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Prevalenza della parodontite nella popolazione torinese

Prevalenza della parodontite moderata e severa per classi di età.
F. Romano, S. Perotto, L. Cricenti, G. Mariani, F. Ferrarotti, M. Aimetti

F. Romano, S. Perotto, L. Cricenti, G. Mariani, F. Ferrarotti, M. Aimetti

gio. 8 ottobre 2015

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Risultati della prima ricerca epidemiologica in Italia secondo le linee guida dei Centers for Disease Control and Prevention e dell’American Academy of Periodontology.

La Sezione di Parodontologia del C.I.R. Dental School dell’Università di Torino ha pubblicato sul numero di luglio del Journal of Clinical Periodontology i risultati di una ricerca epidemiologica durata quasi 10 anni e svolta in collaborazione con il CPO Piemonte e l’Unità di Epidemiologia Clinica, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino. È il primo lavoro epidemiologico condotto in Italia secondo le Linee guida dei Centers for Disease Control and Prevention e dell’American Academy of Periodontology (CDC/AAP) per fare diagnosi di parodontite1,2 e che utilizza un protocollo di registrazione dei dati full-mouth3,4. Nonostante la parodontite rappresenti la prima causa di perdita degli elementi dentali tra i soggetti adulti nei paesi industrializzati e sia stata identificata come fattore di rischio di diabete mellito e malattie cardiovascolari, mancano dati in ambito OMS circa la sua diffusione in Italia5-8.

La parodontite si sviluppa in individui suscettibili in seguito alla colonizzazione da parte di batteri parodontopatogeni dell’ambiente sottogengivale ed è caratterizzata dalla distruzione progressiva e irreversibile dei tessuti di sostegno parodontali fino alla perdita dei denti. Ha, quindi, un importante impatto sociale con ripercussioni sull’estetica, sulla capacità masticatoria, sulla vita di relazione e sulla salute sistemica. Se si tiene in considerazione che la parodontite è l’evoluzione nel tempo di un quadro clinico di gengivite, completamente reversibile se correttamente trattata, si comprende come il dato epidemiologico rivesta un ruolo centrale per l’implementazione di programmi di prevenzione e per la pianificazione dell’assistenza odontoiatrica8,9. In considerazione dei dati epidemiologici italiani oggi a disposizione, scopo del lavoro è stato stimare la prevalenza della parodontite moderata e severa nella città di Torino.

Metodologia della ricerca
È stato selezionato un campione rappresentativo dei residenti a Torino di età compresa tra 20 e 75 anni facendo riferimento alla Banca Assistiti Regionali e tenendo in considerazione la distribuzione della popolazione sul territorio cittadino. Nel primo stadio sono stati selezionati casualmente 20 medici di base ripartiti fra le quattro ASL di Torino in maniera proporzionale alla popolazione di assistiti. Nel secondo stadio sono state estratte le persone da includere nel campione, mediante campionamento casuale semplice, dalle liste degli assistiti di ogni medico di base selezionato nel primo stadio.
In accordo con il medico di base – preventivamente contattato con l’autorizzazione dei direttori generali e di distretto – a ciascun paziente campionato sono stati inviati una lettera di invito a partecipare allo studio e un breve questionario relativo a dati anamnestici, stili di vita e abitudini di igiene orale da compilare e riportare in occasione della visita. La visita parodontale è stata eseguita da un odontoiatra del Servizio di Parodontologia del C.I.R. Dental School dell’Università di Torino presso l’ambulatorio del medico di famiglia. I parametri clinici, rilevati su 6 siti a livello di tutti gli elementi dentali presenti in arcata esclusi i terzi molari (protocollo di registrazione full-mouth), comprendevano: la presenza/assenza di placca batterica e di sanguinamento al sondaggio, la profondità di sondaggio (PD), la recessione (REC) e il livello di attacco clinico (CAL). La diagnosi di parodontite moderata e severa si è basata sulla definizione CDC/AAP1, che ad oggi è considerata quella di riferimento negli studi epidemiologici su base di popolazione2 (Tab. 1).
La parodontite severa è stata ulteriormente classificata in una forma localizzata (< 30% dei siti interessati dal danno parodontale) e generalizzata (≥ 30% dei siti) facendo riferimento ai criteri proposti da Armitage10.

Risultati
Sono stati visitati 736 individui, di cui 431 donne (58,56%) e 305 uomini (41,44%). I non fumatori rappresentano il 49,57% del campione e gli ex fumatori il 26,92%. Il livello di istruzione è medio-basso: il 41,44% ha al massimo la licenza media e il 38,59% il diploma di scuola superiore. Il 50,82% del campione riferisce problemi di salute generale e il 5,84% di essere affetto da diabete mellito. Nella Fig. 1 è presentata la prevalenza della parodontite sulla base della severità e della percentuale di siti coinvolti. La prevalenza stimata della parodontite moderata è intorno al 40,78% con un intervallo di confidenza al 95% (95% CI) compreso tra 36,89% e 44,79%. Se si considera la forma severa, questa interessa il 34,94% (95% CI: 31,23-38,74%) della popolazione torinese. La prevalenza della forma severa localizzata è pari al 23,48% (95% IC: 20,35-26,93%) e quella generalizzata all’11,46% (95% IC: 9,29-14,09%). Dall’analisi della distribuzione per classi di età (Fig. 2) si evidenzia che la prevalenza della parodontite moderata raggiunge i valori più elevati tra i 30 e i 39 anni, per poi decrescere nelle classi di età successive. La prevalenza della parodontite severa tende ad aumentare progressivamente con l’età raggiungendo il picco massimo tra i 50-59 anni con percentuali del 52,63%, per poi mantenersi su valori abbastanza costanti.
Se si escludono i terzi molari, l’elemento dentale più severamente compromesso dalla malattia parodontale è il primo molare superiore, mentre quello estratto più frequentemente, indipendentemente dalle cause, è il primo molare inferiore.

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Discussione
L’assenza di dati recenti e assimilabili agli standard attuali in ambito di ricerca epidemiologica nel nostro Paese ha dato l’avvio a questo studio11. Dal presente lavoro emerge che la parodontite rappresenta una patologia ad ampia diffusione nella popolazione torinese con percentuali del 40,78% per la forma moderata e del 34,94% per la forma severa. È difficile confrontare tali dati con quelli pubblicati in letteratura per differenze nei metodi di registrazione e nella definizione epidemiologica della malattia parodontale12. Nel presente studio i dati clinici sono stati rilevati secondo un protocollo di registrazione full-mouth (sei siti per dente). La maggior parte degli studi in Europa impiega, invece, protocolli di registrazione half-mouth o partial-mouth e non considera tra i parametri diagnostici il CAL8.
Sulla base delle raccomandazioni dei Centers for Disease Control and Prevention e dell’American Academy of Periodontology, si è utilizzata la definizione epidemiologica di Page & Eke1, considerata quella di riferimento per gli studi epidemiologici su base di popolazione2. Essa considera il livello di attacco clinico e la profondità di sondaggio, a livello di almeno due siti interprossimali non sullo stesso dente, per fare diagnosi di parodontite moderata/severa. In tale modo si minimizzerebbe l’errore diagnostico dovuto a cause non parodontali1,2. Attualmente sono stati pubblicati due studi in Europa che fanno riferimento a tali criteri diagnostici, ma registrano i dati parodontali solo su alcuni siti dei denti di un’emibocca o di alcuni denti indice13,14. Il primo, condotto in Pomerania, riporta una prevalenza del 33,33% per la parodontite moderata e del 17,60% per quella severa13.

Il secondo fa riferimento all’intera popolazione tedesca e riferisce una prevalenza della forma moderata del 53,5% e del 17,4% per quella severa nella fascia di età tra 35 e 44 anni, e del 45,5% e 41,9%, rispettivamente, nella fascia di età tra 65 e 74 anni14.
Se si fa un confronto con i dati rilevati sulla popolazione torinese emerge come, mentre la prevalenza della parodontite moderata è simile a quella dei due studi sopra citati e ai dati della letteratura, quella della parodontite severa è più elevata soprattutto per l’ampia diffusione della forma localizzata. In accordo con quanto recentemente pubblicato in letteratura è possibile che i dati epidemiologici finora pubblicati siano fortemente sottostimati15. Per anni la registrazione dei parametri parodontali è stata eseguita solo su alcuni siti e su alcuni denti, non considerando la sitospecificità della malattia parodontale. I lavori di prevalenza pubblicati negli ultimi anni in USA hanno dimostrato come un protocollo di registrazione half-mouth sottostimi sensibilmente la prevalenza della parodontite, in particolare della forma severa16. Questo sembrerebbe ulteriormente avvalorato dal presente lavoro. La parodontite severa interessa un’elevata percentuale di soggetti, anche nelle fasce di età più giovani, ma coinvolge un numero limitato di siti che, probabilmente, in un protocollo di registrazione parziale non sarebbero identificati.
Nel presente studio il 6% dei soggetti di età compresa tra 20 e 29 anni è affetto da una forma severa di parodontite, ma il danno coinvolge solo 3-5 siti parodontali.
È importante anche sottolineare come tutte le definizioni epidemiologiche presentino dei limiti dovuti alla difficoltà di inserire in rigide classificazioni numeriche pazienti con quadri clinici differenti. Tuttavia, pur nei limiti di questa classificazione, emerge chiaramente come la parodontite sia una patologia diffusa nella popolazione che abbiamo studiato e come l’utilizzo della sonda parodontale su tutti gli elementi dentali sia l’unico strumento per identificare i soggetti che ne sono affetti e per impostare corrette strategie preventive.
Il sondaggio parodontale full-mouth deve, quindi, rappresentare una manovra imprescindibile di una visita odontoiatrica correttamente eseguita.

 

Bibliografia
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L'articolo è stato pubblicato su Perio Tribune Intalian Edition, ottobre 2015.

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