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Ha fatto scalpore la notizia di un paziente sieropositivo che sarebbe stato allontanato da uno studio odontoiatrico. Il paziente, dopo aver compilato il questionario, sarebbe stato avvicinato in sala d’attesa, e quindi senza la possibilità di avere una adeguata privacy, e una volta appurata la sua malattia è stato invitato a recarsi all’ospedale in quanto struttura più attrezzata per curare un paziente afflitto da HIV.
In poco tempo il caso diventa mediatico e vede il coinvolgimento delle forze politiche. È stato dichiarato inaccettabile il trattamento ricevuto dal ragazzo: sebbene il medico possa richiedere le informazioni necessarie per intraprendere il corretto e più sicuro percorso terapeutico, il questionario non dovrebbe costituire una condizione indispensabile per l’accesso alle cure, come già ribadito dal garante.
Intanto, nelle ultime ore, l’ANDI ribadisce fermamente come tutti gli studi odontoiatrici italiani siano costantemente al fianco dei cittadini e pongano scrupolosamente in essere tutte le cautele e le attenzioni per tutelare la loro salute, essendo tutti dotati di quanto necessario per sostenere la cura di pazienti con patologie infettive, di qualunque genere esse siano; fermo restando il diritto e dovere per il professionista di richiedere ogni informazione anamnestica medica prima di intraprendere una qualsiasi azione terapeutica. «A seguito dei commenti apparsi sulla stampa, l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani respinge con fermezza qualsiasi possibile dubbio interpretativo e sottolinea in via ultimativa la propria posizione sulla questione, al fine di evitare di montare un “caso”, basandosi su presupposti inesistenti o fuorvianti».
Nonostante le prese di posizioni, il caso continua a fare discutere e vede schieramenti accanirsi intorno alla vicenda. «Questi casi mostrano quanto sia forte ancora oggi la discriminazione in ambiente sanitario per le persone in HIV» afferma Fabrizio Marrazzo, responsabile Gay Help Line e portavoce di Gay Center. «Pertanto chiediamo alla ministra Grillo e all’Ordine dei Medici, che oltre ad intervenire nei singoli casi, nominino delle commissioni di controllo, volte anche ad emanare circolari e corsi di formazione obbligatoria, specifici per chiarire il trattamento dei pazienti HIV positivi, al fine che venga abolita ogni discriminazione».
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