Abbiamo avuto occasione di incontrare la dottoressa Costanza Micarelli, past president SIPRO, odontoiatra da molti anni dedita alla protesi su denti e impianti e all’integrazione delle tecnologie digitali. Al Congresso DS World di Riccione con il titolo “Il paziente al centro del flusso digitale” la dottoressa è intervenuta come relatrice nella sala plenaria parlando insieme all’odt. Lanfranco Santocchi di “L’esperienza digitale: l’estetica incontra la tecnologia” e il sabato ha moderato brillantemente la sezione specialistica “Il flusso di lavoro digitale: come cambia la comunicazione medico-tecnico/medico-paziente”.
Da quanto percepito, risulta che nell’esperienza digitale il rapporto medico/protesista/odontotecnico ne esce addirittura rafforzato, a dispetto dell’allarmismo di alcuni anni fa.
Uno dei fattori che chi utilizza il digitale da tempo ha ben chiaro è che la tecnologia non rappresenta solo un modo diverso di fabbricare le cose, ma una mentalità del tutto nuova nella quale la possibilità di comunicare e lavorare in modo sincrono e immediato è il vero punto di forza. Da questo punto di vista la comunicazione con il laboratorio consente una sinergia mai vista prima, con un aumento non solo della velocità e dalla qualità del lavoro (che si traduce in un risparmio economico) ma anche e non secondariamente con una integrazione reciproca delle conoscenze che consente all’intero team di progredire continuamente.
Il modello presentato sembra quello di squadra con al centro il paziente e intorno non solo i collaboratori dello studio, ma anche coloro che intervengono da remoto come l’odt. e le aziende stesse.
A mio parere, e per la mia esperienza, questo è il modello del futuro e l’unico che può vincere le sfide che ci aspettano. Se ci pensiamo, la figura del dentista è sempre stata, salvo rare eccezioni, piuttosto autoreferenziale e tendenzialmente individualista, con relazioni unidirezionali e gestite separatamente con i collaboratori e i pazienti. La possibilità di condividere dati e flussi di lavoro in tempo reale cambia completamente il modello rendendolo multidirezionale e sincronico. Il concetto di team viene trasformato e si arricchisce di nuove competenze, rimanendo al passo con una cultura sempre più ramificata e multimediale e aiutando il dentista a vivere attivamente al centro di un mondo che cambia continuamente. La pericolosa alternativa è quella di rimanere fermi assistendo con frustrazione a un progresso che rischia di marginalizzarci.
Cosa significa “dobbiamo imparare a interpretare i numeri della realtà virtuale nella realtà reale”?
Questo concetto è implicito nella scolarizzazione rispetto all’informatica, che spesso viene confusa con l’insegnamento all’uso dei software e degli strumenti, ma che deve invece iniziare dalla comprensione degli algoritmi e del funzionamento dell’intelligenza artificiale. I computer assemblano ed elaborano una quantità enorme di informazioni reali che attraverso gli strumenti digitali vengono trasformate in numeri, diventando così virtuali. Questa trasformazione implica inevitabilmente un certo numero di errori, tanto più significativi quante più sono le informazioni e dipendenti anche dagli strumenti e dalla metodica di acquisizione. Questo implica che le immagini che noi vediamo sullo schermo e che interpretiamo come perfettamente rispondenti al dato fisico sono in realtà dei falsi, sono numeri trasformati in disegni; l’inverso avviene con la fabbricazione di manufatti da flussi digitali, ovvero vengono impartite istruzioni numeriche alle macchine che le trasformano in oggetti reali. Se gli operatori non discernono il reale dal virtuale, se non capiscono quali errori sono potenzialmente indotti dai software e quali da procedure di acquisizione incongrue il rischio è introdurre errori più o meno gravi nelle procedure cliniche. Per farla breve: informatica non fa necessariamente il paio con infallibilità!
Insieme ai relatori si è insistito molto sulla gravità di chiamare ancora la scansione intraorale impronta ottica, perché?
Gravità è un po’ eccessivo... diciamo che identificare una scansione con l’impronta è un errore concettuale, proprio per quanto abbiamo detto sopra: impronta è una rilevazione fisica di un dato reale, che serve tendenzialmente per eseguire un processo diagnostico o terapeutico, mentre scansione è la virtualizzazione di dati reali con possibilità di utilizzi diversi che vanno dall’elaborazione al matching con altri dati fino alla fabbricazione di supporti terapeutici, procedura quest’ultima che è solo una parte di quanto si può ottenere da un dato digitale.
Un relatore di Palermo che lavora con laboratorio di Vicenza, ha evidenziato quanto sia importante il protocollo della prima visita.
Il protocollo di prima visita è sempre stato molto importante, ma se vogliamo sfruttare le possibilità di interazione, anche a distanza, che il digitale ha creato dobbiamo fare in modo da acquisire tutti i dati in modo completo e corretto, ci accorgeremo elaborandoli e condividendoli con il laboratorio quanto i nostri piani di trattamento possano essere più completi e circostanziati, stratificati in modo dettagliato a seconda delle necessità del paziente, più prevedibili e decisamente illustrabili ai pazienti in modo più incisivo e convincente.
“Se non litighi con un tecnico non puoi scegliere i materiali”, questa frase è significativa. Quali le responsabilità del medico e quelle del tecnico nella protesi?
Diciamo che più che litigare è meglio discutere serenamente... la responsabilità della scelta è del medico, quella della trasformazione dei materiali e della loro lavorazione è del tecnico. Va da sé che il medico per scegliere in modo selettivo e opportuno necessita di conoscenze che spesso non possiede in maniera completa, e per integrare e circostanziare le quali l’interazione con il tecnico è fondamentale.
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