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Ritardo per l’Italia delle pmi rispetto alla media europea

www.pmi.it

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ven. 1 febbraio 2013

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Da Bruxelles arrivano i voti per l’Italia delle pmi e non ci sono buoni risultati. L'ultima pagella della Commissione europea sull'attuazione italiana dello Small business act, il documento Ue per una strategia a favore delle piccole e medie imprese, considera l'Italia sotto la media degli altri Paesi europei.

Bruxelles segnala un ritardo su imprenditorialità, internazionaIizzazione, competenze e innovazione, mercato unico, accesso ai finanziamenti, amministrazione recettiva, seconda possibilità.
Solo per quanto riguarda politiche per ambiente, appalti pubblici e aiuti di Stato, l’Italia è allineata ai risultati degli atri Stati membri.

In particolare il ritardo la commissione europea lo segnala su fattori chiave come i costi di avvio di un'impresa, pari al 18% del reddito pro capite contro il 5% della Ue.
Questo è un dato piuttosto penalizzante che pone il nostro Paese al penultimo posto davanti solo alla Grecia.
Un problema rilevante per le aziende italiane è dato anche dai tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione, che in media arrivano a 55 giorni contro i 25 giorni dell'Unione.
L’Italia registra, inoltre, il secondo peggiore risultato sul ruolo dell'istruzione nello sviluppo dello spirito imprenditoriale, riconosciuto dal 37% delle imprese rispetto al 49% della Ue.

Ma il problema principale che riscontrano le aziende è dato dalle difficoltà di accesso al credito bancario.
In particolare le imprese italiane di piccole dimensioni che sono tra quelle che pagano di più i prestiti fino a 1 milione di euro.
Un altro segnale di criticità riguarda l'internazionalizzazione: solo il 6% acquista prodotti da altri Paesi europei (la media nella Ue è del 17%), mentre soltanto il 3% esporta (mentre la media Ue è del 7%).
Differenze con gli altri Paesi si registrano anche in base al fatto che soltanto il 5% degli impiegati delle microimprese partecipa a corsi di istruzione e formazione, contro l'11% europeo.

Tra gli indicatori positivi che emergono dal confronto col resto d’Europa ci sono però settori importanti come gli appalti e l’ambiente. In termini di valore, la quota degli appalti pubblici aggiudicati alle piccole e medie imprese è superiore alla media europea (44% contro il 38%) e siamo a un livello superiore anche per quanto riguarda gli aiuti di Stato dedicati (18 contro 4%).
Nella quota di Pmi che offre prodotti ecologici (26%) o realizza almeno il 50% del fatturato da prodotti ecologici (25%) l'Italia è in linea o leggermente più avanti.
Nel capitolo innovazione, infine, brilliamo per il livello di imprese che innovano.

 

Fonte: www.pmi.it

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