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Monaco di Baviera – Stando agli esperti, i biofilm orali vengono di solito giudicati un problema a causa delle minacce che costituiscono per esseri umani e le cose. Una nuova ricerca tedesca dice invece che colonie di alghe, funghi o batteri posseggono interessanti proprietà dal punto di vista scientifico e tecnico, che potrebbero evidenziarsi nella creazione di migliori modelli strutturali, compresi quelli odontoiatrici.
Tutti i materiali in natura (legno, ossa, madreperla o denti) sono evoluti in milioni di anni, basandosi sul principio di stabilità di adattamento e alleggerimento di peso, perché la natura stessa fornisce le premesse per lo sviluppo. Comunque, le repliche ingegneristiche non riescono a riprodurre la complessità strutturale del materiale originale esistente in natura dove «troviamo molti materiali con proprietà che quelli artificiali non sono in grado di riprodurre nella stessa e identica forma», dichiara il Prof. Cordt Zollfrank, che al Chair of Biogenic Polymers presso il TUM Campus Straubing for Biotechnology and Sustainability porta avanti con il suo team ricerche sui principi scientifici alla base dello sviluppo di nuovi materiali. Zollfrank e il suo team di ricercatori presentano procedure biologiche basate su luce, calore, elementi di preparazione specifica e altri stimoli per convogliare il movimento dei microorganismi in determinate direzioni. «Queste scoperte per controllare i microbi attraverso stimoli predeterminati saranno alla base in futuro della ricerca dei materiali» dice.
Secondo tale ricerca le scoperte rendono possibile la creazione di modelli su misura di nuovi materiali con strutture naturali originate dagli stessi microbi o da loro secrezioni. «Con il nostro articolo, vogliamo indicare in quale direzione ci avvieremo nell’ambito della scienza dei materiali biologicamente ispirati», continua. Partendo dallo ricerca che faceva parte del Progetto Reinhart Koselleck del German Research Foundation (DFG), gli scienziati stanno già utilizzando in parte della tecnologia acquisita. Beneficiando delle speciali proprietà dell’alga rossa, le cui catene secrete dalle molecole di zucchero e i cui movimenti dipendono dall’esposizione alla luce, gli scienziati stanno progettando campioni per creare lunghe, sottili sequenze di polimeri che fungono da modelli per la produzione di porcellane.
Intitolato “A perspective on bio-mediated material structuring” la ricerca è stato pubblicata il 27 Novembre sulla rivista Advanced Materials.
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