Una guida all’odontoiatria eco-friendly

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Una guida all’odontoiatria eco-friendly

Per le generazioni future e per quella attuale, praticare un’odontoiatria sostenibile è uno dei cambiamenti essenziali e urgenti, necessari alla luce della crisi climatica (immagine: Monique Mehler, DTI)
Monique Mehler, Dental Tribune International

Monique Mehler, Dental Tribune International

mer. 17 febbraio 2021

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LIPSIA, Germania: la sostenibilità in odontoiatria è più di una tendenza. È una realtà che le aziende, di qualsiasi dimensione siano, devono affrontare trovando modalità per adattarsi se vogliamo sostenere un pianeta vivibile per le generazioni future. A prima vista questo potrebbe sembrare un compito impossibile essendoci così tanto da tenere in considerazione. Cosa si dovrebbe fare? Da dove cominciare? Quanto tempo e denaro costerà? C’è molto da fare ma ci sono anche molti cambiamenti che possono essere messi in atto quasi nell’immediato per un futuro più green, cambiamenti poco costosi e talvolta anche gratuiti. Oltre ad un’iniziale discussione sull’argomento, questo articolo fornisce alcuni suggerimenti pratici di facile implementazione e un focus per i titolari di studio odontoiatrico che già stanno praticando un’odontoiatria consapevole e rispettosa dell’ambiente.

Prima di considerare come possono agire i singoli professionisti del settore dentale, facciamo un breve excursus nella storia dell’odontoiatria eco-friendly e scopriamo cosa significa effettivamente guardando a fatti e cifre. In generale, l’obiettivo principale dell’odontoiatria eco-friendly è quello di arrecare il minor danno possibile all’ambiente garantendo al contempo il controllo delle infezioni e la qualità delle cure. La FDI World Dental Federation considera la sostenibilità un principio fondamentale in odontoiatria affinché “sia praticata eticamente, con alti livelli i qualità e sicurezza nel perseguimento di una salute orale ottimale”.

“La sostenibilità integra un più ampio impegno del professionista della salute orale anche nell’ambito della responsabilità sociale e ambientale. Deve essere rispettato il diritto delle generazioni future ad un mondo con risorse naturali adeguate”. Tuttavia non è ancora stato regolamentato come questo dovrebbe attuarsi nello studio odontoiatrico.

Il movimento ambientalista è nato negli anni ’60 e ’70 nel mondo occidentale. Quello che prima era considerato uno stile di vita hippy, ora è un atteggiamento più diffuso dal momento che è sempre più in aumento la consapevolezza ambientale soprattutto attraverso movimenti come il Fridays for Future che è stato fondato dalla studentessa svedese Greta Thunberg nel 2018. Statistiche fornite da YouGov (un gruppo di ricerca internazionale) ha dimostrato che, solo negli ultimi dieci anni, la consapevolezza ambientale è più che raddoppiata tra i giovani britannici. Secondo i dati, il 45% dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni afferma che le questioni ambientali sono una delle preoccupazioni più urgenti. Inoltre, la protezione dell’ambiente e il cambiamento climatico sono le massime priorità nella politica pubblica per gli adolescenti che vivono negli Stati Uniti, come confermato da un recente sondaggio condotto da Statista (azienda tedesca che fornisce dati di mercato e di consumo). La tendenza è simile in tutto il mondo e si traduce in azioni di politica internazionale. Le leggi sul cambiamento climatico, come l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unit, costringono i Paesi ad eliminare le emissioni di gas serra e a trovare modi per ridurle.

Quale ruolo gioca l’odontoiatria?

Certamente non è solo un settore industriale il diretto responsabile del cambiamento climatico. Lo sfruttamento collettivo del pianeta e delle sue risorse da parte della nostra società, soprattutto negli ultimi 50 anni, ha fatto sì che ora tutti debbano cooperare per fermare o convertire i danni. Come suggerisce FSI, i professionisti del settore dentale dovrebbero accettare e agire in base ad una responsabilità etica nei confronti del cambiamento climatico.

Quando esaminano le cifre che riguardano l’impronta di carbonio un dato spicca su tutti: i pazienti e il personale che viaggiano da e verso gli studi odontoiatrici costituiscono la fetta più grande. In Inghilterra, i viaggi di spostamento costituiscono oltre il 60% dell’impronta di carbonio dentale, il consumo di energia è al secondo posti contribuendo dal 14% al 21% alle emissioni di gas serra e l’approvvigionamento arriva al terzo posto con il 19%. Uno studio condotto in Scozia ha scoperto che gli spostamenti di pazienti e personale da e per gli studi dentistici rappresentano il 45,1 % delle emissioni di anidride carbonica. Uno dei coautori dello studio, il dott. Brett Duane, è uno specialista nella salute pubblica odontoiatrica con una forte passione per la sostenibilità sanitaria. Ha contribuito all’argomento con decine di pubblicazioni. Insieme ai suoi colleghi, ha pubblicato una serie di articoli per il British Dental Journal riguardanti la sostenibilità ambientale nello studio dentistico. Uno di questi riguardava in particolare gli spostamenti e raccomandava quanto segue: ridurre i tempi degli appuntamenti combinando le visite per i membri della stessa famiglia, combinare procedure operative e ridurre la frequenza degli appuntamenti, implementare la teledentistry per i pazienti, incoraggiare la gestione dei cicli di lavoro del personale e il car pooling. Tuttavia, la riduzione degli spostamenti e dei pazienti è solo una delle aree da considerare tra i tanti altri fattori che contribuiscono all’inquinamento.

Cosa possono fare i professionisti del settore dentale?

Le quattro R – Ridurre, Riutilizzare, Riciclare e Ripensare – sono i pilastri essenziali  nel guidare la responsabilità ambientale dello studio dentistico.

Ridurre:

  • Eliminare la carta e passare al digitale (cartelle cliniche e radiografie)
  • Apportare miglioramenti nella gestione dell’acqua e dell’elettricità (acquisto di energia verde o autogenerazione)

Riutilizzo:

  • Investire in prodotti riutilizzabili (come i vassoi in acciaio inossidabile)

Riciclare:

  • Riciclare i materiali (come carta e alluminio)
  • Investire in articoli auto-clavabili (punte di aspirazione aria/acqua in metallo)
  • Assumere il controllo della gestione dei rifiuti

Ripensare:

  • Passare a prodotti monouso biodegradabili
  • Educare i pazienti ad opzioni alternative (come gli spazzolini in bambù e filo interdentale biodegradabile)
  • Incoraggiare pazienti e personale a spostarsi con i mezzi pubblici
  • Utilizzare la teledentistry quando possibile

Nella nostra società deve avvenire una rivoluzione: ridurre gli sprechi ove possibile, riutilizzare il più possibile gli articoli, acquistarne di riciclati e ripensare il comportamento di consumo in generale. (Immagine: Monique Mehler, DTI)

Questo elenco è già abbastanza ampio per i titolari di studio dentistico che stanno iniziando il loro percorso verso la sostenibilità. Idee e suggerimenti più dettagliati possono essere trovati in questa guida rilasciata dal Centre for Sustainable Healthcare del Regno Unito che non ha scopo di lucro. In aggiunta, il FDI Dental Practice Committee, attualmente focalizzato sul tema della sostenibilità in odontoiatria, ha sviluppato un’infografica per i team odontoiatrici allo scopo di illustrare gli obiettivi reali e raggiungibili da implementare in ciascun studio.

Questi esempi hanno lo scopo di dimostrare che ci sono molti modi per prendere in mano la situazione. I cambiamenti su piccola scala sono un inizio importante e l’unico modo per un cambiamento a lungo termine verso un futuro più green. Ma, ovviamente, queste misure sono solo una parte del grande enigma che deve essere risolto.

Associazioni e industria apprezzano la sostenibilità in odontoiatria

Non esistono agenzie organizzative ufficiale che controllano e certificano uno studio come conforme a standard ecologici. Il portavoce dell’Australian Dental Association sulla sostenibilità, il prof. Neil Hewson, ha raccomandato di fare riferimento alle risorse della rispettiva associazione (come la dichiarazione politica e le linee guida dell’Australian Dental Associaion sulla gestione dei rifiuti dentale di amalgama) e di trovare modalità di autoregolamentazione.

In un’intervista con Dental Tribune International (DTI), il dott. James Zenk, presidente del Comitato FDI Dental Practice, ha dichiarato: “In Minnesota siamo regolamentati da agenzie governative federali, statali e locali, per quanto riguarda le indicazioni su come essere più sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico per contribuire a ridurre la nostra impronta di carbonio […]. L’ultimo esempio di ciò riguarda un programma volontario per l’installazione di separatori di amalgama nei nostri studi e ridurre così la quantità di mercurio rilasciato nelle falde acquifere”. Zenk ha spiegato di essere favorevole ai programmi volontari perché nella sua esperienza “ i dentisti rispondono molto meglio ai programmi volontari piuttosto che agli organismi di regolamentazione”.

Ciò significa che i dentisti e le associazioni che lavorano insieme in modo volontario e si supportano a vicenda rappresentano un fattore chiave per un cambiamento positivo. Ma per quanto riguarda l’industria in generale? I produttori e le aziende determinano ciò che è disponibile sul mercato e il tipo di opzioni sostenibili prodotte. DTI ha parlato con l’amministratore delegato dell’azienda britannica Trigiene Dental, Matthew Evershed, che ha lanciato una nuova gamma di prodotti eco-friendly nel marzo 2020. Questi includono guanti in nitrile biodegradabile, bicchieri di carta con rivestimento in amido naturale impermeabile e una gamma di prodotti per l’igiene realizzato con cartoni Tetra Pack riciclati. Evershed ha spiegato che “Trigiene Dental è molto consapevole della normale quantità di plastica monouso e di materiali di consumo non sostenibili nell’uso quotidiano negli studi dentistici”. Questo ha ispirato l’azienda a pensare come ridurre o mitigare questo fenomeno perché “tutti noi abbiamo la responsabilità di attuare misure di riduzione dei rifiuti  ove possibile”. Secondo Evershed, c’è stato un grande interesse e una risposta positiva all’uso di prodotti riutilizzabili e sostenibili; tuttavia ci sono due considerazioni principali che ostacolano il cambiamento. La prima riguarda il prezzo proibitivo. “Se le persone possono apportare una modifica nell’uso di prodotti più rispettosi dell’ambiente senza danneggiare i loro portafogli, la prenderanno certamente in seria considerazione” ha affermato. La seconda preoccupazione riguarda i protocolli di decontaminazione o sterilizzazione.

Questo è un punto valido e piuttosto problematico perché la sostenibilità è qualcosa di più che sostituire la plastica con il bambù o altri materiali; si tratta principalmente di utilizzare meno risorse in generale. La dott.ssa Sanjay Haryana è la responsabile del programma di formazione interna ed esterna presso TePe Nordic, una società che ha accettato la sfida di raggiungere la neutralità del carbonio nei suoi prodotti e imballaggi entro il 2022 e la responsabile del controllo di qualità presso la filiale nordica oltre a tenere conferenze su argomenti collegati all’igiene orale, alla psicologia delle vendite e alla sostenibilità. Non crede che oggi sia possibile una drastica riduzione della plastica né crede che questa sia la risposta. Infatti Haryana afferma che ci sono due fattori vitali: passare dal consumo lineare a quello circolare (riciclaggio) e utilizzare materie prime di origine vegetale per produrre la plastica. Ha spiegato che “il riciclaggio è oggi una sfida perché la maggior parte dei rifiuti sanitari è considerata pericolosa ma il riciclaggio chimico sta facendo passi avanti notevoli. Il riciclaggio chimico è un processo attraverso il quale è possibile riportare la plastica al suo stato originale, pulito e con le sue proprietà iniziali. Naturalmente durante questo processo dev’essere utilizzata energia verde”. Il risultato della combinazione di queste misure è “un’enorme riduzione dell’impronta di anidride carbonica”.

La lotta al riscaldamento globale dovrebbe essere uno sforzo di collaborazione tra la politica, i cittadini e i pacemaker in economica. (Immagine: Monique Mehler, DTI)

I titolari di studi dentistici che hanno successo nell’odontoiatria ecologica

In un articolo dell’estate del 2020, DTI ha intervistato il dott. Robert Panjkov, fondatore di uno studio dentistico pluripremiato con sede a Melbourne, in Australia. La sua attività, la Beaconsfield Dental, “utilizza barriere e plastica biodegradabili, nonché prodotti chimici ecocompatibili per i trattamenti dentale che prevedono l’aspirazione, la pulizia e il lavaggio. I prodotti per l’igiene orale utilizzati nello studio sono sostenibili e il personale segue una formazione regolare sulla riduzione al minimo dei rifiuti. Partecipano anche al plogging, un’attività che combina jogging e raccolta dei rifiuti con il fine di ripulire il parco nelle vicinanze e le strade circostanti” ha riferito l’editore Iveta Ramonaite.

La sostenibilità è una priorità anche nello studio gestito dai dottori Stefan Dietsche e Reiner Wichary a Colonia, in Germania. Un post sul blog ha riportato come i due dentisti stiano implementando un’odontoiatria rispettosa dell’ambiente nei loro studi: i bicchieri di farina di mais hanno sostituito i bicchieri di plastica, il nastro di carta viene utilizzato in sostituzione del materiale usuale e l’elettricità dello studio è generata da anni da centrali idroelettriche ed eoliche regioknali. Solo perché qualcosa è sempre stato fatto in un certo modo non significa che sia il modo giusto, ha scritto Wichary.

Il dott. Ali Farahani di Stratford, in Ontario, Canada, pratica un’odontoiatria ecocompatibile nel suo studio dal 2007. Lui e il suo team affermano che l’assenza di odori tossici nell’aria e un approccio olistico sono già solo due ragioni per scegliere la loro clinica sostenibile che mira a proteggere l’acqua e le risorse a lungo termine. Il contributo di Farahani va oltre il suo lavoro quotidiano. Per molti anni è stato attivo nell’Eco Dentistry Association ed è membro accreditato dell’Academy of Oral Medicine and Toxicology, un’organizzazione di professionisti del settore dentale, medici e scienziati che ricercano la biocompatibilità dei prodotti odontoiatrici.

Uno scorcio più ampio

Questi tre studi sono solo alcuni dei tanti esempi di quelli in tutto il mondo e sono fonte di incoraggiamento, ispirazione per la pratica di una coscienza ambientale in odontoiatria. L’odontoiatria sostenibile non significa necessariamente l’investimento in attrezzature costose o la trasformazione dello studio in un edificio autosufficiente che non produce rifiuti e autogenera la propria elettricità. Si tratta piuttosto di prendere decisioni consapevoli che soddisfano i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Gestire un’impresa di successo è già abbastanza difficile e fare scelte migliori non dovrebbe essere scoraggiante o demotivante. Si può iniziare con piccoli accorgimenti che possono avere un impatto positivo sull’ambiente nel tempo. Il fatto è che non c’è tempo sa perdere in attesa che i governi nazionali implementino i requisiti legali di sostenibilità per ciascuno studio dentistico. Il cambiamento climatico è una minaccia reale per il mondo in cui viviamo. Per il bene del nostro futuro, è fondamentale che i dentisti, le associazioni e l’industria in generale continuino ad affrontare questi problemi in uno sforzo congiunto.

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