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Quando una giovane donna laureata sceglie di diventare chirurgo orale

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Fabrizia Luongo.
Dental Tribune International

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ven. 8 marzo 2013

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Fabrizia Luongo, giovane laureata, è di recente tornata da un Periodontics Preceptorship Postgraduated Program presso l’UCLA (University of California Los Angeles).

Come è nata, in una giovane laureata in Odontoiatria, la passione per la Parodontologia e la chirurgia orale?
Durante il Corso di laurea mi sono subito sentita attratta da queste discipline e ho deciso di dedicarmici al termine degli studi, approfondendo la conoscenza.

Quali potrebbero essere i punti di forza e le criticità per una donna che si dedica a queste specialità?
Ritengo che il principale punto di forza sia una naturale tendenza di noi donne al rigore metodologico e alla precisione, indispensabili per chi pratica queste discipline. La maggiore criticità, invece, è che i ruoli chirurgici in generale sono da sempre visti come appannaggio maschile.

Perché è andata negli Stati Uniti a seguire un programma di formazione?
Ho avuto questa opportunità e ho pensato fosse utile approfittarne. Penso che il momento più idoneo per avere esperienze come questa sia quello immediatamente successivo alla laurea.

Ci può raccontare brevemente la sua esperienza?
È stata un’esperienza straordinaria dal punto di vista umano e professionale. I partecipanti a questi corsi post laurea UCLA provengono da ogni parte del mondo. Avere rapporti quotidiani con una comunità internazionale così eterogenea, ti arricchisce enormemente dal punto di vista umano. Sotto l’aspetto professionale, il periodo trascorso a Los Angeles mi ha permesso di approfondire sensibilmente le mie conoscenze cliniche e partecipare ad interessantissimi programmi di ricerca.

Quali sono, a suo giudizio, le criticità per i giovani odontoiatri di oggi?
Noi giovani, nel nostro come in altri campi, viviamo oggi una realtà estremamente competitiva dove lo sviluppo delle conoscenze e tecnologie obbliga a raggiungere rapidamente e a mantenere un elevato livello di professionalità. Ritengo che sia lo strumento migliore per ritagliarsi uno spazio, in particolare in un momento decisamente non favorevole all’accesso al mondo del lavoro, come l’attuale.

Concludendo, nel futuro vede anche la possibilità di conciliare la famiglia con un’importante professione come quella che ha scelto?
In questi tempi la bravura e la capacità di una donna consistono nel riuscire a raggiungere i propri obiettivi professionali, più o meno impegnativi, affiancandovi la costruzione di una famiglia. Senza il giusto equilibrio, una donna non potrebbe mai sentirsi realizzata. È possibile conciliare le due cose: si lavora perché si ama il proprio lavoro e amare il lavoro rende possibile, se non indispensabile, la presenza di una famiglia.

 

L'intervista è stata pubblicata sul numero 3 di Dental Tribune 2013 (marzo).

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