Uno studio multicentrico sul dosaggio del glucosio nella saliva conferma la necessità del ricorso a presidi che garantiscano un’efficacia antibatterica di lunga durata.
Alimentazione sana e corretta, accurata igiene orale con utilizzo di presidi che assicurino una copertura antibatterica efficace e di lunga durata anche nelle ore notturne. Queste in sintesi le raccomandazioni che emergono dai risultati di una ricerca multicentrica biennale dal titolo “Dosaggio del Glucosio nella saliva”, condotta in collaborazione fra la Professoressa Antonella Polimeni dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza e il Professor Giampietro Farronato dell’Università degli Studi di Milano e realizzata con il contributo di Colgate.
Lo studio è stato condotto con l’intento di misurare, in diversi momenti della giornata, le variazioni dei livelli di glucosio nella saliva, correlabili con la patologia cariosa . Che il glucosio sia presente nella saliva è un fatto noto da tempo, con valori particolarmente elevati nei soggetti diabetici. «Ci siamo chiesti se, oltre che nel diabetico, il rapporto fra salute orale e alimentazione è presente anche nell’individuo normale – spiega il Professor Farronato, Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia e Presidente Corso di Laurea di Igiene Dentale dell’Università di Milano.
Ciò che emerge dall’analisi, e che potrebbe avere interessanti implicazioni sulle manovre di igiene orale, è la curva descritta delle variazioni dei livelli di glucosio nel tempo. «Abbiamo reclutato un campione statisticamente significativo di soggetti sani, professionisti del settore e studenti con altissima capacità di mantenere un’ottima igiene orale, e abbiamo effettuato un primo prelievo di saliva dopo un digiuno dalla mezzanotte precedente e senza che si fossero lavati i denti al mattino» illustra l’esperto. I soggetti sono stati quindi invitati a consumare la colazione e a lavarsi i denti: i prelievi successivi di saliva sono stati eseguiti dopo 60, 90, 120 e 180 minuti. «Nel primo prelievo abbiamo ottenuto alti valori di glucosio – ricorda il ricercatore. «Considerato che si tratta di soggetti molto capaci di pulizia dentale, significa che si è avuto un accumulo di glucosio durante la notte, probabilmente arrivato attraverso la saliva». Al secondo prelievo, eseguito un’ora dopo aver lavato i denti, i livelli di glucosio raggiungono un valore minimo per poi risalire, con una curva a campana, in coincidenza con il terzo prelievo e diminuire progressivamente nei due prelievi successivi.
Lo studio evidenzia dunque un incremento dei livelli di glucosio salivare anche a distanza dalla colazione, in coincidenza con l’innalzamento della curva di glucosio nel sangue conseguente al consumo del pasto. Inoltre, mostra chiaramente un aumento della quantità di glucosio nella saliva soprattutto di notte, quando il flusso salivare è ridotto rispetto al giorno e il glucosio è concentrato nella poca saliva presente. A ciò si aggiunge l’incremento di glucosio coincidente con la curva postprandiale successiva alla cena. «Ceniamo, ci laviamo i denti, ma la curva glicemica si innalza dopo – ribadisce l’autore dello studio –. «C’è poi la brutta abitudine di fare il carico alimentare soprattutto la sera e di conseguenza il fenomeno viene esaltato proprio nel momento in cui c’è meno dilavamento» aggiunge Farronato –. «Fortunatamente sul mercato sono presenti alcuni prodotti di igiene orale contenenti antibatterici, come ad esempio Triclosan, di dimostrata efficacia anti-batterica ed anti-infiammatoria che hanno una durata maggiore di 8 ore grazie all’aggiunta al dentifricio di un co-polimero che aumenta la permanenza e assicura il lento rilascio dei principi attivi nel cavo orale».
La prevenzione si fonda dunque su corrette abitudini alimentari, evitando per esempio di alzarsi a saccheggiare il frigorifero nelle ore notturne, e su corrette misure di igiene orale con l’utilizzo di presidi che garantiscano una prolungata copertura antibatterica. «Ci sono dentifrici che promettono una lunga durata di protezione, importante soprattutto durante la notte quando c’è maggior accumulo di glucosio, salivazione diminuita, abbassamento del pH e proliferazione batterica facilitata» sottolinea Farronato, che puntualizza l’importanza della ricerca: «Che si inserisce nel contesto di un discorso più ampio a forti basi scientifiche in cui l’obiettivo deve essere quello di mantenere lo stato di salute del cavo orale che perdura per tutta vita con importanti ricadute sistemiche».
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