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Addio bisturi! Da oggi il lifting non è più chirurgico

Barbara Impagliazzo

Barbara Impagliazzo

lun. 19 dicembre 2011

salvare

La bellezza salverà il mondo! Se Dostoevskij aveva ragione, siamo a cavallo! Sì, perché da qualche tempo i laboratori di ricerca Q-Med hanno messo in atto una nuova tecnica che consentirà di effettuare un mini lifting facciale in un tempo massimo di tre sedute, di una durata all’incirca di mezz’ora l’una, ad un costo decisamente proponibile.  

Sono le ore 9 del mattino, ho appuntamento per intervistare due autori in grado di effettuare questa tecnica e, un po’ incuriosita ed entusiasta per questo incontro, mi reco puntuale nello studio medico dove ci si prodiga per “salvare il mondo”.
Incontro dopo pochi minuti di attesa una sorridente e giovane donna, la dott.ssa Annarita Miazzi, medico estetico del Centro Clinico Crocetta di Torino, e il dott. Carlo Giovanni Barberis, chirurgo plastico del medesimo centro, che mi conducono in una delle numerose stanze dove si lavora giornalmente a pieno ritmo per creare bellezza.
Mi accomodo e, guardandomi intorno, percepisco la freddezza, la sterilità del luogo, che mi portano a comprendere quanto sia importante aver veramente deciso prima di accettare di effettuare qualsiasi ritocco, perché lì, nessuno scherza!
Ognuno seduto di fronte all’altro, iniziamo a colloquiare sull’argomento e, dopo aver compreso gli aspetti generali, entro nello specifico e do il via a numerose domande.

 

Dottoressa Miazzi, come si chiama questa tecnica innovativa?
M.: Il suo nome è Soft Restoration, è stata presentata per la prima volta a un congresso di Medicina estetica svoltosi a Parigi a maggio del 2010.

In cosa consiste esattamente?
M.: Consiste nell’iniettare acido ialuronico, come da sempre facciamo, ma con la differenza di effettuare l’innesto con una speciale cannula lunga dai 5 ai 7 cm, con un ago a punta smussa che impedendo il taglio evita un eventuale incontro con un vaso o un nervo e assicura di non ledere tessuti e capillari e di effettuare in assoluta tranquillità l’infiltrazione, roteando più volte la cannula dove necessario.
B.: Ho effettuato su centinaia di pazienti questo lavoro in poco più di un anno e non ho mai visto uscire da questo studio nessuna signora che riportasse anche un solo livido.
Non esistono effetti collaterali né controindicazione alcuna, e io consiglio questo tipo di lifting, anziché il bisturi, nell’85% dei casi.
M.: Ogni volta che mi trovo in procinto di spiegare alla paziente come si svolge il Soft Restoration vedo già il dott. Barberis accingersi a preparare la cannula, certo del brillante risultato.

È doloroso?
B.: Assolutamente no!

Di quante fiale di acido ialuronico necessita una paziente?
M.: Dipende sempre da quanto è rilassato il tessuto; in media sono sufficienti tre fiale, ma è soggettivo.
Come viene effettuata l’infiltrazione?
M.: Si parte dal terzo superiore; dopo 15 giorni circa si effettua il secondo innesto sul terzo medio e, infine, il terzo inferiore più o meno dopo lo stesso tempo di attesa.
Il trattamento ha una durata di circa mezz’ora a seduta e la paziente può truccarsi subito dopo e proseguire la sua normale giornata.
B.: L’aspetto entusiasmante di questo trattamento non consiste soltanto nel poter effettuare l’infiltrazione dove necessario, grazie alla particolare lunghezza della cannula, ma di poter avere un effetto migliorativo nel tempo per il potere biorivitalizzante di queste sostanze, che non solo riempiono, ma stimolano la normale produzione di acido ialuronico e dei fibroblasti; infatti, dopo qualche settimana dal trattamento esplicano al massimo la loro funzione.

La novità, quindi, consiste nella possibilità di inserire acido ialuronico dove necessita?
B.: Sì, perché la lunghezza della cannula è tale da consentire la cosiddetta “tecnica a ventaglio”, che consiste nel creare fili a forma di ventaglio di acido ialuronico sotto cute, permettendo di effettuare un lifting, ma nello stesso tempo di riempire anche dove esiste uno svuotamento dovuto al consumo di questo acido e di cancellare le rughe.
Un’innovazione perfetta!
M.: Sì, perfetta e totale! Mentre il classico lifting effettua solo un tiraggio della cute, il Soft Restoration lifta, riempie il viso e cancella le rughe.

Quali sono le altre differenze tra il lifting chirurgico e il Soft Restoration?
B.: Il lifting chirurgico ha una durata all’incirca di 10-12 anni, mentre il Soft Restoration va rifatto ogni anno, ma i costi sono decisamente ridotti in questo caso, perché parliamo di una spesa massima richiesta di 2.000 euro, quando per un lifting chirurgico a volte si superano i 12.000 euro. Per quanto riguarda i rischi, il lifting chirurgico comporta le problematiche tipiche di un intervento, quali l’anestesia totale, che può durare qualche ora, e la presenza di cicatrici ed ematomi, mentre con il Soft Restoration, a parte la totale assenza di anestesia, non esistono neppure rischi di reazione, e la paziente può guidare il medico a lavorare maggiormente in alcuni punti rispetto ad altri, in modo da ottenere il miglior risultato sperato (cosa invece impossibile con un lifting chirurgico, dove la paziente si affida al medico, ma potrebbe non essere pienamente soddisfatta al termine dell’intervento).

Quanti medici in Italia effettuano questo trattamento?
M.: Con precisione non lo so, perché in questo lavoro molti si improvvisano, ma probabilmente a Torino siamo gli unici, per il momento, ad essere specializzati nell’eseguire questa tecnica.

Il trattamento Soft Restoration rappresenta un importante passo avanti rispetto alla correzione estetica tradizionale, ed è possibile ottenere un risultato estetico mai raggiunto finora, riducendo drasticamente i rischi. L’esito del trattamento è immediato. Il risultato nella sua completezza è apprezzabile dopo circa una settimana dall’ultimo trattamento, ma progredisce, come abbiamo visto, nei tre mesi successivi.
La sorprendente innovazione consente anche di infiltrare l’area periorbitale, che rappresenta un limite importante per l’elevato rischio di complicazioni, soprattutto ematomi ed edemi.
Le nuove microcannule assicurano una distribuzione ottimale del prodotto e una riduzione significativa di gonfiori ed ematomi.
Forse Dostoevskij non si riferiva propriamente alla bellezza esteriore, ma al bello inteso come bontà d’animo, cura delle cose, delicatezza, dolcezza, e intendeva forse esprimere che il mondo sarà salvato dalla ricerca della bellezza in senso ampio, però… se fosse vissuto nel nostro secolo, magari un ritocchino l’avrebbe fatto anche lui!

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero 3 di Cosmetic Dentistry Italy 2011.

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