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Dal carattere del bambino si può prevedere se la sedazione in una cura odontoiatrica potrà avere o meno successo

Una nuova ricerca ha dimostrato che è importante che gli specialisti considerino “anche” il carattere di un bambino per determinare se e come (lui o lei) possono affrontare una cura odontoiatrica.

lun. 27 febbraio 2017

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Seattle (Usa) – La sedazione inalatoria con protossido di azoto è comunemente impiegata per favorire la “compliance” del bambino durante il trattamento odontoiatrico. Tuttavia in alcuni casi, non si riesce a garantire un livello adeguato di sedazione. In un recente studio, i ricercatori hanno scoperto che il carattere di un bambino gioca un ruolo importante nella riuscita. Ad esempio, nei bambini che sono in grado di concentrarsi, la sedazione risulta più efficace.

Lo studio riguardava 48 padri accompagnatori di figli tra i 36 e i 95 mesi (58 per cento maschietti) che hanno ricevuto cure odontoiatriche in clinica dentale universitaria pediatrica con sedazione inalatoria a base di protossido d'azoto. Per valutare il temperamento del bambino, ai papà è stato chiesto di compilare un questionario. Dall’indagine è emersa un successo della sedazione generale dell’85,4%.

Il risultato non è tuttavia associato ad informazioni relative ad età, sesso, tipo e/o complessità di trattamento. Dall’inchiesta emerge il successo nella sedazione di protossido di azoto viene significativamente associato all’autocontrollo e ad una capacità di concentrazione nel lungo periodo. I bambini più facili da calmare allorché si agitavano o meno impauriti sono risultati più facili da curare.

I bambini in grado di ricevere con successo una cura sono quelli che riescono ad inibire le loro reazioni negative, il che corrisponde ad una capacità di concentrazione innata e di tener duro anche se dinanzi ad un compito arduo. «Poiché questo autocontrollo, per quanto difficoltoso, sembra avere particolare importanza nel successo del trattamento – osservano i ricercatori – gli studi futuri dovrebbero prendere in esame in che modo poterlo sollecitare in determinate situazioni cliniche, per favorire l’esecuzione di un programma terapeutico».

Conclusione? «Individuando i bambini non in grado di ricevere le cure previa sedazione con protossido di azoto, si consente agli specialisti di limitare le esperienze negative nei piccoli pazienti, tramite soluzioni farmacologiche appropriate al loro comportamento».

Intitolato “Temperament as a predictor of nitrous oxide inhalation sedation success” lo studio, condotto presso il Dipartimento di odontoiatria pediatrica dell’Università di Washington è stato pubblicato sul numero “Spring 2017” della rivista Anesthesia Progress.

 

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