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Respirare con la bocca durante il sonno aumenta il rischio di carie

La respirazione con la bocca durante il sonno è correlata – secondo una nuova ricerca – a una diminuzione del pH intra-orale rispetto alla normale respirazione, circostanza valutata come concausa di erosione dentale e carie (Foto: ©baranq/Shutterstock).

gio. 18 febbraio 2016

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Dunedin (Nuova Zelanda) – Aumenta il rischio di carie per le persone che mentre dormono respirano attraverso la bocca, piuttosto che con il naso. Lo dicono i risultati di una ricerca effettuata all’Università di Otago (Nuova Zelanda). Nello studio, la respirazione con la bocca è stato collegata a un ambiente orale più acido, circostanza giudicata capace di favorire una più facile erosione dello smalto dentale e la carie.

Per misurare come la respirazione con la bocca influisca sui livelli di pH orali, i ricercatori del Sir John Walsh Research Institute dell’Università hanno studiato un gruppo di dieci volontari sani, i quali hanno trascorso alcune notti con una clip al naso, costringendosi a respirare attraverso la bocca, mentre per quattro giorni gli venivano misurati i valori di pH e temperatura nell’area degli incisivi centrali mascellari.

Tra il giorno e la notte è stata rilevata una notevole differenza di variazione del pH e della temperatura. «In tutti i partecipanti il pH intra-orale diminuisce lentamente durante il sonno, mostrando un’accelerazione verso il basso nel periodo in cui i partecipanti sono costretti a respirare con la bocca», riferisce Joanne Choi, autrice principale dello studio e dottoranda di ricerca presso l’Università.

Il pH medio nel sonno con respirazione orale era leggermente acido (6,6), a fronte di uno neutro (7) con respirazione nasale. «A volte – sottolinea Choi – i livelli di pH nella respirazione notturna orale sono crollati a 3.6. Di qui l’idea che la respirazione con la bocca possa essere effettivamente una concausa di malattie dentali quali erosione dello smalto e carie», conclude.

Secondo la ricercatrice, si tratta del primo studio che monitora costantemente e per vari giorni le variazioni di pH intra-orali in soggetti sani. Un livello di pH inferiore a 5.5 in bocca è considerato insaturo e può indurre la carie. Le condizioni acide generali della bocca favoriscono la crescita di batteri acidofili e di conseguenza, la formazione di un biofilm nocivo.
La ricerca “Intraoral pH and temperature during sleep with and without mouth breathing” (questo il titolo) è stata pubblicata il 15 dicembre sul Journal of Oral Rehabilitation.

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