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Case report. Restauro diretto multi shade con Filtek™ Supreme XTE

Frattura del 21 che include lo smalto e la porzione dentinale, senza coinvolgimento dell’organo pulsare.
F. Narducci

F. Narducci

mer. 7 gennaio 2015

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A oltre quarant’anni dallo sviluppo della scienza dei materiali e di studi sia in vivo che in vitro, le resine composite sono state confermate come dei materiali estremamente performanti. Le loro caratteristiche estetiche e meccaniche le rendono particolarmente indicate in campi di applicazione vasti, questo grazie anche al fenomeno dell’ibridizzazione a cui possono essere sottoposti smalto e dentina.

I compositi nanoibridi rappresentano l’innovazione più recente. Il caso di seguito descritto è stato eseguito con Filtek™ Supreme XTE, composito nanoibrido, dalle eccellenti proprietà fisiche e meccaniche.

Descrizione del caso
Il giovane paziente di 13 anni è giunto alla mia osservazione dopo che aveva urtato sul bordo della piscina, riportando un’importante frattura coronale a carico del 21 e di una piccolissima porzione del margine incisale dell’11.
Il test di vitalità era positivo e gli elementi suddetti non erano mobili o dolenti. Non vi erano coinvolgimenti traumatici di tessuti orali e periorali. La frattura del 21 includeva lo smalto e la porzione dentinale, senza coinvolgimento dell’organo pulpare. La radiografia degli elementi non mostrava fratture radicolari o problemi parodontali annessi (Figg. 1, 2). Rilevata un’impronta preliminare, ho eseguito il wax-up del frammento mancante sul modello superiore sviluppato, realizzando una mascherina in silicone per la stratificazione della porzione mancante mediante due masse: dentina opaca e smalto (Fig. 3). Isolato il campo operatorio mediante diga di gomma, ho regolarizzato i margini fratturati, rimuovendo i prismi dello smalto non sostenuti.

Ho poi utilizzato una micro sabbiatrice per la detersione della sola area fratturata (Fig. 4).
Ho iniziato le procedure adesive mediante mordenzatura acida della preparazione con acido ortofosforico al 35% per 15 secondi, sciacquata e dolcemente asciugata con aria.
Un adesivo monoflacone, con tecnica etch & rinse, è stato applicato con la punta di un applicatore (Adper™ Scotchbond™ 1 XT) (Fig. 5).

Sono partito con la stratificazione della porzione palatale con massa smalto, servendomi della mascherina, realizzata dopo il wax-up; successivamente ho inserito la dentina opaca, con la quale ho realizzato il “core” della ricostruzione, imitando i mammelloni dentinali, tra i quali ho intervallato una massa traslucente. Ho ricoperto poi superficialmente il tutto con la massa smalto (Fig. 6). La superficie è stata rifinita con frese diamantate a granulometria decrescente e frese in carburo di tungsteno, gommini, e pasta diamantata con feltrino a intermittenza (Fig. 7).
Questo è il risultato a sei mesi di controllo (Fig. 8). I genitori del piccolo paziente erano molto soddisfatti del risultato ottenuto, e hanno definito il restauro molto naturale e poco invasivo, considerando l’entità della frattura riportata (Fig. 9).

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