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Tutto il dentale al Forum Unidi alla vigilia di un grande rientro

Patrizia Gatto

Patrizia Gatto

mer. 7 marzo 2012

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Il Forum Unidi dell’11 febbraio non è stata solo l’occasione per presentare il ritorno dell’Expodental nella tradizionale sede della nuova Fiera Milano City, ma un incontro tra i rappresentanti di chi lavora in (e per) un comparto di industrie, aziende distributrici, docenti, igienisti, odontotecnici, assistenti, professionisti pubblici e privati ed editoria specializzata. In tutto oltre 170 mila persone (per alcuni 240 mila con l’indotto), a fronte di 1200 milioni di euro di prodotti venduti, milioni di ore lavorate per la salute di milioni di cittadini

Un comparto che da anni in punta dei piedi e discontinuamente segnala incoerenze e criticità non viene ascoltato. Dentista e dentale s’identificano non per la paura del dolore quanto per il costo della prestazione. Ora è tempo di cambiare e la preoccupazione sembra toccare tutti. Al Forum c’erano tutti (sindacati di odontoiatri, odontotecnici e igienisti, aziende di produzione e distribuzione, università, associazioni scientifiche, testate specialistiche e politici) per un approfondimento su “Come garantire la qualità delle cure odontoiatriche al tempo della crisi? Il settore dentale e la politica creano un percorso condiviso che passa per l'Europa tutelando il Made in Italy”. Il Presidente Unidi, Matteuzzi, dopo il benvenuto, ha analizzato antichi problemi acutizzati dalla crisi, con proposte rivolte ai politici illustrando cosa si può e si deve fare per la categoria in un percorso comune in Italia ed Europa. “I nostri prodotti sono ricercati - ha spiegato - ma in un mercato globalizzato la crisi non tocca solo il nostro Paese. Se alla libera circolazione di pazienti e professionisti in Europa, all’ingresso del capitale negli studi, alle liberalizzazioni e al mercato unico, non si contrappongono regole comuni e controlli più attenti sulla sicurezza dei prodotti, sulla rintracciabilità dei materiali, la formazione dei professionisti, l’aggiornamento degli abilitati, la ricerca del low cost finirà con l’esporre il cittadino a rischi per la salute. Dovere nostro e delle istituzioni è invece garantire prestazioni sicure”. In un’Italia in difficoltà c’è dunque un settore che sorride ancora grazie ai lungimiranti investimenti in qualità e ricerca del passato. Si tratta ora di programmare il futuro per impedire che tale qualità non vada dispersa. La promozione del Made in Italy nel mondo – ha concluso – è finanziata dalle aziende associate. Spiace notare come nelle manifestazioni mondiali gli stand dei concorrenti hanno spazi di promozione del loro Paese finanziati dai governi. Più volte ma invano abbiamo richiesto un sostegno al nostro. So delle difficoltà di bilancio ma non si richiedono nuovi fondi, solo che quelli già stanziati tengano conto anche dell’industria dentale italiana”.
Nel box sottostante riportiamo le proposte in sintesi fatte dalla categoria. I politici hanno ascoltato con attenzione, talvolta sorpresi dei dati forniti, dai problemi sollevati, dal peso politico e sociale dei partecipanti al Forum. L’europarlamentare Salvini, ha esortato a mantenere saldi e unitari gli intenti e il confronto con le lobby sempre presenti a Strasburgo. Le richieste di detrazioni fiscali, pur nel loro valore intrinseco (porterebbero benefici a tutti, stato compreso) in quest’austerità non potranno avere risposta in tempi brevi. Qualcosa eppur si muove. Altre interviste ed approfondimenti sul tema nei prossimi numeri.
 


Cosa viene richiesto e perché

- Detraibilità completa delle spese sostenute dal paziente odontoiatrico.
Recenti ricerche indicano che gli italiani disertano sempre più il dentista (nell’ultimo anno il 59,6% non vi si è recato neppure per effettuare l’igiene orale – Fonte Datanalys, gennaio 2012). Se i motivi possono essere ricercati in una miglior salute orale e in una scarsa cultura della prevenzione, a incidere negativamente è la crisi essendo l’odontoiatria una branca medica “out of pocket” (pagano i cittadini): il Ssn dà solo l’8% delle prestazioni odontoiatriche. Consentire al cittadino di detrarre interamente o con una percentuale maggiore del 19% (oltre i 200 euro) la spesa per le cure odontoiatriche consentirebbe agli italiani di non trascurare la salute orale e ad abbattere l’evasione in un settore da sempre giudicato poco attento alla fatturazione.
- Maggiore deducibilità degli investimenti da parte degli studi odontoiatrici.
Lo studio odontoiatrico necessita, a differenza di altri, d’ingenti investimenti in attrezzature ad alta tecnologia che lo rendono simile a una piccola e media impresa. A differenza delle quali hanno piani d’ammortamento a 8 anni che penalizzano la sostituzione prima di tale scadenza. Gli apparecchi elettromedicali dopo 2 o 3 anni sono obsoleti, penalizzando i dentisti che vogliano offrire terapie basate sulle più recenti tecnologie ed evidenze scientifiche. Secondo l’Andi il 64,8% dei dentisti farebbe investimenti in attrezzature a fronte di incentivi fiscali più equi. Se già oggi il mercato di materiale e attrezzature dentali vale in un anno 1.200 milioni di euro, l’investimento dei dentisti porterebbe a un incremento di produzione e occupazione.
- Rispetto e armonizzazione delle norme sulla sicurezza dei prodotti e delle strutture sanitarie in funzione del paziente.
In merito alla norme (europee) sulla produzione e commercializzazione dei dispositivi medici ed elettromedicali, si chiede una miglior armonizzazione considerando quanto imposto da Paesi come Usa e Canada e più controlli sui prodotti da Paesi extra UE. Necessaria anche un’armonizzazione delle delibere regionali sulle autorizzazioni sanitarie degli studi per i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi a garanzia del paziente.
- Lotta all’abusivismo professionale.
Riprendere al più presto la discussione della norma (già approvata dalla Camera) contenuta nel DDL Salute che prevede la confisca dei beni utilizzati nell’esercizio abusivo della professione ma anche un’Anagrafe dei Direttori Sanitari per sapere in quanti studi operano. Oggi è possibile per un iscritto all’Albo odontoiatri essere direttore sanitario di più strutture rendendo di fatto impossibile verificare gli operatori che esercitano in quelle strutture. Una pratica spesso utilizzata dagli iscritti all’Albo Odontoiatri per “coprire” i finti abusivi nelle pratiche illegali.
- Revisione dell'allegato B della legge 175 del 5 febbraio 1992 (legge Volponi).
L’allegato elenca una serie di materiali e attrezzature vendibili esclusivamente agli iscritti all’Albo Odontoiatri. In questi anni l’elenco non è mai stato aggiornato rendendo le imprese che vendono prodotti, a rischio di sanzioni in quanto la classificazione di nuovi materiali e attrezzature prodotte negli ultimi 20 anni è differente a seconda di chi effettua la verifica.
 


L'articolo è stato pubblicato sul numero 3 di Dental Tribune 2012 Italy.

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