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Una sentenza del Consiglio di Stato mette freno al rientro dei bocciati al test d’accesso

gio. 26 giugno 2014

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Con sentenza n. 2829 del 30 maggio 2014, il Consiglio di Stato ha annullato le decisioni del TAR Lazio con cui si ammetteva il rientro degli studenti che avessero fatto domanda di re-iscrizione all’università italiana, pur essendo stati respinti al test di accesso in Italia.

Il Consiglio di Stato, si legge nella sentenza, «legittima infatti l’esclusione da un qualsiasi anno di corso degli studenti di università estere, che non superino la prova selettiva di primo accesso, eludendo, con corsi di studio avviati all’estero, la normativa nazionale […]. Né in contrario può valere l’accordo di collaborazione sottoscritto dall’Ateneo di Roma Tor Vergata con l’Università "Nostra Signora del Buon Consiglio" di Tirana – continua la sentenza – cui va riconosciuto valore di intesa per favorire lo sviluppo della formazione universitaria in Albania, ma non produce parificazione tra i rispettivi percorsi di studi».

Nata dalla convenzione di tre atenei italiani, la Statale di Milano, Roma Tor Vergata e l’Università di Bari, con programmi di studio, libri, docenti e lingua di insegnamento analoghi a quelli di Tor Vergata e con costi assai elevati (10 mila euro per l’iscrizione più spese di soggiorno), l’Università di Tirana è l’approdo di molti giovani respinti ai test in Italia, dal quale far “legittimamente” rientro all’università italiana. Ma a interrompere il “giro vizioso” – quella che appariva come una furbizia di studenti e famiglie – è stato il rettore di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, il quale ha rifiutato il trasferimento di una studentessa a Roma, avvallato da un ricorso (vinto) al TAR del Lazio, facendo ricorso a sua volta al Consiglio di Stato assieme al Ministero dell’Istruzione.

«A Tirana non voglio una Tor Vergata di serie B né scorciatoie per aspiranti camici bianchi», ha dichiarato il rettore. Di qui il nuovo protocollo d’intesa, con nuove regole per studenti e docenti, su cui sta lavorando con i vertici dell’Università di Tirana. A commento della sentenza e a nome di migliaia di genitori medici e odontoiatri che si trovano nella sua stessa situazione, riportiamo le considerazioni di Patrizia Biancucci, ortodontista a Torino e collaboratrice di Dental Tribune e Torino medica, la quale aveva accarezzato l’idea del piano B. Ossia iscrivere il figlio Alberto, respinto ai test in Italai, ai corsi di Odontoiatria dell’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio” a Tirana.

Ulteriori approfondimenti verranno pubblicati sul numero cartaceo, e e-paper, di luglio+agosto di Dental Tribune.

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