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Principi biomimetici applicati all’odontoiatria cosmetica

S. M. McMahon, E. Evron

S. M. McMahon, E. Evron

gio. 31 maggio 2012

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L’odontoaitria biomimetica si basa sulla filosofia che il dente intatto, con i suoi colori e sfumature ideali, e ancora più importante, con la sua anatomia intracoronale, i suoi meccanismi e la posizione nell’arcata, è la guida per la ricostruzione e il fattore determinante del successo. Questo approccio è conservativo, biologicamente valido e in forte contrasto con la tecnica della metalloceramica in cui la fusione di metallo, con il suo modulo di elasticità elevato, rende ipofunzionale la dentina sottostante.

Lo scopo della biomimetica nell’odontoiatria restaurativa è quello di riportare tutti i tessuti dentali preparati alla piena funzione, tramite la creazione di un legame con il tessuto duro che permetta agli stress funzionali di passare attraverso il dente, portando l’intera corona nel risultato biologico ed estetico finale.
Secondo Douglas A. Terry, DDS, in odontoiatria non c’è nessun biomateriale che abbia le stesse proprietà fisiche, meccaniche e ottiche della struttura del dente (ovvero dentina, smalto e cemento) e che possieda le caratteristiche fisiologiche di denti intatti in funzione. Utilizzando approcci terapeutici biomimetici, gli odontoiatri possono migliorare e avvicinarsi alle strutture biologiche naturali e alla loro funzione.
Ci sono due prospettive principali a cui si applica il termine “biomimetico”: una prospettiva purista che si focalizza sulla ricreazione dei tessuti biologici e una prospettiva descrittiva che si focalizza sull’utilizzo di materiali che portano a un effetto biologico mimato. Anche se differenti, entrambi condividono nel restauro il comune scopo del riprodurre la biologia. Questo è un crescente scopo comune a dentisti e pazienti nell’ottenimento di un’odontoiatria estetica e funzionale.
Le tecniche di odontoiatria biomimetica offrono al paziente opzioni minimamente invasive che conservano la struttura del dente sana in virtù di un imperativo clinico. La biomimetica è essenzialmente descritta come una riproduzione della vita naturale che può essere conseguita usando moderne resine composite e procedure dentali adesive. La conservazione e la mimica biologica creano la base di una filosofia biomimetica e insieme producono l’effetto che i pazienti di oggi si aspettano.
Da un punto di vista estetico/restaurativo, la biomimetica o bioriproduzione è l’applicazione di metodi e sistemi per sostituire elementi biologici al fine di ricreare una salute orale ottimale8. Queste tecniche sono fondamentali nella moderna odontoiatria perché combinano l’attenzione sulla salute dentale e sull’aspetto estetico. Un materiale biomimetico dovrebbe eguagliare la parte del dente che sta sostituendo in diverse caratteristiche importanti, tra cui il modulo di elasticità e la funzione delle relative aree (ovvero polpa, dentina, smalto, giunzione amelo-cementizia).
La produzione di biomateriali simili a osso, dentina e smalto per l’ingegneria dei di tessuti (duri) mineralizzati è un’elevata priorità della medicina rigenerativa e dell’odontoiatria. La capacità di realizzare tali materiali ha permesso ai restauri dentali di ottenere risultati significativamente più naturali e che inevitabilmente hanno prestazioni più elevate rispetto ai materiali estetici del passato.
Le prestazioni fisiologiche di un dente intatto richiedono un equilibrio tra parametri biologici, meccanici, funzionali ed estetici, al fine di ottenere qualità biomimetiche.
Questo richiede lo sviluppo di un “pensiero anatomico morfologico” quando si realizza un restauro che replica il dente naturale nella sua forma, funzione ed estetica. Tale principio biologico permetterà all’odontoiatria di focalizzarsi sulla salute futura, nonché sull’aspetto duraturo del sorriso del paziente che sono entrambi necessari per la soddisfazione del paziente.
Secondo Wynn Okuda, DMD, “le modifiche al design esistente della cavità dovrebbero basarsi sulla conservazione della dentizione naturale. Gli scopi e gli obiettivi della sostituzione biomimetica dovrebbero essere quelli di mimare la struttura che viene sostituita, permettendo così la minima rimozione della struttura dentale adiacente non interessata”. Secondo Okuda, l’adozione dei principi biomimetici rappresenta un approccio filosofico alla pratica dell’odontoiatria. Gli odontoiatri devono dedicare del tempo per trovare metodi di approccio minimamente invasivo per risolvere i problemi dentali.
Per milioni di anni, la natura ha creato una formula per materiali altamente funzionali che hanno resistito all’evoluzione. Per creare strutture che continueranno a funzionare a tale livello, l’odontoiatria deve copiare e integrare i complessi metodi della natura. Terry dichiara che “abbiamo bisogno di sviluppare modalità di trattamento che ci permettano di riprodurre i comportamenti biomeccanici del dente intatto.
Con la collaborazione tra ricercatori, clinici e tecnici per comprendere il complesso orientamento di questo materiale composito chiamato struttura dentale, continueranno a esserci miglioramenti”.

La stessa filosofia di utilizzare la natura come guida per il restauro e la rigenerazione può essere estesa a una soluzione funzionale, creando strutture mancanti in pazienti con esigenze estetiche.
I trattamenti minimamente invasivi sono procedure che restaurano forma, funzione ed estetica con la minima rimozione della struttura sana del dente. Questo si ottiene rimuovendo solo i tessuti dentali che non possono essere trattati in modo adesivo. Questo approccio conservativo lascia ai pazienti la maggior quantità possibile di struttura dentale naturale, restaurando o creando il tessuto che migliorerà la funzione e l’aspetto.
Mentre le faccette indirette in ceramica possono richiedere una grande preparazione e rimozione della struttura del dente, l’adesione diretta del composito segue l’approccio conservativo. I restauri diretti in composito offrono un trattamento alternativo che assicura un’estetica eccellente e la conservazione della struttura del dente, dato che la preparazione si limita alle sole aree concernenti lo smalto intaccato e non supportato.
I pazienti vogliono trattamenti odontoiatrici più estetici, ma meno invasivi e il composito soddisfa questa esigenza. L’evidenza suggerisce che i compositi possono fornire un’estetica ottimale con un minimo o nessun intervento sul dente, migliorando immediatamente l’estetica e lasciando opzioni per una futura terapia ortodontica e restaurativa. Inoltre, con l’invecchiamento della persona, invecchiano anche i suoi restauri.
Talvolta, i denti che sono stati restaurati si rompono ed è necessario sostituire tali restauri. Fortunatamente, se il restauro iniziale è stato realizzato usando procedure minimamente invasive, ci dovrebbe essere ancora della struttura dentale su cui lavorare qualora fosse necessario un secondo restauro.
In questo modo, l’approccio biomimetico prende in considerazione sia la salute dentale del paziente attuale sia quella futura.
Oggi, sono disponibili molti compositi moderni, messi a punto per procedure altamente estetiche e che, quando utilizzati correttamente, possono dare come risultato restauri indistinguibili dalla dentizione naturale. Questo articolo estrapola i principi biomimetici minimamente invasivi del restauro e li applica a procedure per sostituire il tessuto mancante e creare miglioramenti cosmetici che, alla fine, portano benefici alla salute orale del paziente e al suo aspetto.
Il processo di mimare il tessuto, che all’inizio non era presente, applica una metodologia biomimetica simile a quella usata nell’odontoiatria restaurativa che conserva la struttura del dente.
Presentiamo qui due casi che dimostrano la diversità delle tecniche biomimetiche disponibili nell’ambito dell’odontoiatria cosmetica.

Caso clinico 1
Un paziente sano di 34 anni si è presentato per il trattamento dello spazio tra i denti anteriori superiori e inferiori, nonché per lo sbiancamento. Egli desiderava un aspetto generale più estetico. Dopo un attento esame, sono state proposte al paziente due opzioni. Sia le faccette in ceramica e sia l’adesione di composito biomimetico avrebbero eliminato lo spazio e creato un sorriso più bianco, anche se la tecnica con restauro adesivo in composito mostrava diversi vantaggi, rendendola la scelta più idonea per il paziente.
L’effetto biomimetico del restauro adesivo in composito assicura che il paziente ottenga un risultato naturale e altamente funzionale. Gli attuali compositi hanno proprietà fisiche ed estetiche decisamente migliorate che permettono di eseguire modalità di trattamento minimamente invasive, con risultati immediati che sono in grado di soddisfare i pazienti più esigenti dal punto di vista estetico.
Le faccette in ceramica, invece, richiedono un intervento sul dente maggiore e irreversibile. Inoltre, esse richiedono almeno due appuntamenti e una considerevole preparazione del dente. Il restauro adesivo in composito scelto per questo paziente prevede una minima preparazione intra-smalto per la sabbiatura o la pulizia della superficie dello smalto con pomice e senza anestesia locale.
Con questo tipo di trattamento si possono trattare meno denti (o solo parte dei denti) e, dato che non vi sono costi di laboratorio, è più economico per il paziente. Il restauro adesivo in composito può essere considerato una possibile alternativa di trattamento mimimale o non invasivo.

Trattamento
È stata eseguita una procedura iniziale di sbiancamento in studio, una settimana prima del restauro con composito. È stato poi eseguito in studio il trattamento dei diastemi superiori e inferiori con composito: i denti mascellari anteriori e i denti mandibolari anteriori sono stati trattati con Pumice Preppies (Whip Mix Corp.), risciacquati e asciugati.

I denti sono stati quindi trattati con acido fosforico al 35% Ultra Etch (Ultradent Products ) per 15 secondi, asciugati e lasciati umidi. Sui denti è stato applicato l’adesivo Prime & Bond NT (Dentsply Corp.), distribuito con un getto d’aria e quindi polimerizzato per 20 secondi.
I diastemi sono stati restaurati con Esthet-X HD Micro Matrix Restorative (Dentsply Corp.). È stato applicato uno strato di A2 per bloccare la trasmissione della luce attraverso il diastema, simulando lo strato di dentina. La caratterizzazione è stata eseguita aggiungendo Pink Tint Venus, applicato con uno strumento endodontico n° 10 dentro la superficie di A2.
Questo strato è stato polimerizzato per 20 secondi. Un secondo strato di Esthet –X HD, nel colore smalto WE, è stato applicato e contornato simulando lo strato di smalto. Questo strato è stato fotopolimerizzato per 20 secondi. Il composito è stato quindi contornato, rifinito e lucidata con dischi Sof–lex (3M ESPE).

Caso clinico 2
Un paziente sano di 23 anni si è presentato con un incisivo laterale cuneiforme che desiderava migliorare esteticamente. Un incisivo laterale cuneiforme può essere definito come un dente con ridotto diametro meso-distale e con superfici prossimali convergenti marcatamente nella direzione incisale.
Questa forma e alterazione della dimensione del dente è geneticamente ereditaria e si presenta nell’1-2% della popolazione. Le opzioni di trattamento prevedevano anche questa volta una faccetta in ceramica o restauro adesivo in composito. Il paziente ha scelto la procedura biomimetica di restauro adesivo in composito.

Trattamento
Il trattamento consisteva nell’adesione diretta di composito sull’incisivo laterale destro superiore. Non è stata necessaria alcuna preparazione. Il dente è stato pulito con pomice (Pumice Preppy, Whip Mix Corp.).
Sull’intera superficie dello smalto è stato applicato acido fosforico al 35% (Ultra Etch, Ultradent Products) per 15 secondi. Il mordenzante è stato quindi lavato via, lasciando la superficie dello smalto umida. Sui denti è stato applicato l’adesivo Prime & Bond NT (Dentsply Corp.), distribuito con un getto d’aria e quindi fotopolimerizzato per 20 secondi.
È stato applicato il materiale da restauro Esthet–X HD Micro Matrix (Dentsply Corp.), nel colore C1, contornato e polimerizzato. Questo è stato seguito da uno strato di Esthet–X HD Micro Matrix (Dentsply Corp.). Le caratteristiche ideali di elevata lucidabilità, diverse opzioni di opacità e contornabilità rendono Esthet-X HD una scelta eccellente per questo tipo di applicazione. Il restauro è stato quindi rifinito e lucidato con dischi Sof-lex (3M ESPE).

Riassunto
I principi biomimetici possono essere applicati a casi dentali estetici per minimizzare la riduzione della struttura del dente sana, nella ricerca di un’estetica migliorata. I risultati possono migliorare l’estetica, il costo per il paziente può essere ridotto e la struttura del dente sottostante può essere preservata per la salute dentale presente e futura del paziente.

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L'articolo è stato pubblicato sul numero 2 di Cosmetic 2012.

 

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