione del vapore o a processi chimici. Una volta attivato il carbone ha la facoltà di legarsi a tossine, calcoli e batteri, sulla superficie orale e dei denti in un processo noto come assorbimento. È inoltre noto per stabilizzare il ph della bocca a un valore che impedisce il proliferare dei batteri al suo interno, favorendo quindi la protezione dei denti dalle infezioni causate da batteri ed altri microorganismi.
Iintitolata “Carbone e dentifrici a base di carbone: un’analisi della letteratura medica” l’indagine è stata pubblicata sul Journal of the American Dental Association, edizione di settembre.
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